DIÀVOLO (1) s.m.

0.1 deables, diable, diables, diabole, diaboli, dïaboli, diabolo, diabolu, dïabolu, diabulo, diabulu, diaule, diauli, diaulo, diavalo, diavo, diavoil, diavol, diavol', dïavol, diavole, diavoli, dïavoli, diavollo, diavolly, diavolo, diavolò, dïavolo, diavols, diavolu, dïavolu, diavoro, dïavro, diavuli, diavulu, dievole, dyabole, dyauli, dyavol, dyavole, dyavolo, dyavulu.

0.2 DELI 2 s.v. diavolo (lat. crist. diabolum).

0.3 Formula di confessione umbra, 1065 (norc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Lucidario lucch., XIII/XIV.

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Caducità , XIII (ver.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Lett. bologn., XIV pm.

In testi mediani e merid.: Formula di confessione umbra, 1065 (norc.); Scongiuro aquin., XIII pm.; St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. assis., 1329; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Ingiurie recan., 1351-96; Stat. cass., XIV; Gloss. lat.-eugub., XIV sm.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. accomandare al diavolo 1.15; al nome del diavolo 7.1; amico del diavolo 1.1; arte del diavolo 2.1; avere il diavolo in corpo 2.2; avere mille diavoli addosso 2.2; casa del diavolo 1.2; corte del diavolo 1.2; città del diavolo 1.2; dare luogo al diavolo 1.3; darsi al diavolo 1.3; del diavolo 1.10; discepolo del diavolo 1.1; dispiacere più che il diavolo 1.11; essere cacciati da mille diavoli 1.1.8; essere circondato da diavoli 2.2; essere meglio stare con i diavoli 1.1.8; essere nemico come il diavolo delle croci 1.12; essere portato dal diavolo 2.2; essere portato da mille paia di diavoli 2.2; essere preso dal diavolo per la coda 1.5; fare il diavolo 4.1; fare luogo al diavolo 1.3; figlio del diavolo 1.1; fuggire come il diavolo 1.13; fuggire come se si fosse perseguitati da centomila diavoli 1.1.8; fuggire come se si vedesse il diavolo 1.1.8; il diavolo ti ci reca 7.3; raccomandare al diavolo 1.15; regno del diavolo 1.2; sapere dove il diavolo tiene la coda 1.6; senza dire a Dio e a diavolo 1.4; servo del diavolo 1.1; sia col nome del diavolo 7.1; uomo del diavolo 1.1; va' col diavolo 7.4; va diavolo 7.2; voler piuttosto essere sotto il diavolo dell'inferno 1.1.8.

0.6 T Doc. sen., 1231-32: Brunecto da Dievole.

0.7 1 [Nella teologia cristiana:] signore del peccato, del male e della tentazione, spesso identificato con l'angelo caduto Lucifero. 1.1 Fras. Amico, discepolo, figlio, servo, uomo del diavolo: persona dedita al male, creatura malvagia, peccatore. 1.2 Fras. Corte, città , regno del diavolo: inferno, dimora del diavolo e sede del male e del peccato. 1.3 Fras. Darsi, dare luogo al diavolo (e sim.): darsi, cedere al peccato. 1.4 Fras. Senza dire a Dio e a diavolo: senza far motto. 1.5 Fras. Essere preso dal diavolo per la coda. 1.6 Fras. Sapere dove il diavolo tiene la coda: essere astuto. 1.7 [Prov.] Il diavolo non è nero come si dipinge. 1.8 [Per antonomasia, in costr. iperboliche]. 1.9 [Astr.] Capo di diavolo: traduce il nome persiano di una costellazione. 1.10 Fras. Del diavolo (per significare perfidia o grande sgradevolezza). 1.11 Fras. Dispiacere più che il diavolo. 1.12 Fras. Essere nemico come il diavolo delle croci. 1.13 Fras. Fuggire come il diavolo (e sim.): scappare a gambe levate. 1.14 Preferire essere sotto il diavolo (e sim.). 1.15 Fras. Raccomandare, accomandare al diavolo: maledire, mandare in malora. 1.16 Fig. [Per indicare di volta in volta il peccato, la tentazione, la discordia]. 2 Spirito maligno, abitatore dell'Inferno e passibile di essere evocato mediante negromanzia; spirito capace di possedere un essere umano. 2.1 Fras. Arte del diavolo (e sim.): negromanzia, magia nera. 2.2 [Con espl. rif. ad uno stato di possessione diabolica]. 2.3 [Per cattiva traduzione dal lat., per indicare lo spirito]. 3 Fig. [Con rif. alla proverbiale bruttezza del diavolo:] persona di aspetto orripilante. 4 Fig. [Per indicare persona che condivide, almeno in parte, le caratteristiche morali del diavolo]. 4.1 Fras. Fare il diavolo: fare scalpore, dare scandalo. 5 [Con doppio senso osceno, per indicare il membro virile]. 6 [Pleonastico, unito all'interrog]. 7 Escl. 7.1 Locuz. escl. Al nome del diavolo; col nome del diavolo. 7.2 Locuz. escl. Va diabolo. 7.3 Fras. Il diavolo ti ci reca: [con rif. al grave ritardo della persona cui ci si rivolge]. 7.4 Fras. Va' col diavolo. 8 Signif. non accertato.

