0.1 discarno.
0.2 Da carne.
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).
0.5 Solo pron.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Perdere la carne, le rotondità; dimagrire.
0.8 Maria Clotilde Camboni 27.09.2004.
1 Perdere la carne, le rotondità; dimagrire.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.69, vol. 1, pag. 515: / Li ruscelletti che d'i verdi colli / del Casentin discendon giuso in Arno, / faccendo i lor canali freddi e molli, / sempre mi stanno innanzi, e non indarno, / ché l'imagine lor vie più m'asciuga / che 'l male ond'io nel volto mi discarno.
[2] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 30, pag. 445.19: la imagine de la aqua me assuga più, idest diseca, Che 'l mal ond'io nel volto mi discarno, idest dimagrisco.
[3] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 58-69, pag. 771.2: Che il male; cioè la infermità, onde nel viso mi discarno; cioè per la quale nel volto mi consumo, e viene meno la carne; e questo dice, perché l'idropico, benché enfi il ventre, dimagra nel volto.