0.1 deporta, deportanno, deportante, deportar, deportare, deportato, deporte, deportese, deporto, desporta, desportara, diporta, diportando, diportandomi, diportandosi, diportare, diportarono, diportarsi, diportate, diportati, diportatosi, diportava, diportavano, diporti, diportiate, diportò.
0.2 Fr. ant. deporter.
0.3 Ritmo cass., XIII in.: 1.
0.4 In testi tosc.: Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311; Ell Dio d'amore, 1310/30 (venez.).
In testi mediani e merid.: Ritmo cass., XIII in.; Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342.
0.7 1 [Spesso in abbinamento a un senso di allegro movimento:] provare piacere; divertirsi (anche pron.). 2 Sospingere fuori o in avanti; trasportare. 3 Tenere un certo comportamento o atteggiamento; comportarsi. 3.1 Sost. Comportamento.
0.8 Massimiliano Chiamenti 05.10.2004.
1 [Spesso in abbinamento a un senso di allegro movimento:] provare piacere; divertirsi (anche pron.).
[1] Ritmo cass., XIII in., 22, pag. 10: Ai, dumque pentia null'omo fare / [en] questa bita regnare, / deducere, deportare? / Mort'è, non guita gustare, / c'unqua de questa sia pare.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 53, pag. 153: Dnanz dal patre dolcissimo lo iusto se deporta, / In delectevre gloria festeza e se conforta: / Plasess a Iesú Criste ke foss avert la porta, / Lá sus o è lo iusto ke tal dolzor apporta.
[3] Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.), 1.27, pag. 86: S'Amor m'incende e stringe°/ e facemi languire,°/ lo meo disire - conforta mia spera,°/ che 'ntra lo cor mi pinge°/ la gioia che del martire°/ al meo reddire - la gioiosa cera°/ mi darà diportando,°/ quell' a cui m'acomando - notte e dia.
[4] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 12.5, pag. 26: Or non m'è morte el suo senno, ma porta°/ di vita dolce, o' mi pasco e deporto,°/ ché tanto acconciamente mi dé porto°/ en tempestoso mar, che vol ch'eo porti°/ per lei la vita e faccia l'inde apporti.
[5] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 290, pag. 306: 137. Nave che porta / tuttor non diporta.
[6] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 119.8, pag. 370: Con adimanda magna scienza porta / m'avete, amico, per [i]scritta porta, / di quei che ne l'azzurro giglio porta: / venut'è al campo segnor che lo sporta, / ché lo profeta Merlin ne raporta; / vermiglio il campo, l'agulia i[n] su porta / ha d'oro que' c'ha aperta già la porta / e de la 'mpresa molto si diporta; / e dice che verà di qua da Po, / ed ancor più, ché ne dimostra po':°/ ver' lui nesuno contastar no pò.
[7] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 36.8, pag. 93: Oi amorosa somma di bieltate, / piacciavi ch'io diporti e giochi e rida. / In voi è la mia morte e la mia vita: / oi, donna mia, traetemi di pene...
[8] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 118, pag. 631: Lasù è sempro virdi li broli e li verçer / en li quali se deporta li sancti cavaler, / li quali no à mai cura né lagno né penser / se no de benedir lo Creator del cel; / lo qualo è 'n meço lor sì se' su un tron reondo...
[9] Poes. an. ven.or., XIII sm., 45, pag. 305: Quando la raïna me consent / d'andar a lo palaço, / land eu soglo deportar,°/ tanto me n' par bela et avinent / Malgareta, or la teng e braç,°/ non me pos sacïar; / land gl'invilïosi à 'l cor dolentre / k'eu me ai solaço / de quela ke no à par.
[10] Fiore, XIII u.q. (fior.), 180.13, pag. 362: Ché tutte cose c[h]'uom'à con travaglio, / Par c[h]'uon le pregi più, e le diporta; / Quel che non costa, l'uon non pregia un aglio».
[11] Novellino, XIII u.v. (fior.), 46, pag. 229.12: Allora Narcis si lasciò cadere nella fonte, di guisa che vi morìo e annegò. Il tempo era di primavera; donne si veniano a diportare alla fonte; videro il bello Narcis anegato.
[12] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 162.33: Un'altra fontana non meno bella di quella era più presso, alla quale era venuta a ddonneare tre dee, l'una delle quali fue madonna Giuno, l'altra fue madonna Pallas, la terza madonna Venus, e llà si diportavano; e ragionando intra lloro, avenne che nel mezzo di loro chadde una palla d'oro ove era schritte pulchriori detur , cioè 'alla più bella sia data'.
[13] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Canz. 3.6, pag. 705: La gioven donna cui appello Amore, / ched è sovra ciascun' altra bieltate / compiuta di piacere e d'umiltate,°/ somma d'alto savere e di valore,°/ vole e comanda a mme su' servidore°/ ch'i' canti e mmi diporti, a le fïate,°/ per dimostrar lo pregio e la bontate°/ di ciascun ch'ave in sé punto d'onore.
[14] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 181, pag. 318.3: Ma ttanto stetterono in cotale maniera, ch'egl' eberono mangiato, e dappoi si levarono da ttavola e andarono per lo verziere, diportandosi e pparlando di molte aventure.
2 Sospingere fuori o in avanti; trasportare.
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 13.35, pag. 28: Ciò che per me se dice ognora e s'ovra / de ben, l'onor è suo, però che s'ovro / la bocca e i motti miei deporto, è sovro / de saver suo, ché fior di me non sovra°/ ni ciò ni cosa ch'opo è che me sovri...
[2] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 3.6, pag. 718: Ché, se lo mundo par che ria / e vita longa deporte, / aspeita de döe xorte: / o vejeza o marotia.
[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 10, pag. 347.16: Corre la nave passando l'alto mare col vento e coll'onde prospere e tranquille: è deportato all'antica città del padre Dauno.
[4] Stat. perug., 1342, IV.88.10, vol. 2, pag. 441.30: E quando porteronno el biado d'alcuno overo se rechasse, sia a loro risco e ventura enfinatantoké enteramente el reporteronno e restituironno la farina al dante a loro el biado overo deportante.
3 Tenere un certo comportamento o atteggiamento; comportarsi.
[1] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 6.98, pag. 71: Ché pur a dietro sempre il guida suo remo, / metendol fuor d'ongne sovran dilletto; / e pur di male im peg[g]io si diporta: / può ben sua vita riputar per morta!
[2] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 153.34: Poi che Giason e ssua compangnia furono arivati, sì uscirono della nave nobilemente vestiti e parati, e prendeano aria ed agio sì ccome gente affannata del tormento del mare. E in tal maniera diportandosi, uno grande prenze della città di Troya chon sua compangnia andava a ffalcone, e vidde gli Greci alla marina che detta avemo, in sue la riva.
[3] Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.), pag. 14.30: Noi non preghiamo neente che noi non siamo tentati, che ciò sarebbe folle preghiera ed ontosa, altresì come se 'l figliuolo d'un buono e valente uomo, che fosse novello cavaliere pregasse il padre e dicesse: io vi priego che voi mi guardiate, e diportiate sì ch'io non vada giammai nè a battaglia, nè a torneamenti.
[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 9.9, pag. 91: Lo basalisco asconnese, non se va demostranno; / non vedenno iàcese, non fa ad altrui danno: / peio che 'l basalisco col vostro deportanno, / l'anime vulneranno co le false sguardate.
[u.r. 28.08.2010]