COSA s.f.

0.1 caosa, caose, caus, causa, cause, causi, caussa, causse, cauxa, cchosse, ccosa, ccose, choça, choçe, cholsa, chonse, chonsse, chosa, chose, choses, chosi, chossa, chosse, choxa, choxe, ciosa, co', colsa, colse, consa, conse, conssa, cos', cosa, cose, cosi, cosj, coso, coss, cossa, cossae, cosse, cossi, cousa, couse, coxa, coxe, coz', coza, cuosa, cuose, cusa, cusi, kosa, kose, kosi, kossa. cfr. (9 [1]) concessacosaché.

0.2 Lat. causa (DELI 2 s.v. cosa).

0.3 Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.): 1.

0.4 In testi tosc. e corsi: Doc. pist., c. 1200; Doc. montier., 1219; Doc. sang., a. 1238; Doc. mug., XIII m.; Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Lett. sen., 1260; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Doc. pis., 1264 (3); Doc. prat., 1275; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Doc. lucch., 1288; Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm; Doc. volt., 1322; Stat. collig., 1345; Doc. amiat., 1348; Doc. amiat., 1363 (3); Doc. cors., 1364.

In testi sett.: Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.); Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Doc. ver., 1213; Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.); Doc. venez., 1253; Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. padov., XIII sm.; Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Auliver, XIV c. s.d. (trevis.); Stat. chier., 1321; Doc. moden., 1326; Stat. trent., c. 1340; Lett. parm., a. 1341; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Stat. vicent., 1348; Doc. udin., 1354; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.:Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.); Ritmo cass., XIII in.; Ranieri volg., XIII pm. (viterb.); Miracole de Roma, XIII m. (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Stat. tod., 1305 (?); Doc. perug., 1326; Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Stat. assis., 1329; Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Doc. orviet., 1334; Doc. ancon., 1345; Stat. castell., XIV pm.; Stat. casert., XIV pm; Lett. cass., 1352; Doc. castell., 1354; Doc. orviet., 1339-68; Doc. fond., XIV u.v.; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Formula di confessione sic., XIII; Stat. mess. (?), 1320; Stat. agrig., 1328; Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. palerm., 1343; Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Per con ciò sia cosa che > conciossiacosaché; già sia cosa che > già ; tutto sia cosa che > tutto.

Locuz. e fras. a maggior cosa 1.18; alcuna cosa 8, 8.1, 8.1.1; che cosa 12; chente cosa 12; come la cosa sta 1.9.3; concessa cosa che 9; concessa de cosa che 9.1; cosa che no 10; cosa comune 1.1.7, 2.3.1; cosa familiale 2.2; cosa familiare 2.2; cosa fatta 1.8.1; cosa pubblica 1.1.7; essere gran cosa 1.17.1; essere nessuna cosa altro che 8.7.1; essere una cosa 1.15.1, 1.15.2; essere tutta una cosa 1.15.2; essere tutto una cosa 1.15.2; essere una cosa con 1.15; fare una cosa con 1.15 ; grande cosa 1.17, 1.17.2; in tutte cose 8.5.2; la qual cosa 11.1; nessuna cosa 8.7; non aver cosa 1.14; non esser altra cosa che 8.7.1; non esser altra cosa se non 8.7.1; non esser cosa 1.14 ; non esser cosa al mondo 1.14; non esser cosa in questo mondo 1.14; niuna cosa 8.7; nulla cosa 8.7; ogni cosa 8.4; per cosa che sia 8.3.1; per cosa del mondo 8.3.1; per niuna cosa 8.3.1; per nulla cosa 8.3.1; più che cosa 8.6; più d'altra cosa 8.6; più di nulla cosa 8.6; qual cosa 12.1; qualche cosa 8.2; quella cosa che 11.2; quella cosa la quale 11.2; stando le cose in questi termini 1.9.3.1; tutte cose 8.5; veruna cosa 8.7.