0.8 Elisa Guadagnini 07.04.2004.

1 [Nella teologia cristiana:] signore del peccato, del male e della tentazione, spesso identificato con l'angelo caduto Lucifero.

[1] Formula di confessione umbra, 1065 (norc.), pag. 101.27: S(e) (t)tou iudiciu ène ke tu ad altra penit(entia) n(on) poze accor(r)ere, c(on) q(ue)sta penit(entia) (et) coll'altre ke tu ài levate sì sie tu rapp(re)sentatu an(te) c(on)spectu D(e)i, ke lu diabolu n(on) te nde poza accusare ke ttu nde n(on) sie pent(utu).

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 280, pag. 571: Lo serpent venenoso êl cor porta grand ira: / maior la porta femena qe 'l dïavol enspira.

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 27, pag. 97.10: Et Domeneddio disse: che 'l diavolo è padre de la bugia e de la menziognia.

[4] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2292, pag. 70: «Maledicti, andaven via / In quela grande tenebria, / Entro lo fogo eternale! / Ke sempre mai deví lí stare / Cum lo falso crudel inimigo, / Lo diabolo vegio antigo.

[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. IV, cap. 23: abbiate li piei calsati in delo apparecchiame(n)to delo Va(n)gelio dela pace, p(re)ndendo in o(n)gna cosa lo scudo dela fede col quale voi possiate spe(n)gnare et ritussare le saiecte del diaule...

[6] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 33, pag. 487.8: In questo mezzo per maligna fattura del diavolo [[...]] altro macchinamento trovò, per lo quale per li detti imperadori cristiani tormentò la Chiesa di Cristo.

[7] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 1, cap. 3, pag. 139.16: el peccato àe nascimento dal consentimento el quale procede da la rasgione, onde el diabolo tempta, la sensualità delecta, la rascione consente e così el peccato è conpiuto...

[8] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 1, pag. 222.25: et descenderunt in infernum viventes, e seran adesmai ob lo mal angel, qui chai de cel, zo est lo deables.

[9] Caducità , XIII (ver.), 311, pag. 665: Mo en questo çog<o> sì pendo un grevo fato, / ke tu no fai segundo Deo bon trato: / lo dïavol<o> ven, sì te diso «Scacho», / né tu no 'l pòi mendar, k'el è çà mato.

[10] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 13, pag. 46.6: P[er] la caritate lo figlolo de Deo desesse de celo e per la pacientia soperclao lo diavolo.

[11] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.32, pag. 10: «Da lo 'nferno ricastela questa veste penosa; / tesseola lo diavolo de pili de spinosa; / onne pelo pareme una vespa aguigliosa; / nulla ce trovo posa, tanto dura me pare».

[12] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 54, pag. 72.9: E cusì similiante denno fare tutti li homini quando sono in de la fede de Dio, che dimorano securi sotto l'umbra sua dallo inimico diaule, non si denno tollere di quella per nulla altra intentione del diaboli, né per desiderio del mondo; li quali sì se ne parteno per nullo ditto d'intentione, vanno con lo inimico suo, cioè lo diavolo, lo quale li occide e menali in de li ternali tormenti.

[13] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 212.32: chossì beffado del Dyavolo, conzò fosse che molti beni elo l'imprometesse in ploxor anni, el terzo dì subita mente el fo morto.

[14] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 15.14: Bel padre dilibera noi del malvagio, cioè del diavolo, e de' suoi ingegni, sicchè noi non perdiamo per orgoglio i beni che tu hai donati.

[15] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 701, pag. 42: Tucti nui pregémola che ne déa soa gloria, / che giammay lu diavolu no agia de nui victoria...

[16] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 2, quaestio 3, pag. 138.21: \D.\ Qual è quello k'è actore del peccado, l'omo on lo diavolo? \M.\ L'omo è actore e lo diavolo è abraxador.

[17] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.278, pag. 316: E lo diavoro fa atretar, / encomenzando de tentar, / che tosto un peccao acende / chi da primer no se defende.

[18] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.22, pag. 150.25: Perchè i giovani è più agevole a ingannare che i vecchi, il diavolo, accrescitore de' mali, si fece da una brigata di giovani che cavalcavano insieme...

