DILEGGIATO agg./s.m.

0.1 delegiata, delegiato, dellegiata, dileggiate, dileggiati, dileggiato.

0.2 V. dileggiare.

0.3 <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>; Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).

0.7 1 Sfacciatamente offensivo della morale comune. 1.1 Sost. Persona spregiudicata e senza rispetto. 2 Di indole e comportamento iniqui e scellerati.

0.8 Roberta Maschi 10.08.2004.

1 Sfacciatamente offensivo della morale comune.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 85.34: ch'elle siano d'onesto e semplice riguardo, cioè a dire umili, e vergognose, e non isfacciate, e dileggiate come sono le folli femine...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 442.15: per li peccati di quelle femine dileggiate, e delli loro mariti che a cciò assentono, Iddio manderàe loro guerra...

[3] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 5, vol. 2, pag. 285.11: Iacopo, come uomo di vita dileggiata e disonesta, si tolse per moglie una femina mondana...

[4] A. Pucci, Apollonio, a. 1388 (fior.>tosc. or.-merid.), 4.176, pag. 46: uno suo fante alor ebbe chiamato / che in femine era molto delegiato...

1.1 Sost. Persona spregiudicata e senza rispetto.

[1] F Giordano da Pisa, Prediche, 1303-09 (pis.>fior.): dicea una volta uno dileggiato, che volea mettere i Frati nella prima schiera a combattere co' ferri. || Moreni, pag. 217.

2 Di indole e comportamento iniqui e scellerati.

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 121-129, pag. 590, col. 1.7: Vanni figlolo de messer Fuzo di Lazari, bastardo, era molto delegiata persona.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 145, vol. 1, pag. 619.4: uomeni dileggiati e sanza ragione, si misero a rompere le triegue, e rubare, e uccidere...

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 50, vol. 3, pag. 108.18: Alberto e Mastino, felli e dileggiati con ogni abominevole vizio che fossono in tutta Italia...

[4] Fazio degli Uberti, Rime pol., c. 1335-p. 1355 (tosc.), 6.72, pag. 36: io che penso a Soddoma e Gomorra / come l'alta giustizia le disfece, / per l'opre scure e biece / del maladetto e dileggiato stuolo...

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1059, pag. 245: quella gente era sì dellegiata, / Che non se potea fidare in loro persona nata...

[6] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 24, 121-129, pag. 630.18: Vanni [[...]] era chiamato Bestia per nomignuolo, perch'era molto dileggiato e vivea bestialmente, e più volte per omicidi fu sbandito di Pistoia...

[u.r. 20.04.2010]