DIBONARIETÀ s.f.

0.1 debonairetà , debonairità , debonaretà , debonarietà , deibonarità , dibonarietà , dibonarità , dibonaritate, dibuonairetà , dibuonaretà , dibuonarietà , dibuonarità .

0.2 Fr. débonnaireté.

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>.

0.7 1 Qualità di chi è nobilmente benigno, o in gen. cortese e mite.

0.8 Elisa Guadagnini 29.09.2004.

1 Qualità di chi è nobilmente benigno, o in gen. cortese e mite.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 166.10: l'amistà delli uomini dee essere di grato per dibuonarità d'amore.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 27, pag. 73.24: debonarietà è una virtù che cessa l'ira e la fellonía dell'uomo per la quale elli desidera di fare vendetta più grande ch'elli non die; e fa questa virtù, che l'uomo non fallisce in punire quello che die, né in corrucciarsi in luogo ed in tempo ch'elli si die corrucciare...

[3] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 28, pag. 342.9: Ché tantosto invaghisce in pregio di prode homo e in viduta; e, se non cortezìa e debonairità me defendesse, non guaire bene me menarìa grandessa.

[4] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 6.1, pag. 5: Amor per süa dibonaritate, / per farmi bene la grazia compiuta, / non isdegnando mia vil qualitate / di sé mi diè sensibile paruta.

[5] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 60, vol. 1, pag. 217.14: Quinzio per natura era dolce e di buono aere; e tanto più si dilettava in sua dibuonarietà , come al compagno suo vedeva peggio avvenire di sua fierezza e superbia.

[u.r. 26.03.2012]