DIMENTICAMENTO s.m.

0.1 dementicamento, dimenticamenti, dimenticamento.

0.2 Da dimenticare.

0.3 St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.): 3.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi) 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.).

0.5 Locuz. e fras. andare in dimenticamento 1.2.2; dare a dimenticamento 1.2.1; essere in dimenticamento 1.2.2.

0.7 1 Perdita o mancanza della memoria. 1.1 Mancanza (involontaria o voluta) della memoria di qsa (espresso o sottinteso). 1.2 Mancanza di considerazione. 2 Stato di confusione mentale. 2.1 Incapacità d'apprendere, impedimento alla conoscenza (con rif. alla Medusa, intepretata come simbolo dell'ignoranza). 3 [Come trad. errata del lat. ultio].

0.8 Daniele D'Aguanno; Giulio Vaccaro 26.05.2009.

1 Perdita o mancanza della memoria.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 26, pag. 232.1: Letes tanto è a dire quanto dimenticamento, e chi beveva di quella acqua, perdeva la memoria in tutto.

[2] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 435, pag. 601.2: Letes è uno fiume davanti a lo 'nferno, lo quale avendo passato l'anime, non si ricordano d'alcuna cosa, e però si dice fiume Letes: fiume di dimenticamento.

1.1 Mancanza (involontaria o voluta) della memoria di qsa (espresso o sottinteso).

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 48, pag. 153.23: che noi dovemo le 'ngiurie dimenticare, e' benefici ricordare; perciò che 'l dimenticamento e ricordamento è remedio de le 'ngiurie.

[2] Gl Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 17, pag. 116.20: per saramento fermaro di dimenticare tutti i misfatti, e discordie, e male volontadi, che per addietro fossero state tra loro, e per innanzi di neuna fare menzione. Il quale modo di patto, [[...]] l' appellaro amnestia, cioè uno dimenticamento de' mali.

1.2 Mancanza di considerazione.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 6: Unde etia(n)dio Cato disse: fugge la pigritia, la quale si dice che est dime(n)ticame(n)to di vita, che qua(n)do l'animo inferma la pigritia (con)so(n)ma lo co(r)po.

[2] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1379/82] 7, pag. 271.1: ma pure ti veggio avere dato uno salto fuori del mare, come fanno certi pesci; e saltasti nell'aere spirituale, cioè a conoscere la tua freddura e il mortale dimenticamento, secondo che un poco ragionavi.

1.2.1 Locuz. verb. Dare a dimenticamento: non tenere più in considerazione.

[1] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Ez 21, vol. 7, pag. 463.13: [32] Tu sarai cibo al fuoco, e lo tuo sangue sarà nel mezzo della terra, e tu sarai dato a dimenticamento...

1.2.2 Locuz. verb. Andare, essere in dimenticamento: non essere più tenuti in considerazione, essere abbandonati.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 6: Qua(n)do da pió potenti malame(n)te sé provocato, elli magiorme(n)te ti p(ro)vocherà, acciò che elli no(n) mossi séi rio, (et) che no(n) ingrassi, (et) che no(n) sii lunge da lui, (et) che no(n) vadi lunge (et) in dime(n)ticame(n)to.

[2] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Is 23, vol. 6, pag. 463.11: [15] E tu, o Tiro, sarai in dimenticamento, in quel tempo...

2 Stato di confusione mentale.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 173.17: Tesifone avea recato seco meraviglie di nuovo veleno; ciò è le schiume della bocca del cerbero, e 'l veleno del serpente Echino, e' vaghi errori e gli dimenticamenti della cieca mente... || Cfr. Ov. Met., IV, 502: «erroresque vagos caecaeque oblivia mentis».

2.1 Incapacità d'apprendere, impedimento alla conoscenza (con rif. alla Medusa, intepretata come simbolo dell'ignoranza).

[1] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 9, 49-54, pag. 257.13: Medusa; cioè dimenticamento, quando la paura non solamente impaccia il conoscimento; ma ancora vi mette ignoranza delle cose sapute.

3 [Come trad. errata del lat. ultio]. || Così anche nel ms. Laurenziano: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), p. 292.28. Errore nei due mss. da devendicamento?

[1] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 292.27: Et [[Vespasiano]] abe molte victorie e destruxe rege parcorum et de Iudea fece faville e destruxe Ierusolima pro dementicamento de Xristo. || Cfr. Liber Yst. Rom., p. 292: «Hierosolima destructa ad ultionem Christi».

[u.r. 15.12.2017]