[19] Stat. assis., 1329, cap. 7, pag. 168.34: Ordenamo e dicemo che qualunqua della fraterneta nostra per istigatione del diavolo mortalmente peccarà, cioè de peccato carnale, [[...]] da lì enante della nostra fraterneta al postucto sia extolto.

[20] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 22, pag. 300.11: [25] Lo seminatore di malitie, ciò è lo diaule, connove bene che -l cuore li andava mutando per le paraulle dela femina, e ebbene molto grande gaugio.

[21] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 46, pag. 175.1: prigare Deu pir li inimichi non è autru, sicundu ki dichi sanctu Paulu, si non prigare Deu 'ki loru dunni penitencia, e ki canuschanu la veritate et abandugninu li lacci de lu diabulu, de li quali su allaczati a ffare la voluntate de lu demoniu'.

[22] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 3, pag. 13.8: E questa è la gran virtue, la fé con santitae, la qual nessun pò tor per força né contra voluntae de quel chi l'à, no eciande' lo nostro inimigo vegio e falço dyavol, se quel chi la ten e possege no la vol perder né trahir sì meesmo.

[23] Lett. bologn., XIV pm., pag. 54.21: Lo diavolo sì mete li mali penseri nel core, mo in podestate del corpo sì è lo consentire. Molto speso gle cosente; de [di]avolo gl'è bene speso ogni tribulatione.

[24] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1075, pag. 249: Ancora vi vollio dicere de alcuno sbenturato / Che nacque in male punto, che dé essere dannato, / Che sempre allo male fare sta più ostinato: / Non fina lo diabolo per fi che l'agia scirvicato!

[25] Legg. Sento Alban, c. 1370 (venez.), pag. 71.6: E siando el pare e la mare de Alban colegadi per dormir, et echo el diavolo, che meno dorme, se pensà de far çacer el pare e la fia in lo vechio pecado.

[26] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 2, vol. 2, pag. 53.5: Dicunt li exposituri ki lu diavulu vidia ki in Cristu non era alcunu peccatu...

[27] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 281, pag. 311.8: Quegli che del loro peccato si vantano sono chiamati ministri del diavolo; ché tutto il male aviene per lo tentamento del diavolo; e quelli che si vanta di quello che il diavolo à fatto, questi è diritto ch'elli sia chiamato ministro del diavolo, ch'egli avezza la gente all'opere del diavolo.

[28] Stat. cass., XIV, pag. 114.18: Et p(ri)mu oranu i(n)semy, et così se r(e)cepanu i(n) osculo de la pace, lu quale osculu no(n) ly sia datu nante che sia facta la or(aci)one p(er) lu gabamentu de lu diabolu.

[29] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Gb 3, vol. 5, pag. 15.13: [8] Maledicano lei coloro che maledicono lo dì, i quali sono apparecchiati di suscitare Leviatan, cioè il diavolo.

- Diavolo satanasso.

[30] Lib. Antichr., XIII t.q. (ven.eug.>umbr.-march.), 256, pag. 112: A folco fato andaremo a quel latro, / ad Antechristo dïavolu satanasio: / façamo bataia e sì li talia lo cavo, / per Deu temur manemo en caritae».

[31] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 962, pag. 55: Dis Margarita: 'Lo to de' / No pò vençer el corpo me'; / Quigi ke l'ora mateça fas, / Ke quell'è el diavolSatanas.'

[32] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 4096, pag. 157: L'inperador, che llo à aldio, / De inniquitade tuto se inprexe, / Con quello ch'avea luy palexe / Lo diavoloSatanas.

[33] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), cap. 31, pag. 72.37: quel dragone grande che si chiama diavolo e satanasso che inganna tutto il mondo...

1.1 Fras. Amico, discepolo, figlio, servo, uomo del diavolo: persona dedita al male, creatura malvagia, peccatore.

[1] Scongiuro aquin., XIII pm., 16, pag. 121, col. 1: «Que novella, Sistu?». / «Sire, ria: / ka lu fillu de diabulo, nepote de Silvano / à mocce[ca]tu lu christianu».

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 205.24: Saul se n'andòe in Ga[l]gala, ed una parte de l'oste tocca da Dio con lui; ma l'altra parte, figliuoli del diavolo, il disprezzarono.

[3] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 3, pag. 27.17: questi cotali sono figliuoli, e discepoli del diavolo, de' quali dice Cristo, che seminano zinzania, come quegli, che seminano pace, sono detti figliuoli di Dio.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 5, pag. 22.31: mete-te inance a gli oggi de la mente san Çuan Baptista al qual in preson fo segó via 'l colo, e quela sancta testa de tanto profeta e amigo de De' fo dachia in pagamento a la bruta luxuria, a una fantina çuglera e balarixe saltando a l'aynalda, figliola del dyavol.

