DINERBATO agg.

0.1 denervate, dinerbata, dinerbati, dinervate.

0.2 Da dinerbare.

0.3 Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.): 1.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Detto del corpo umano o di una sua parte:] che è stato dolorosamente privato di ogni forza; snervato. 1.1 [Detto della vita o dell'animo umano:] che, essendo privo di nerbo, di forza virile, è di costumi molli ed effeminati.

0.8 Massimiliano Chiamenti 16.07.2004.

1 [Detto del corpo umano o di una sua parte:] che è stato dolorosamente privato di ogni forza; snervato.

[1] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.139, pag. 499: E la bocca era smorta, / ké li fo spungna porta / cun mirra, aceto e ffele, / fortissimo crudele. / Lo mento e la gol' era / como palida cera. / Erano quelle bracça, / siccomo la legaça, / attorte e denervate, / e ll' ossa deslocate: / e le carne e le vene / nere como catene.

1.1 Fig. [Detto della vita o dell'animo umano:] che, essendo privo di nerbo, di forza virile, è di costumi molli ed effeminati.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 4, pag. 432.9: Il quale avendo consorto de l'officio della censorìa Mumio, uomo come nobile così era di vita dinerbata, nella ringhiera disse, ch' egli farebbe ogni cosa [secondo la maestà] della republica...

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 9, cap. 1, pag. 615.18: Onde li animi così dinerbati per le delicatezze non potero sostenere lo spirito de l'oste. Ma la moltitudine di quelli di Cipro ampoi fu più feminesca. Li quali sosteneano con pacifico animo, che le sue reine, montando in su carri, a ciò che più morbidamente andassero, ponessero le piante de' piedi su per li corpi delle femine...

1.1.1 Fig. [Detto di una parte del corpo umano:] che è aperto alla lascivia, privo di ritegno morale; dissoluto.

[1] Bibbia (06), XIV-XV (tosc.), Ecli 25, vol. 6, pag. 266.17: [32] Mano debile, ginocchia dinervate, si è la femina che non beatifica il suo marito. || Cfr. Ecli. 25:32: «genua dissoluta».

[u.r. 06.07.2007]