0.1 deiforme, deïforme, deiformi.
0.2 DELI 2 s.v. deiforme (lat. tardo deiformem).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.8 Maria Carosella 16.11.2004.
[1] F Donato degli Albanzani, De viris illustribus volg., XIV sm. (tosc.), Scipione Africano: e apparire deiforme uno giovane romano, il quale vinceva ogni cosa con le armi e non meno con la mansuetudine e con la cortesia. || Razzolini, Vite, vol. I, p. 469.
2 Conforme alla natura di Dio.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 2.20, vol. 3, pag. 23: La concreata e perpetüa sete / del deïforme regno cen portava / veloci quasi come 'l ciel vedete.
[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 28, proemio, pag. 604.22: Gerarchia è ordine divino, scienza, e atto deiforme, quanto possibile è, simigliante a lui...
[3] Gl Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 25, vol. 1, pag. 200.11: deono li ministri di Dio essere per spirito deiformi, cioè assimigliarsi al Signore Dio, cui sono ministri.
[u.r. 19.01.2010]