COMUNICARE v.

0.1 chomunichasti, communecase, communica, communicandogli, communicandolo, communicanno, communicar, communicare, communicarsi, communicherebbono, comuneche, comunega, comunegà , comunegadi, comunegao, comunegar, comunegàse, comunegasse, comunegava, comuniar, comuniavan, comunica, comunicà , comunicai, comunicando, comunicandole, comunicandoli, comunicandosi, comunicandoti, comunicano, comunicanse, comunicanu, comunicar, comunicare, comunicarege, comunicari, comunicarisi, comunicarla, comunicarmi, comunicaro, comunicarono, comunicarse, comunicarsi, comunicaru, comunicarusi, comunicasi, comunicasse, comunicassi, comunicassimo, comunicaste, comunicata, comunicate, comunicati, comunicato, comunicatoli, comunicatosi, comunicatu, comunicau, comunicausi, comunicava, comunicavano, comunicha, comunichando, comunichanti, comunichare, comunichato, comunicherà , comunicherae, comunicherai, comunicherò, comunichi, comunichiam, comunichiamo, comunichino, comunichisi, comúnichisi, comunichò, comunicò, comunicó, comùnicola, comunicolli, comunicone, comunicossi, comunicòssi, comuniga, comunigà , comunigàlo, comunigandolo, comunigar, comunigare, comunigarse, comunigasse, comunigato, comunigòsse, comuniki, comunikimu, comuniò-se, cumunicarisi, cumunicarse, cumunicassi, cumunicatu, cumunicau, cumunicó, cumunigarse.

0.2 Da comune 1.

0.3 Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.): 4.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Dante, Vita nuova, c. 1292-93; Stat. fior., 1294; Stat. prat., 1295; Stat. sen., 1295; Doc. pist., 1337-42; Stat. cort., a. 1345; Stat. volt., 1348; Stat. lucch., XIV pm.

In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Elucidario, XIV in. (mil.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Stat. moden., 1335; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Doc. bologn., 1366; Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.); Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.); Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. viterb., c. 1345; Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. castell., XIV sm.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.7 1 Essere in rapporto o in relazione. 1.1 Essere contiguo o afferente (anche pron.). Estens. Avere qualità in comune. 1.2 Pron. Stringere un rapporto di parentela, apparentarsi. 1.3 Pron. Scambiarsi un giuramento, stringere un patto. 1.4 Avere un rapporto sessuale (anche pron.). 2 Mettere o avere in comune, condividere. 2.1 Conferire, partecipare (al diritto di cittadinanza). 2.2 Condividere (un'opinione, una decisione). 2.3 Far agire insieme, contemperare. 2.4 Accostare in un paragone, mettere sullo stesso piano. 2.5 [Detto di un concetto, di un vizio o di una virtù, di una condizione fisica o spirituale:] rendere comune a qno o qsa altro; trasmettere, diffondere (anche pron.). 3 Mettere in comune verbalmente, rendere noto, far conoscere. 3.1 Avere scambi verbali. 4 [Relig.] Ricevere l'eucaristia (anche pron.). 4.1 [Relig.] Somministrare l'eucaristia. 4.2 [Rif. ad altre religioni:] partecipare con altre persone a un'offerta o pasto rituale.

0.8 Fabio Romanini 17.12.2003.

1 Essere in rapporto o in relazione.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 13, pag. 225.12: et chi comunicherà col superbio, vestirassi superbia.

[2] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 6, pag. 14, col. 22.14: Non è possibile la mentale actione e la meditatione e la contemplatione ciaschuna per una difinitione difinire per le loro diversitadi e perché si comunicano molto insieme...

[3] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 28, par. 3, vol. 2, pag. 149.12: et lu corpu meu avi essiri per l'essiri di l'anima mia, et non su eu dui essiri, ma sunu unu essiri per lu essiri di l'anima mia, la quali esti vivu essiri, et killu vivu essiri comunica a lu corpu meu vivu.

[4] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 11.60, pag. 73: «Che spei / aver se dé in questo vostro mastro, / il qual comunicar se vé con rei?».

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 131, S. Giovanni Crisostomo, vol. 3, pag. 1171.27: Morto dunque il dottore di tutte le terre, li vescovi d'Occidente non volsero per neuno modo comunicare con quelli d'Oriente...