[5] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. III (ii), par. 34, pag. 168.11: se [[qualunque uomo cade in peccato]] d'avere commesso quel peccato, per lo quale è servo del diavolo divenuto, si vuole riconoscere e per penitenzia riconciliarsi a Dio, che egli possa così uscire della detta prigione e ritornare in sua libertà...

[6] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 63, pag. 105.16: chi passerà sopra il debole ponte, egli sarà nimico di Dio e amico del diavolo, e sarà messo nel fuoco dello 'nferno per tutti i tenpi.

[7] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 287.4, pag. 336: «Pacifici beati» il vangelista / Mateo, che «vocabuntur filii Dei», / dunque per «e converso» sperar déi / chi del Diavol figliuolo nome acquista.

[8] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 10, pag. 36.22: Vegnù Teofilo al primo stao, el començà pensare del pecato so e como l'avea renegà Cristo e la soa fè et era fato servo del diavolo; e veçando el so perigolo fo pentì e metèsse in colpa.

[9] Bibbia (03), XIV-XV (tosc.), 2 Re 16, vol. 3, pag. 247.10: [7] E Semei, maledicendo il re, dicea così: èsciti fuori, vacci fuori, uomo di sangue, uomo del diavolo.

1.2 Fras. Corte, città , regno del diavolo: inferno, dimora del diavolo e sede del male e del peccato.

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 79.5: Dunque, nonn è da volere amare, po' ché l'entrata di quel luogo è da spaventare, la qual è asomigliata alla corte del diavolo.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 263.17: Ancora, la povertade è medicinale, ella purga il male dell'auro e dell'argento. Ella è fortezza de' Santi; li poveri rimagnono nella chiesa, quando li ricchi sono portati nel regno del diavolo.

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 119, S. Agostino, vol. 3, pag. 1059.10: Le quali due cittadi fanno a sé due amori, sì come elli dice in quel luogo; ché la città del diavolo sì si fa l'amore di se medesimo crescente infino a lo spregio di Dio, e la città di Cristo sì si fa l'amore di Dio crescente infino al dispregio di sé.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 26, pag. 126.20: la sancta scriptura chiama questa gran multitudin la gran Babylonia, citae del dyavol chi è mare e fontanna de tute le fornication e de tute le abomination e de tute le peccae de l'universa terra, citae de confusiò...

- Fras. Casa del diavolo.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 541.32: È il vero che l'amore il quale io vi porto è di tanta forza, che io non so come io mi nieghi cosa che voi vogliate che io faccia; e per ciò, se io ne dovessi per questo solo andare a casa del diavolo, sì son presto di farlo poi che vi piace.

1.3 Fras. Darsi, dare luogo al diavolo (e sim.): darsi, cedere al peccato.

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 19, pag. 154.27: bene è vero, che l'ozioso del cuor suo fa luogo al diavolo; e che esso diavolo, per giustissimo giudizio di Dio, faccia a quel tale luogo nell'inferno.

[2] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 3, cap. 4, pag. 63.11: Onde san Paolo ci ammaestra e dice: Nolite locum dare diabolo: Non vogliate dare luogo al diavolo.

[3] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), II, ott. 27.6, pag. 208: Ver'è, ch'ancora dicon come cani, / ch'al diavol si daran, per vendicarsi. / Ma se' Pisani al diavol si daranno, / i Fiorentini a Dio, e vinceranno.

1.4 Fras. Senza dire a Dio e a diavolo: senza far motto.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 3, pag. 519.36: «Calandrino, se tu avevi altra ira, tu non ci dovevi per ciò straziare come fatto hai; ché, poi sodotti ci avesti a cercar teco della pietra preziosa, senza dirci a Dio né a diavolo, a guisa di due becconi nel Mugnon ci lasciasti e venistitene, il che noi abbiamo forte per male; ma per certo questa fia la sezzaia che tu ci farai mai.»

1.5 Fras. Essere preso dal diavolo per la coda.

[1] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 35.42, pag. 87: Così vedrà, chi vuol udir sì l'oda, / Chi 'n questo vizio è molto avviluppato, / Esser preso dal diavol per la coda.

1.6 Fras. Sapere dove il diavolo tiene la coda: essere astuto.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 7, pag. 554.4: Così adunque alla stolta giovane adivenne delle sue beffe, non altramenti con uno scolare credendosi frascheggiare che con un altro avrebbe fatto, non sappiendo bene che essi, non dico tutti ma la maggior parte, sanno dove il diavolo tien la coda.

1.7 [Prov.] Il diavolo non è nero come si dipinge.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 133, pag. 294.8: Una cosa vi voglio dire come Uberto: il diavolo non è nero come si dipigne.

