0.1 libbito, libito, llibito.
0.2 DEI s.v. libito (lat. libitum).
0.3 Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.): 1.
0.4 In testi tosc.: Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.); Dante, Commedia, a. 1321.
In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
0.5 Locuz. e fras. a libito 2.
0.8 Rossella Mosti 20.10.2004.
1 Ciò che piace; piacere desiderato.
[1] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 437.6: O scolaro e mal discepulo, che ora è questa di venire a scuola? Ve' la tenerità tua! U' mellio potea commettere le mie inposte! Com' male tue ài uçato lo licensato e sciolto libbito che 'l mio Signore ti diè!
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 31.42, vol. 3, pag. 513: Certo tra esso e 'l gaudio mi facea / libito non udire e starmi muto.
[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 5, 52-69, pag. 150, col. 1.11: Questa Sammiramis [[...]] sí fe' statuto e ordenamento, o vero constituí lege, che zascuno e zascuna podesse licitamente luxuriare con cui li piaxesse: sí ch'ella fe' so libito licito in lege, solo per tôrs'el biaxemo...
2 Locuz. avv. A libito: a piacimento, a libero arbitrio.
[1] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 16: e lle più care e dilicate vivande volevano per loro vita, e a llibito si maritavano, vestendo le fanti e lle vili femine tutte le care e belle robe delle orrevoli donne morte.
[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 9.8, pag. 451: Gran giganti, con forza e con ingiuria / a libito viveano e senza legge, / pien di superbia e d'ogni matta furia.
[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II, 38.82, pag. 209: Morto ne venne l'alto re Artù, / con cento milia cavalier pregiati, / seguendo i tuoi agguati, / sempre l'un l'altro a libito sconfisse...
[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 303.14, pag. 367: Se fonte o albuscello alcun m'aombra, / la fama può mentir<e>, ma sozzi o belli, / a libito prendete e frutti e onde.
[u.r. 15.02.2007]