- Sost.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I, introduzione, pag. 10.29: E fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s'avventava a' sani...

1.1 Essere contiguo o afferente (anche pron.). Estens. Avere qualità in comune.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 8, pag. 99.4: come la spera de l'aere, ch'è entra la spera del foco e la spera de l'acqua, e è vicino e communecase collo foco e coll'acqua...

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 6, vol. 3, pag. 28.8: L'una si è potenza irrazionale, cioè non ragionevole, nella quale comunica l'uomo con le piante e con gli animali bruti.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 13, pag. 70.30: perchè l'uomo uccida sè stesso, non si tolle se non la virtù sensitiva, e nell'anima rimane la virtù vitale, con la quale comunichiamo chon gli angeli...

[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 15, pag. 257.17: Che diremo noi di costoro, se non che in natura col porco comunicano?

1.2 Pron. Stringere un rapporto di parentela, apparentarsi.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), Proemio, par. 4, pag. 58.15: Ma l'audacia del Re, avendo rispetto a sè e a' suoi antenati, e al nobile loro stato, non volle comunicarsi coll'Orsino sangue; e tali nozze rifiutate, il papa indegnato e contro al Re s'interpose...

1.3 Pron. Scambiarsi un giuramento, stringere un patto.

[1] Armannino, Fiorita (04), 1325 (tosc.), pag. 385.41: Poi che ordinato ebbono tutto el facto, del sangue d'uno di loro tutti si comunicarono per essere in unità.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 8, vol. 2, pag. 532.16: A la fine s'accordò il re col detto messer Ugo, e comunicarsi insieme di mai non abbandonarsi...

1.4 Avere un rapporto sessuale (anche pron.).

[1] Storia distr. Troia (ed. Gorra), XIV pm. (tosc.), cap. 8, pag. 460.24: perciò comandasti alla tua figliuola che ssi comunicassi con Gianson; al tutto ne fosti cagione e Gianson ordinasti partefice della tua figliuola...

2 Mettere o avere in comune, condividere.

[1] Stat. sen., 1295, cap. 31 rubr., pag. 28.1: Come sieno comunicati gli beni che si fanno ne la Compagnia.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 50, vol. 3, pag. 159.1: L'uomo ha bisogno d'amici nel tempo della prosperità e dell'avversità: nella prosperità acciò che comunichi con loro il suo bene...

[3] Poes. an. urbin., XIII, 32.18, pag. 610: Si ssi' ricko e adasato, / non te lo aproprïare, / sacçinne parte dare - al besognoso: / l'avere non fo dato / pro altrui signorïare, / ma per comunicare - al vergognoso.

[4] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 1, pag. 261.1: le cose congiunte comunicano naturalmente intra sé le loro qualitadi, in tanto che talvolta è che l'una torna del tutto nella natura dell'altra...

[5] Stat. pis., 1321, cap. 127, pag. 320.25: E tucti quelli li quali a me quinde sono tenuti libererò, nè in quella starò; excepto che possa et debia comunicare li guadagni miei con tucti li miei conpagni...

[6] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 31, 13-24, pag. 689, col. 1.5: Quando scendean, çoè de grado in grado comunicavano soa beatitudine cun quelle alme beate che lí sono situate.

[7] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 6, pag. 172.11: Avea massimamente in grande orrore e detestazione quelli monaci, i quali [[...]] aveano sollecitudine per lo tempo futuro di loro cibi, o vestimenti, [[...]] e non le comunicavano agli indigenti.

[8] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 3, pag. 21.18: - Ed ella: «O figliuol mio di latte, abbandonere'ti io sì che 'l carico, che per invidia del mio nome hai portato - la fatica teco comunicata - non partissi?

[9] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 104.2: Ma Diomedes comunica meco tutti i suoi fatti; e loda me, e sempre si confida avere compagno Ulisse.

[10] Stat. fior., 1334, L. I, cap. 70, pag. 253.24: proveduto e ordinato è che se alcuno compagno, fattore, overo discepolo in Firenze o fuori di Firenze avesse ricevuto o riceverà [[...]] da alcuna persona, alcuno dono, presente, [[...]], sia tenuto i detti doni, presenti, [[...]] mettere e comunicare nella comunità della compagnia o maestri.