1.8 [Per antonomasia, in costr. iperboliche].

[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), III, ott. 6.8, pag. 40: gli occhi focosi e le vizze mascelle / avrebbon morto el diavolo a vedelle.

[2] A. Pucci, Gismirante, a. 1388 (fior.), II, ott. 24.8, pag. 189: Disse il baron: - Tu erri fortemente, / e dico io che tu ragioni il torto, / ch'egli è per arte fatto in tal maniera, / che come il diavol percuote la sera. -

1.9 [Astr.] Capo di diavolo: traduce il nome persiano di una costellazione.

[1] Gl Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 61.5: E puosero al capo figura la più strana che di neuno animale, sì che però lo chiamarono in persiano caput algol, che vuol dire come 'capo di diavolo'.

1.10 Fras. Del diavolo (per significare perfidia o grande sgradevolezza).

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 176.5, pag. 235: Vizio de diavol se' propio provato, / e tutt'i toi spezial figli soi sono...

[2] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 311-20, pag. 94.12: Né era la mia cara donna, anzi tua, anzi del diavolo, contenta d'aver carne assai solamente, ma le voleva lucenti e chiare...

[3] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 33, pag. 132.7: Paone è un uccello grande, di colore biadetto la maggior parte, ed è semplice e molto bello, ed ha testa di serpente, e voce di diavolo, e petto di zaffiro e molto ricca coda...

1.11 Fras. Dispiacere più che il diavolo.

[1] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 189.44: Colui che colla turbata fronte velena lo dono ched e' fa, mi dispiacie più che 'l diavolo.

1.12 Fras. Essere nemico come il diavolo delle croci.

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 291-300, pag. 91.8: Ma quanto essi sieno dal vero lontani, colui il sa che quelle cose che ad essa appartengono e per le quali ella fu creata, alle quali tutte essi sono più nemici che il diavolo delle croci, conosce.

1.13 Fras. Fuggire come il diavolo (e sim.): scappare a gambe levate.

[1] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 6, pag. 172.32: quei buoi veggendogli incominciarono a mugghiare, e rompendo le funi, colle quali erano legati, come se vedessero il diavolo fuggirono.

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 19, pag. 87.17: [4] Et ogne cosa e ogne personna che te fa refregiar o semar o mermar da questa caritae e da questo amor, s'el fosse ben to' pare o mare o muglier o figliol, fuçe-'l chomo 'l dyavol e quel serpente antigo e no attende a lor.

[3] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 108.13: tutti gli altri spaventati, lasciata l'arca aperta, non altramente a fuggir cominciarono che se da centomilia diavoli fosser perseguitati.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 158, pag. 381.8: Come il notaio della rassegna vede e ode queste cose, parea cacciato da mille diavoli, e turandosi il naso, si fuggìa fuori del palagio...

1.14 Preferire essere sotto il diavolo (e sim.).

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 1, pag. 183.21: Che è uno umo a star con femine? Egli sarebbe meglio star con diavoli: elle non sanno delle sette volte le sei quello che elle si voglion elleno stesse.»

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 204, pag. 525.7: e' sudditi vorrebbono innanzi essere sotto il diavolo dell'inferno, che sotto quelli che li menano sì per lunga...

1.15 Fras. Raccomandare, accomandare al diavolo: maledire, mandare in malora.

[1] Fiore, XIII u.q. (fior.), 107.7, pag. 216: E 'l più ch'i' posso lor fug[g]o davanti, / Sanza girne nessun riconfortando, / Anzi lor dico: 'Al diavol v'acomando / Con tutti que' che non àn de' bisanti'.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 59, vol. 1, pag. 107.23: la reina Tullia se ne fuggì, e ondunque ella andava, tutti la maledicevano e uomini e femine, e accomandavanla al diavolo dell'inferno.

[3] Miracoli di Caterina di Iacopo, c. 1374 (fior./sen.), cap. 19, pag. 16.2: erano in su uno carro due mafattori che s'andavano attanagliando le loro carni, e per soperchio di dolore o per altro che fosse, essendo male disposti, andavano bestemiando Idio e santi, e raccomandandosi al diavolo ad alte voci...

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 23, pag. 55.16: Dice il cavaliere: - Bene sta; onore con danno al diavol l'accomanno...

1.16 Fig. [Per indicare di volta in volta il peccato, la tentazione, la discordia].

[1] Ruggieri Apugliese, Lauda, XIII m. (sen.), 47, pag. 15, col. 2: la charne, el mondo e 'l diavolo, / che tutti sono insieme ed ànno fatte schiera / e tenchane assisi chome mutogli...