0.7 1 [Con valore estremamente generico:] elemento concreto o astratto della realtà o dell'immaginazione. 1.1 [Seguito da una specificazione]. 1.2 Elemento materiale, oggetto. 1.3 Essere animato; persona. 1.4 [Come eufemismo:] le cose proprie: parti intime, genitali. 1.5 Quanto si prova, sentimento. 1.6 Qualità intrinseca, caratteristica; proprietà, virtù. 1.7 Causa, motivo. 1.8 Quanto si fa, azione. 1.9 Quanto accade, fatto avvenuto o futuro. 1.10 Quanto si dice, argomento di un discorso. 1.11 Cosa da + sost.: oggetto o azione che genera qsa, atto a qsa. 1.12 Cosa da niente, de nuta: elemento che non ha valore. 1.13 Esser cosa da + inf. 1.14 Fras. Non esser cosa (in questo mondo, al mondo), non aver cosa: non esistere niente. 1.15 Fras. Essere una cosa con qsa o qno, fare una cosa con qsa: essere tutt'uno, identificarsi; essere uguali; essere della stessa natura o molto simili. 1.16 Piccola cosa (anche in contrapposizione a grande): elemento di scarso valore, poco importante; di scarsa quantità, poco. 1.17 Locuz. escl. Grande cosa!: fatto eccezionale, che desta meraviglia. 1.18 Fras. A maggior cosa: ancor più. 2 Ciò che si possiede, bene materiale mobile o immobile; mercanzia (anche in contrapposizione al denaro e alla propria persona). 2.1 Possedimento fondiario. 2.2 Locuz. nom. Cosa familiale, familiare: patrimonio di famiglia. 2.3 [Di un bene di cui si condivide la proprietà]. 2.4 [Prov.]. 3 [Ret.] Caso contestato di rilievo pubblico, causa. 4 [Dir.] Procedimento giudiziario, causa. 5 [Dir.] Motivo di una causa, reato. 6 [Mat.] Incognita algebrica. 7 [Unito a un agg. assume il valore del sost. astratto corrispondente]. 8 Locuz. indef. Alcuna cosa: qualcosa. 8.1 Locuz. avv. Alcuna cosa: in piccola misura, un po'; brevemente. 8.2 Locuz. indef. Qualche cosa. 8.3 Cosa che sia, cosa del mondo: qualsiasi cosa. 8.4 Locuz. indef. Ogni cosa: tutto. 8.5 Locuz. indef. Tutte cose: tutto. 8.6 Più che cosa, più d'altra cosa, più di nulla cosa: rispetto a qualsiasi elemento della realtà, più di tutto. 8.7 Locuz. indef. Nulla, niuna, nessuna, veruna cosa: niente. 9 Locuz. cong. Concessa cosa che: dal momento che. 9.1 Locuz. cong. Concessa de cosa che: dal momento che. 10 Cosa che no: in caso contrario, altrimenti. 11 [Funzione neutra del pron. rel.:] ciò che. 11.1 Locuz. rel. La qual cosa. 11.2 Locuz. rel. Quella cosa la quale / che. 12 Locuz. interr. Che, chente cosa. 12.1 Locuz. interr. Qual cosa. 13 [Con funzione prolettica:] una cosa... cioè / che.

0.8 Rossella Baldini 07.04.2003.

1 [Con valore estremamente generico:] elemento concreto o astratto della realtà o dell'immaginazione.

[1] Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.), 49, pag. 165: Non avei sen per un gato, / per qe trop me deschasei, / qe mala cosa parei; / né no faria tal cosa / si fossi fillo de rei.

[2] Ritmo S. Alessio, XII sm. (march.), 169, pag. 24: Donna, voliote pregare; / una cosa te vollio mostrare, / se tte lo plaquesse de fare, / estu meu comandu scultare.

[3] Doc. pist., c. 1200, pag. 19.1: Casa del Braichi una spalla. Casa Guidotti una spalla. Questa cosa [[scil. ciò che è riferito sopra]] sì è de S(an)c(t)o Marcello.