[11] Doc. fior., 1311-50, 43 [1344], pag. 651.30: sempre siamo stati et semo devoti e figluoli di Sancta Chiesa, sì che sança fare altra lega, sempre siamo disposti a comunicare con essa ogni caso che potesse occorrere...

[12] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 45, vol. 1, pag. 84.16: e il Comune la prese, e ordinò dentro sanza quistione i loro ufici, comunicandoli discretamente tra lloro terrazzani, al contentamento di catuna parte...

[13] Stat. fior., a. 1364, cap. 40, pag. 107.11: se avesse guadagno o danno, si comunichi e convertischasi per livra e per soldo in tra' predetti a' quali fosse conceduta e assegnata parte nella detta gabella...

[14] Doc. bologn., 1366, pag. 87.3: voglio e intendo che lo dito Zohane debia [[...]] le dite cosse con li fradieli partire e comunichare per terço como boni fradelli...

- Pron.

[15] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 110, pag. 224.28: poniamo che tutto el mondo si comunichi del lume e del caldo di questo sole.

2.1 Conferire, partecipare (al diritto di cittadinanza). || (Mattesini).

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 3, vol. 2, pag. 123.15: Per la quali constancia di tranquillitati non skictu a la rasuni di nostra amistati, ma eciandeu a comunicari la nostra citati a la quali, issi passaru, si mi valisdeu, usandu una sutili simplicitati.

2.2 Condividere (un'opinione, una decisione).

[1] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 28, pag. 335.11: Voi con Mandonio e Indibile i consigli comunicaste, e l'arme dovevate accompagnare.

2.3 Far agire insieme, contemperare.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 9: no(n) senp(re) leggere né senpre sc(r)ivere dovemo, imp(er)ò che l'uno di loro astri(n)ge (et) tolle le forse (et) altr[o] le fa (et) guasta; [25] du(n)qua avice(n)devileme(n)te è da comunicare l'uno coll'altro, sìe che talvolta dobbiamo legere (et) talvolta scrivere...

2.4 Accostare in un paragone, mettere sullo stesso piano.

[1] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 55.13: E per questa vaghezza credo che oltre ad ogni altro studio amasse la poesia, veggendo, come che la filosofia ogni altra trapassi di nobiltà, la eccellenzia di quella con pochi potersi comunicare...

2.5 [Detto di un concetto, di un vizio o di una virtù, di una condizione fisica o spirituale:] rendere comune a qno o qsa altro; trasmettere, diffondere (anche pron.).

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 5, pag. 12.6: Dio ène fontana e principio d'ogne cortesia e bontà, (et) è essa bontà astracta, e 'l bene per sé medesmo si comunica e spargesi...

[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 22, pag. 113.30: Maggiormente è ancora de la sapienzia e del diletto spirituale, che ssi comunica a tutti...

[3] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 11, pag. 224.17: e come lo suo nobile nome [[Filosofia]] per consuetudine è comunicato alle scienze...

[4] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 5, pag. 47, col. 22.9: L'huomo non può per dolore morire se 'l dolore non si communica a' sentimenti e alle parti sensitive del corpo.

[5] Jacopo Passavanti, Tratt. scienza, c. 1355 (fior.), pag. 292.11: E come il prelato e 'l predicatore c'ha la scienzia della legge, la comunica utilmente e fruttuosamente al popolo, predicando, consigliando, correggendo e ammaestrando...

3 Mettere in comune verbalmente, rendere noto, far conoscere.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 7, pag. 12.15: Ma acciocch'i' non abbia apparato sol per me io comunicherò teco tre cose nobili, che mi sono venute alle mani quasi d'una medesima sentenza...

[2] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 13, pag. 91, col. 18.13: Io non ne scrivo né voglio che questo tractato si comunichi a huomini nuovi e inexperti di spirito...

[3] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 141-50, pag. 61.17: E per ciò che io portava sempre opinione e porto che amore discoperto o sia pieno di mille noie o non possa ad alcun disiderato effetto pervenire, avendo meco disposto del tutto di non comunicare questo con persona in guisa niuna...