[2] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 20, pag. 254.12: E certo a banchi molti Cielo, Vertù e Dio, ch'elli è sovente adutto e per neente quazi voluto dare, più che falsa medaglia [è] elli scifato; ma Diaulo, Visio e Terra, ad asto elli è accattato, ad auro e travaglio molto.

[3] Jacopone (ed. Bettarini), XIII ui.di. (tod.), Omo, de te me lamento, 90, pag. 85: Cotanti nemici hai dentorno, / o misero, e non te n'addai, / la carne, il diavolo, el mondo, / ai qual' contrastar non porrai...

[4] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 51, pag. 70.6: chi adimora in de l'amore del mondo, adimora in amore del diabolo; che sì como l'amore del mondo aparecchia l'eternale tormento...

[5] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 509, vol. 2, pag. 474.2: a cacciare via li maldicoli et persone soze et inoneste, le quali el diavolo portano seco, acciò che possano corrompere et tentare et non solamente li rei, ma ancora li buoni...

[6] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 19, pag. 19.14: «Geloso cattivo, la tua gelosia t'ucciderà se ttu non te ne guardi, ché tu e tutti gli altri gelosi portano l'antico diavolo in seno, il quale in giù versò aquilone: infino al lago dove egli arà potere di portare le vostre anime vi tormenterà».

[7] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 228.6: e' Pisani faccendosi verso il Comune assai bene, il diavolo s'intraversò, ch'e' Priori, ch'erano allotta, sanza saputa de' Collegi, rimandarono per gli ambasciadori, e ruppesi sì la cosa...

2 Spirito maligno, abitatore dell'Inferno e passibile di essere evocato mediante negromanzia; spirito capace di possedere un essere umano.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1281, pag. 69: Alò com el serà crëato, / Serà con lui aconpagnato / Un dïavol fier e forte / Qe 'l de' condur a rëa morte.

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.182, pag. 898: Gli diavoli prendo al laccio; / so far malie e sì le disfaccio; / per nigromanzia li caccio, / li demoni, molto vïaccio, / quando il vo' fare.

[3] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 94.28: E Nimma Pompilio con Pictagora sallio suso ne lo monte de Aventino e conestrençe lo diabolo et ademandaolo se Roma devea perire voi no.

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 504, pag. 118: Li peccaor sí planzeno e tut lo cor ge trema, / Ad alta vox i criano, no han plu ki i redema, / E li diavoli ghignano ke i dan la grand blastema.

[5] Bonvesin, De Cruce, XIII tu.d. (mil.), 172, pag. 29: Andando una dre moneghe per l'orto a la verdura, / Et eco ella have vezudho entr'orto una lagiuva. / Ella la misse in boca molto covedhosamente, / No fé lo segno dra crox, ma mangia incontinente; / Et eco lo dïavro sì g'à tollegio la mente, / E fo intrao in lé desavezudhamente.

[6] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 396, pag. 258, col. 2: ite, maledecti, via / co' la vostra conpagnia, / ciò sono li diauli de lo inferno / là u' è tucto male eterno...

[7] Lucidario lucch., XIII/XIV, pag. 44.10: se li diauli potesseno fare ciòe ch'elli voleseno, lo bene noe vorebbeno fare assai, ma elli noe de ponno tanto fare quanto elli vorebbeno, se noe tanto quanto li buoni angioli che dati sono anti li lassa.

[8] Framm. Milione, XIV p.m. (emil.), 12, pag. 510.23: Illi èno idolatri et èno grandi incantaduri de diavoli: e fano per incantamento favelare le ydole...

[9] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 58.47: el chapitano de' Fiorentini si era negromante e aveva el diavolo rinchiuso in una lampolla, e sì 'l costrense e dimandò se doveva morire di quella bataglia.

[10] Passione marciana, XIV (ven.), 24, pag. 187: E Iuda traitor cum lo bocum che 'l piiava / lo pessimo diavolo en lo ventro g'entrava, / e elo enfra so co questo mal pensava.

[11] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 216.103, pag. 257: ne' nigromanti finirà il mio motto / ch'ognuno è Michel Scotto, / dicendo ne l'ampolla il diavol hanno, / e con fatture assai corpi disfanno.

[12] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 19, pag. 132.21: E incontenente lo diavo, chi l'avea laxao, li tornà adoso e tanto lo tormentà che ô l'ocise.

[13] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 10, pag. 36.13: E veçandosse Teofilo en tanta miseria, andòe a un Çudeo, el qual savea incantare i diavoli, e pregàlo ch'el ge dovesse chiamare un demonio e lo Çudeo cossì fe.

2.1 Fras. Arte del diavolo (e sim.): negromanzia, magia nera.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 74, pag. 111.5: E questi savi uomini son chiamati Tebot, e sanno più d'arti di diavoli che tutta l'altra gente, e fanno credere a le genti che questo aviene per santità.

