0.1 desedradha, desideradi, desiderata, desiderate, desiderati, desideratissima, desideratissimi, desideratissimo, desiderato, desideratu, desidrato, desirada, dexiraa, disedrada, disiderata, disiderate, disiderati, disideratissimo, disiderato.
0.2 V. desiderare.
0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Doc. lucch., 1336; Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.); Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.).
In testi sett.: Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Arte Am. Ovid. (D), XIV pm. (ven.).
In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).
0.5 Anche s.f. (desiderata).
0.7 1 [Con valore oggettivo:] che è oggetto di un moto appetitivo dell'animo o di un'intenzione; bramato, agognato; atteso. 1.1 [In partic., rif. a persona:] che è oggetto di affetto o di passione amorosa; amato; diletto, caro. 1.2 Che provoca piacere, gradito. 1.3 Sost. Il paradiso (inteso come luogo cui aspirano le anime giuste)? 2 [Con valore soggettivo:] acceso di passione; desideroso, bramoso (detto dell'amore, rif. alla volontà di congiungimento con l'essere amato). 2.1 Ingordo di cibo, vorace.
0.8 Francesco Sestito 18.07.2004.
1 [Con valore oggettivo:] che è oggetto di un moto appetitivo dell'animo o di un'intenzione; bramato, agognato; atteso.
[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 167.8: Le cose desiderate dilettano più che quelle che l'uomo ha continuamente.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura rubra, 314, pag. 144: Oi lassa mi cativa grama desconsoradha, / A mi no vor venir la morte desedradha.
[3] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 4, pag. 9.9: E sai bene come la vaga Ventura m'avea allargata la mano sua, e arricchito di doni suoi desiderati e goliati...
[4] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 94.12: Ora s'aparechia el dì desiderato che li dei ci hanno promesso...
[5] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 10, pag. 212.11: quanto la cosa desiderata più appropinqua al desiderante, tanto lo desiderio è maggiore, e l'anima, più passionata, più sé unisce alla parte concupiscibile e più abandona la ragione.
[6] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 15.15: Nella notte s'apparecchia d'uccidere me grave di sonno con morte non disiderata: e questa pruova di verità piace a lui.
[7] Doc. lucch., 1336, (1336) lettera 02, pag. 306.19: acciò che la buona risposta di messer Mastino abbia desiderato effecto, voi preghiamo quanto possiamo che voi sollicitamente la sua signoria per nostra parte preghiate...
[8] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 11, pag. 189.9: Ma kisti sunu li nostri turnamenti et li desiderati triumphi?
[9] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 23, pag. 113.12: Cristo a la fine del so' partir dal corpo vegnua la soa hora tanto dexiraa tanto aspichiaa tanto mentoaa el disse al pare...
[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 172, pag. 308.2: et pucilo, et vede(r)ai l'op(er)a d(e)side(r)ata.
1.1 [In partic., rif. a persona:] che è oggetto di affetto o di passione amorosa; amato; diletto, caro.
[1] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Aconzio, pag. 193.22: Io non sono malizioso per uso nè per natura; ma tu, desiderata donzella, mi fai ingegnoso...
[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 84, pag. 659.4: Egli si vede la disiderata Biancifiore sposa, e di nobile stirpe, a lui ignota nel principio dello innamoramento, discesa, e di lei un bellissimo figliuolo.
[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 41.4: Io non aveva alcuna speranza di vedere l'antica patria mia, nè i dolci figliuoli, nè il desiderato padre mio...
[4] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 9, pag. 45.8: Voi siete fratelli miei carissimi e desideratissimi, mio gaudio e mia corona; e questa è mia allegrezza, che voi siete perfetti e perseveriate in Dio.
- [Al grado superlativo, per esprimere ammirazione e stima].
[5] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 78, pag. 196.10: per ciò che voi sete tutto giorno stato lo più meraviglioso huomo et lo più disiderato et lo più bene aventuroso del mondo...
1.1.1 [Nel linguaggio mistico, rif. a Cristo, sposo con cui si brama congiungimento].
[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 17.199, pag. 253: Donami, Iesù desiderato, / di te amoroso dolce assagiare; / per te, sovr'ogne cibo dilicato, / di tucto 'l mondo voglio digiunare...
[2] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 2, 2, pag. 44, col. 2.5: acciocchè per molte affezioni e continuati desiderii molto tempo trovando il desiderato sposo dice maravigliandosi per l'allegrezza...
[1] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Ag 2, vol. 8, pag. 315.12: E moverò le genti; e verrà il Desiderato da tutte le genti; ed empierò questa casa di gloria, dice il Signore degli esèrciti.
1.1.3 S.f. Cosa desiderata, ciò che si chiede.
[1] Patto Aleppo, 1207-1208 (ven.), pag. 23.14: Lo Deo grando sia regraciado. Scrise la honorança et la grandeça, e la riquerida et la disedrada, e lo fator; et d'elo sol, et gr(ati)a Deo, fo fate queste letere en quarto et octavo de lo mese de dciiij anni de lo p(ro)feta. Eo regratio Deo solo, e Deo sia co(n) noi, e la soa beneson.
1.2 Che provoca piacere, gradito.
[1] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 84.27: e l'amata oda sempre suoni desiderati. || Cfr. Ov., Ars am., II, 156: «Audiat optatos semper amica sonos».
1.3 Sost. Il paradiso (inteso come luogo cui aspirano le anime giuste)?
[1] Laude tosc., XIII ex., 1.96, pag. 46: co li angeli saranno acompagnati / iubilando nel desiderato; / li angeli vederanno in delectança, / di melodie cantando in iubilança...
2 [Con valore soggettivo:] acceso di passione; desideroso, bramoso (detto dell'amore, rif. alla volontà di congiungimento con l'essere amato).
[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 305.18: Onde Oloferne veduta Judit, d'amore carnale preso fue, onde credendo che la detta Judit fosse a lui congiunta con disiderato amore, e simile al suo...
[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 48, pag. 80.9: perqué elo vedeva del tuto apertamente qu'ella era arssa e desirada de Tristan.
- [Nel linguaggio mistico, rif. all'amore per Cristo].
[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 10, pag. 128.16: Quanta riverensia donque, quanta, e quanto desideratissimo tutto amore in tutti tenpi rendere Lui dovete de tutta la vostra vita, incioch'El vi degniò eleggiere sponse suoie?
[1] Rim. Am. Ovid. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), pag. 445.2: Lo studio di pigliare la alite fa pro, avegna che sia picciolo studio a pigliarla [[...]], overo fare li ritorti ami, ficcatovi cibi, i quali il divorace pesce inghiotta con disiderata bocca... || Cfr. Ov., Rem. Am., 209: « quae piscis edax avido male devoret ore».
[u.r. 18.05.2023]