- [In partic. un contenuto segreto o riservato].

[4] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 5 parr. 1-4, pag. 20.1: Allora mi confortai molto, assicurandomi che lo mio secreto non era comunicato lo giorno altrui per mia vista.

[5] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 433.17: lo speculo dela 'ntelletuale nostra mente tuctor veghia e difina e ditermina e raporta l'un l'autro, le piò segrete cose di nostre interiora participando e 'nsieme comunicando.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, X, 3, pag. 646.27: E con questo impeto levatosi, senza comunicare il suo consiglio a alcuno, con poca compagnia montato a cavallo dopo il terzo dì dove Natan dimorava pervenne...

- Sost.

[7] Bart. Cast. Pieve, Due sonn., c. 1370 (tosc./umbr.), 139a.8, pag. 129: La chiara altezza de l'ingegno vostro, / la moral vita e la fama eccellente / hann<o> a la penna mia piú reverente / data licenza del presente incostro; / e, discoletto assai piú ch'io non mostro, / con om tant'autr<o> ed a saper possente / mi movo acciò che, se ragion consente, / materia sia del comunicar nostro.

3.1 Avere scambi verbali.

[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 19, pag. 5.4: quantunque in volgare scritto sia, nel quale pare che comunichino le feminette, egli [[lo stilo della presente opera]] è nondimeno ornato e leggiadro e sublime...

4 [Relig.] Ricevere l'eucaristia (anche pron.).

[1] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 254, pag. 28: et tuttavia se giva orando / et ad Deu se pigitanno, / et senpre gia communicanno, / sì cket certo servìo tantu / puro et munnu et bellu sanza vitio, / ket multu pl[aque] ad Deu lu so servitio.

[2] Stat. fior., 1294, pag. 662.12: E che si comunichi due volte il meno, una per la pasqua de la Risurrectione del nostro Semgnore Gesu Cristo o per quella de la Sua Natività...

[3] Stat. prat., 1295, pag. 448.15: Anco ordinamo che ogni mesi una volta debbiano fare dire una messa la seççaia domenica del mese, e debbianvi ess(er)e tutti quelli della Compagnia; e quelli che ssi sentono acconci di comunicare, si debbiano comunicare i(n)sieme a questa cotale messa...

[4] Stat. sen., 1295, cap. 7, pag. 8.10: Anco, che ciascuno de' frategli sia tenuto e debba confessarsi d'ogni XV dì una volta almeno, e comunicare tre volte l'anno ne' luogo de la Compagnia...

[5] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 190.9: Questo Philippo più vetchio in tanto era confirmado in la fe' de Cristo, che promta mente confessando li suoi peccadi, in la festa de Pasqua denanzi da tuto el puovolo el comunegasse.

[6] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 193, pag. 134.14: Se alchuno per zelo de iustixia refuda lo corpo de Criste da lor credando k'el se comunica zaschauno dì per la bocca de li previdi li quay in un corpo e una cossa con luy per la unitade de la Giexa, eo crezo k'el se salva.

[7] Armannino, Fiorita (12), p. 1325 (abruzz.), pag. 541.16: Custui fu christianissimo e ogni anno se volea comunicare e diligentemente se confessava.

[8] Stat. assis., 1329, cap. 3, pag. 165.35: Etiamdio ciaschuno sia tenuto almeno doye volte l'anno pilglare el corpo de Christo, cioè la Natività de Christo e la Resurrectione. E niuno ce remangha che no comuneche sença lecientia del priore...

[9] Stat. moden., 1335, cap. 11 rubr., pag. 377.15: Quando le persone de la compagnia se denno comunigare.

[10] Doc. pist., 1337-42, pag. 127.27: E de dare, che diedi a prete Ghindo per libre una di chandele, che disse che lle conperò quando messer Cino si comunichò, s. vij.

[11] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 26, pag. 142.7: Or' avvenne ch'uno sabato dovendoci noi partire lo dì seguente, entrammo nella sinagoga per comunicare.

[12] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 15, pag. 72.3: çaschun vendeva çò ch'el aveva al mondo e meteva a comun, ogne dì continuo comuniavan tuti d'un pan e d'un calexo...