[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 152, Ognissanti, vol. 3, pag. 1356.11: E se per alcuno tempo alcuna provincia rubellasse, incontanente dicono che per arte del diavolo l'idolo di quella provincia volgea le reni a l'idolo de' romani...

2.2 [Con espl. rif. ad uno stato di possessione diabolica].

[1] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 2, pag. 14.9: una monaca [[...]] vedendo una bella lattuga sì la desiderò, e subitamente la prese, e mangiolla sanza segnarla, onde incontanente il diavolo l'entrò addosso.

[2] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 2, cap. 3, pag. 19.34: Ora intervenne, che ragunandosi molta gente alla sepoltura di questo cavaliere, il diavolo entrò addosso a uno, e gravemente lo tormentava.

[3] Ingiurie recan., 1351-96, [1351], pag. 485.21: 1 Remictite malvagia, cactiva, demoniaca, che te esscu li diavoli de corpu, che t'è entrato nepotito per lu culo et rescitote per la bocca.

- Fras. Avere il diavolo in corpo: trovarsi in uno stato di estrema agitazione, esser smanioso.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 1, pag. 183.5: E oltre a questo, elle son tutte giovani e parmi ch'ell'abbiano il diavolo in corpo, ché non si può far cosa niuna a lor modo.

- Fras. Essere circondato da diavoli, essere portato dal diavolo (e sim.): trovarsi in uno stato di estrema agitazione, smaniare; muoversi con innaturale rapidità.

[5] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 4606, pag. 170: Oldando questo lo inperador / Se inplí de argoio e de furor, / Como coluy che era çircondado / Da diavolly in ogny lado, / E si respoxe furioxamente...

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 120, pag. 268.4: Il banditore veggendo e udendo il romore e le grida uscire con un corpo di un monimento, dà delli sproni al cavallo, e levala, come avesse mille diavoli addosso...

[7] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 72, pag. 159.23: andonne come freccia che uscisse d'arco? più; o come strale che uscisse di balestro? più; come n'andò? Come se mille paia di diavoli ne l'avessino portato.

[8] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 210, pag. 545.27: saliti a cavallo, come se 'l diavolo gli ne portasse, si dileguorono per dilungarsi dal Pantano.

2.3 [Per cattiva traduzione dal lat., per indicare lo spirito].

[1] Gl Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 44, Cattedra S. Pietro, vol. 1, pag. 358.12: Solevano dire gli antichi, come dice quel medesimo, che quando l'anime sono ne le corpora de gli uomini sono dette [in] inferis manes, cioè a dire diavolid'inferno; ma quando salivano in cielo, sì le chiamavano spiriti...

3 Fig. [Con rif. alla proverbiale bruttezza del diavolo:] persona di aspetto orripilante.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 8, cap. 2.20, pag. 254: E s'ell'avien ch'ella giovane ci entra, / Costei convien al tutto via lasciare / Ongni lavar e liscio ed ornamento; / Ch'è laida cosa vedere alchuna d'esse / Portar di fuori la pelle dell'angniella, / E sotto quella, del diavol la faccia.

[2] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 164, vol. 2, pag. 45.6: E' Saracini subito vennoro a noi; e quando gli viddi, io dissi: che novità fia questa? Ch'egli erano da XXX insu quella giarma, tutti ignudi e neri, che parevano diavoli a vedere...

[3] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 78.21: son tutti neri e vanno ignudi colla natura coperta, e son tutti ricciuti con grande bocca e grosse labbra, col naso levato in su, e veggendogli di qua vi parrebbero veri diavoli.

[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 137, pag. 303.13: Assai è dimostrato nella precedente novella quanto le donne fiorentine con sottile industria avanzano di dipignere tutti li dipintori che furono mai; e come li diavoli fanno parere e diventare angioli di bellezza...

4 Fig. [Per indicare persona che condivide, almeno in parte, le caratteristiche morali del diavolo].

[1] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 186, pag. 35: quill'omo è dïabolu, k'è ppeio ke iudeu, / Ke nne la vocca è apostulu, 'nnu cor è ffariseu...

[2] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 11, pag. 507.26: Maledetta sia l'ora ch'io fui nata, e maledetta sia l'anima del padre e de la madre che mi trassero a vita, quando stoe in tanto tenebrore per manicare carne e fare lussuria e per l'uopare de le mie mani, come vile, come abandonata che al diavolo fui data. Io sono diavolo, e i diavoli m'hanno, e non pur uno solo ma cento.

[3] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 9.13: Per mia fè, diss'ella, questo diavolo vostro figliuolo che è quì; e se non m'aveste soccorsa egli m'avrebbe strangolata e morta, o egli avrebbe di me fatto sua volontà; perdio, fatelo legare chè gli è un diavolo.

