DIRAMARE v.

0.1 deramata, dirama, diramarà , diramò.

0.2 DEI s.v. diramare (lat. tardo deramare).

0.3 Stat. sen./umbr., 1314/16: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.).

In testi sett.: Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Privare (una pianta) dei rami (danneggiandola). 1.1 Potare (una pianta, per irrobustirla e renderla più fruttuosa). 2 Fig. Sfasciare, mutilare (privando una persona, metaf., delle proprie fronde vitali). 3 Fig. Discendere, derivare.

0.8 Massimiliano Chiamenti 17.09.2004.

1 Privare (una pianta) dei rami (danneggiandola).

[1] Stat. sen./umbr., 1314/16, cap. [129], pag. 57.23: E se alcuno diramarà alcuna quercia, paghi per ongni volta et per ongni quercia XX s. di denari cortonesi de dì, et quaranta s. de la dicta moneta di nocti; et mende el dampno, se accusa facta ne sirà.

[2] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 518, pag. 35: Poi me voltava verso de la chroze / [[...]] / Oimè, perchè no naque qualche vermo / che la radize t'avese roduta, / sì che produto mai no avesti schermo? / E poi che fusti arquanto chresuta, / perchè non vene un vento che t'avese / deradegata e deramata tuta?

[3] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 32, pag. 508.10: Qui scrive l'altore le prime perchosse che ricievette mai santa chiesa dopo la morte di Cristo e dicie che vide disciendere dal cielo un'aquila, la quale diramò e disfogliò tutto quello albero di santa chiesa.

1.1 Potare (una pianta, per irrobustirla e renderla più fruttuosa).

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 85.18: Da quinci innanzi io conterò le cose più chiare e più certe del secondo nascimento della città, la quale più pienamente rinacque, e più diviziosamente moltiplicò, sì come le vigne e gli albori che l'uomo taglia e dirama dal ceppo per rinnovellare e per più abbondevolemente fruttare.

2 Fig. Sfasciare, mutilare (privando una persona, metaf., delle proprie fronde vitali).

[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 20.57, pag. 53: La quarta; perchè 'l tiranno disama / Comunemente i buoni, e' rei mantiene: / E 'l re sostiene i buoni e' rei dirama.

[2] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 3, 15.8, pag. 36: Che uomo è questo, così sozzo e tristo, / e par c'andar non possa pel sentieri? - / El cavalier, ch'era con gli altri misto, / risposegli venendo a lui primieri, / e dissegli: - Quest'uom «vecchio» si chiama / perché suo vita tutta si dirama...

3 Fig. Discendere, derivare.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 10.13, vol. 3, pag. 157: Vedi come da indi si dirama / l'oblico cerchio che i pianeti porta, / per sodisfare al mondo che li chiama.