[13] Stat. palerm., 1343, cap. 4, pag. 13.19: Et chascunu sia tinutu di confissarisi dui volti lu misi, oy una per lu mancu; e tri volti l'annu cumunicarisi...

[14] Stat. catan., c. 1344, cap. 6, pag. 34.24: Ancora chasquidunu monachu professu si comuniki omni dominica...

[15] Stat. cort., a. 1345, cap. 8, pag. 132.25: et puoi se debia confessare una volta el mese, et quanto più pò spesso covonevolemente, et comunicarse elle solenitade de l'anno...

[16] Stat. viterb., c. 1345, pag. 159.1: Et ancora si deiano communicare quatro fiate l'anno...

[17] Stat. volt., 1348, cap. 12 rubr., pag. 23.19: Che ciascheduno dicha e paternostri che dice qui di sotto, e che si debba comunicare due volte l'anno...

[18] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), pt. 3, 32, pag. 57.17: «No te meraveiar, dise lo cavo, che Deo no sosten che la mia anema se parta de fin ch'eo averò comunigato de man de prevede.»

[19] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 8, pag. 32.7: In per zo illi appiru ricursu a Deu et confissarusi et comunicarusi et dispossirusi tutti a la voluntati di Deu...

[20] San Brendano ven., XIV, pag. 68.8: E eli siando retornadi in un luogo, l'abado comandà che lo so 'fizio se diebia far là e cantar la mesa e far comunegar e consolazion de conpagnia...

[21] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 191.6: Missore Ranallo delli Orsini e alcuno aitro, perché la dimane per tiempo avevano manicate le ficora fiesche, non se potiero communicare.

[22] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 1, pag. 213.11: Ma a quelo santissimo sagramento, quando tempo vegnerae de comunigarse, diligentemente se apresti çaschauno...

[23] Stat. castell., XIV sm., pag. 144.5: almeno una volta l'a(n)no sia tenuto de comunicare, et quessta sia en la Resuressione del nostro Singnore (Gesù) (Cristo) crucifisso...

- Sost.

[24] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 5, pag. 669.11: La comunione si vorrebbe fare [[...]] tanto spesso quanto se ne vede utile o crescere piú in virtú. Onde lo spesso comunicare non lodo né vitupero.

4.1 [Relig.] Somministrare l'eucaristia.

[1] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 6, pag. 493.20: In constume aveva questa abbadessa di comunicarsi ogne semmana; ma ora l'aveva dimenticato per lo Nemico unde ella era ingombrata; e tanto, che 'l cappellano che la soleva comunicare lo seppe.

[2] Doc. sen., 1325, pag. 74.4: Anco, tre sciugatoi, e panni in quel numero, brustati e frangiati, i quali stanno e sono da tenere sull'altare. Anco, due tovaglie da comunicare con verghe nere.

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di s. Maria Egiziaca, cap. 3, pag. 210.20: E dette queste parole disse il Credo in Deo e 'l Paternostro a petizione di Maria, e dielle pace, e poi la comunicò.

[4] Stat. lucch., XIV pm., pag. 74.16: inprima si confessi delle suo peccata al preite et religiosamente sia comunicato...

[5] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 3, pag. 163.14: e poa, metandoge lo corpo de Criste in boca e comunigandolo, sì li rendé la parola.

[6] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 10, pag. 26.34: e la matina lo priore canta la santa mesa e comuniga l'omo ki vole intrare in lo Purgatorio e dagi de l'aqua santa e la benedictione...

[7] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 10, pag. 37.22: El gene ponè pena de questo e de tuti i altri so peccadi, e menàlo inançi l'altaro e comunigàlo.

4.2 [Rif. ad altre religioni:] partecipare con altre persone a un'offerta o pasto rituale.

[1] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 32, pag. 152.4: çascaun chi mangiava le viande del so' descho comunicava con gl'ydole mangiando de quî cibi consegrai a lor moho.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 32, pag. 152.6: [2] Ma hi tri pueri chi adoravan un De' vivo e vraxo son issa metui a tal partio strechio ch'el ghe coven mangiar e comuniar d'i lor sacrificij e far reverencia al spirito malegno...

[u.r. 12.11.2020]