MUSCIA s.f.

0.1 muscia.

0.2 DEI s.v. mùcia («da muci, voce con la quale si chiama il gatto»).

0.3 Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.).

0.6 A Jacomo Tolomei, Le favole, a. 1290 (sen.>trevis.): Muscia strega, ch'è fatto, d'om, gatta.

N Doc. esaustiva.

0.7 1 [Zool.] Lo stesso che gatto (anche come voce di richiamo del gatto).

0.8 Pär Larson 25.02.2004.

1 [Zool.] Lo stesso che gatto (anche come voce di richiamo del gatto).

[1] Gl Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 28, vol. 3, pag. 74.1: li Aretini cavalcaro guastando e ardendo in sul contado di Perugia per V dì, e fuoro infino a le forche di Perugia presso a la città a due miglia; e per diligione de' Perugini v'impiccarono de' Perugini presi colla gatta, overo muscia, al lato, e colle lasche del lago infilzate pendenti dal braghiere dell'impiccati.

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 187, pag. 462.31: Essendo adunque il piovano, messer Dolcibene, e altri, fra l' altre vivande recandosi la crosta della gattaconiglio, ella fu sì buona che messer Dolcibene ne mangiò più che niuno. Come la crosta fu mangiata, e 'l piovano con gli altri cominciano a chiamare: «muscia»; e chi miagolava, come fa la gatta.

[u.r. 07.02.2007]