[4] Palamedés pis., c. 1300, pt. 1, cap. 19, pag. 23.14: Già sapete voi certamente che Breus est sensa fallo diaule propiamente: e come potrebbe elli ben fare cortesia a mei u altrui? Or sappiate che questo non potre' avenire in nullo modo di mondo, ch'elli facesse nullo bene.

[5] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 22, cap. 3, par. 2, pag. 353.24: Nel Vangelio di Giovanni dice Cristo: or non elessi io voi dodici, e uno di voi è diavolo?

[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 245.14, pag. 155: femena sfaçata è per natura / un dyavole en humana figura.

[7] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 23, pag. 90.25: Partendoci da lui, partianci dalla luce, et andiamo in tenebre, noi lassiamo la soavità de le dolcezze et intriamo ne la multitudine degli amarori, noi di sani diventiamo infermi, noi di buoni rei, noi di iddii diavoli.

[8] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XVI, par. 46, pag. 697.6: così come elle paiono il giorno nella via agnoli, così la notte nel letto son diavoli.

[9] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 100, pag. 145.3: S'egli giurano falsamente per cupidigia, e conoscono bene che egli giurano falsamente, quelli sono diavoli e peggio che miscredenti, perch'egli falsano lo loro Idio per cupideza.

4.1 Fras. Fare il diavolo: fare scalpore, dare scandalo.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 3, pag. 196.32: per vostro amore, io avrei fatto il diavolo...

5 [Con doppio senso osceno, per indicare il membro virile].

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III, 10, pag. 254.12: La qual [[giovane]], poi che vide che Rustico non la richiedeva a dovere il diavolo rimettere in inferno, gli disse un giorno: «Rustico, se il diavol tuo è gastigato e più non ti dà noia, me il mio ninferno non lascia stare: per che tu farai bene che tu col tuo diavolo aiuti a attutare la rabbia al mio ninferno com'io col mio ninferno ho aiutato a trarre la superbia al tuo diavolo

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 101, pag. 227.25: Dice Giovanni: - E io ho qui con meco il diavolo, che tutto il tempo della mia vita ho cercato di metterlo in inferno; - e accostasi a costei, mettendo il diavolo in inferno, come che con le mani un poco si contendesse.

6 [Pleonastico, unito all'interrog.].

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 16.14, pag. 134: - Or chi m'ha morto? - E che diavol sacc'io? -

[2] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VI, 4, pag. 415.12: Currado allora turbato disse: «Come diavol non hanno che una coscia e una gamba? non vid'io mai più gru che questa?»

[3] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 67, pag. 148.21: Messer Valore si volge, e dice: - Vanne col malanno; chi diavol è questo fanciullo?

[4] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.186: «Va de za?« / «Chi diavol la sa? / Alza e tra', - non te zettar da matto».

[5] Tristano Cors., XIV ex. (ven.), pag. 49.25: «Dinadan, que diavol volì vuj fare? Ve voliti vuj dexarmare?».

7 Escl.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 174, pag. 308.19: «E ssiete voi di Cornovaglia? Diabole, per mia fè voi siete li piggiori cavalieri che ssiano al mondo...

7.1 Locuz. escl. Al nome del diavolo; col nome del diavolo.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 117, pag. 260.9: - Al nome del diavolo, non mi straziar più, lasciamene andare...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 178, pag. 442.27: - Deh, sia col nome del diavolo, se noi ci lasceremo cacare in capo.

7.2 Locuz. escl. Va diabolo.

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 52, pag. 89.23: E que' disserono: «Va diabolo, e ccom'è questo? e cchi à menato li cavalieri di Cornovaglia a giostrare ner reame di Longres?»

7.3 Fras. Il diavolo ti ci reca: [con rif. al grave ritardo della persona cui ci si rivolge].

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 3, pag. 519.7: alquanto turbata della sua lunga dimora, veggendol venire cominciò proverbiando a dire: «Mai, frate, il diavol ti ci reca! Ogni gente ha già desinato quando tu torni a desinare.»

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 209, pag. 540.5: in fine, abbandonatala, si torna con la mezzina dell'acqua a casa; là dove, parendo al Minestra che troppo fosse stata, dice: - Il diavol ti ci reca; che hai tu tanto fatto? -

7.4 Fras. Va' col diavolo.

[1] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 38, pag. 241.1: e s'egli era paziente, gl'insegnavano; se insuperbiva, lo cacciavano, dicendo: - Va' col diavolo, che tu se' uomo da guastare il mondo! -

8 Signif. non accertato.

[1] Gl Gloss. lat.-eugub., XIV sm., pag. 88.26: Hic doyçius id est lo diavolo.

[u.r. 18.12.2017]