DISNERBARE v.

0.1 disnerba, disnerbe, disnerborano, disnervo.

0.2 DEI s.v. disnervare (lat. enervare).

0.3 Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Detto dell'animo umano:] privare del nerbo, della forza virile, rendendo molle ed effeminato. 1.1 Colpire duramente in modo da indebolire, ferire o uccidere. 2 Desistere per debolezza da un'azione precedentemente intrapresa.

0.8 Massimiliano Chiamenti 16.07.2004.

1 Fig. [Detto dell'animo umano:] privare del nerbo, della forza virile, rendendo molle ed effeminato.

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 389.17: Ma di tanto prezzo ti sia il non andare a li teatri infino che amore del vòto petto bene esca; e li stormenti e li canti e le lire disnerborano l'animo, e la boce e le braccia mosse co' suoi modi. || Cfr. Ov., Rem. am., 753: «enervant animos citharae».

1.1 Colpire duramente in modo da indebolire, ferire o uccidere.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 15.2921, pag. 301: Quando inferma, trae in alto le verdi erbe / E verso il cielo umilmente le mostra / Quasi Dio preghi che il suo mal disnerbe.

[2] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 8 [superbia].8, pag. 49: Io sono ingrata arrogante e acerba, / per cui il mondo tutto piange e geme; / i' son ne le gran cose e ne l'estreme / colei che compagnia rompe e disnerba.

2 Desistere per debolezza da un'azione precedentemente intrapresa.

[1] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 100.7, pag. 655: Ma, per servire a lui, quella diservo / che sue moschette nel cor mi balestra, / la qual, poi che d'amar lei non disnervo, / m'è cara sol di stare a la finestra, / perch'io di lei veder non mi rallegri, / anzi perda 'l disio che mi notrica, / e poi del tutto Amor per lei disdica.

[u.r. 20.04.2010]