0.1 derada, deradare, deradata, dirada, diradale, diradando, diradandole, diradar, diradare, diradato, diradi.
0.2 DEI s.v. diradare (lat. disrarare).
0.3 Restoro d'Arzzo, 1282 (aret.): 1.
0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Dante, Commedia, a. 1321; Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).
0.7 1 Diventare o rendere meno folto, spesso, sodo o denso (anche pron.).
0.8 Massimiliano Chiamenti 28.09.2004.
1 Diventare o rendere meno folto, spesso, sodo o denso (anche pron.).
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 1, cap. 3, pag. 144.21: e anco secondo lo semenatore che lavora lo campo ch'era sodo, che 'l derada e ensollescelo collo lavorio perché la radice de la semente li possa mellio entrare; e anco perché l'acqua e l'aere li possa mellio entrare per crésciare e per inumedire la radice de la planta.
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 6, pag. 94.13: sì ke in processo de tempo è cascioni per l'apertione dei pori (et) de l'arçente caldo de deradare (et) cadere ei capelli (et) incalvare el capo.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 1.123, vol. 2, pag. 17: Quando noi fummo là 've la rugiada / pugna col sole, per essere in parte / dove, ad orezza, poco si dirada...
[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 17.5, vol. 2, pag. 279: Ricorditi, lettor, se mai ne l'alpe / ti colse nebbia per la qual vedessi / non altrimenti che per pelle talpe, / come, quando i vapori umidi e spessi / a diradar cominciansi, la spera / del sol debilemente entra per essi...
[5] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 7, cap. 5, pag. 206.8: Agual si voglion trascegliere le mele, e le pere nell'arbore, là ove 'l ramo n' ha tante che al maturar nocessero, gittandone le cattive in terra, e diradandole.
[6] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 31, 28-39, pag. 787.38: et erano sì grandi, che parean torri. Come, quando la nebbia si dissipa; fa qui una similitudine che, come quando la nebbia si dirada...
[7] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 1, 121-129, pag. 28.40: quello che noi diciamo rezzo, altri dicono dorezza, poco si dirada; ecco in che modo si disfà la rugiada; cioè che si dirada come l'umore tirato insù dal sole.