[4] Doc. venez., 1253, pag. 7.14: E sianto me presente Furmignan notarius scrisse et (con)plì tute queste causse sovradite.

[5] Doc. mug., XIII m., pag. 191.4: Sinibaldo uno paio di capponi. P(er) la cosa del Maccione dei tre anni l'uno un cappone (e) un d. (e) uno staio di vino.

[6] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 42.7: Et sappie che diffinizione d'una cosa è dicere ciò che quella cosa è, per tali parole che non si convegnano ad un'altra cosa, e che se tu le rivolvi tuttavia signiffichino quella cosa.

[7] Doc. lucch., 1288, pag. 27.7: Et così come di sopra p(er) tucte cose si contene (et) di socto <p(ro)missero di così fare (et) obs(er)vare>...

[8] Formula di confessione sic., XIII, pag. 301.5: innanti pensu a li kosi disunesti e mundanii...

[9] Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm., 2.42, pag. 16: Nell'ascensïon che fece, / Cristo ti lasciò in sua vece. / Tu dicesti: «Non mi lece / cheder cosa grandissima. / Ma di questo sì son degna: / anti che la morte vegna, / sì mi mandi una insegna...

[10] Poes. an. padov., XIII sm., 54, pag. 807: Le done oldì ço k'ela disse; / nexuna d'ele contradisse, / anço fo tegnuo tuto per bene / e cosa ke ben se covene...

[11] Stat. tod., 1305 (?), pag. 282.23: perché neuno gioco ène leceto né honesto ad neuna persona e né neuna cosa desenesta per alcuno tenpo comettesse né facesse neuno della nostra f. [[...]] che 'l pregiore poçça toglere la pena...

[12] Auliver, XIV c. s.d. (trevis.), 38, pag. 510: cuidava ben che [ço] fos caosa justa, / e plu de bon cuer amava servirla...

[13] Doc. moden., 1326, pag. 13.23: Fate e prometue fonne le sovra scripte chonsse per lo dito frae Petro et per mie Nicholò soe fiolo...

[14] Doc. orviet., 1334, docum. 24 agosto, pag. 176.6: Anche che, si le predette cose importassero più di graveza a' detti conti e baroni che non sonno tenuti al comuno d'Orvieto per li pacti fra' detti conti e baroni e 'l comuno, che perciò non s'intenda al comuno predetto essare acquistata più rascione contra di loro...

[15] Stat. vicent., 1348, pag. 18.22: Item ... che alcuna cosa, che sia contra la matricula, over contra la forma de la matricula, non possi esser messa in capitolo se non de voluntà de la mazor parte de li Gastaldi e consiglieri.

[16] Doc. udin., 1354, pag. 328.27: sì che ve digo e prego chi se 'l fosi nisuna persona a qua od altro che savese per nisun modo over causone d'enzegno, da rasone over di fato o per parentade o per impromisione che alguni de lor avese impromitudo a nisuna altra persona: per le qual chose lu matrimonio non podese divignir, che lo debia dir a qui et in presente di caschun omo...

[17] Doc. cors., 1364, V, pag. 330.15: Ugolinaccius condam Iannelluccii de Ura ymperialy auctoritate notarius le p(re)d(i)c(t)e carte sc(ri)pt(e) de sop(ra) vidi e lex(i) [[...]]; nient(e) vi iu(n)x(i) né vi minomay, salvo se fuss(e) fo(r)t(e) l(ette)ra aut punto v(e)l cosa abreviata como iudica lo meo (con)noscim(en)to.

- [Prov.].

[18] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 255, pag. 305: Loda la cosa / che ben si riposa.

- [Prov.].

[19] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 355, pag. 308: Queri la cosa / che ti sia osa.

- [Filos.].

[20] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 34.25: E considerando noi da la cosa che non sente, come la terra, a la cosa che sente, come so' li animali, trovamo èssare mosso saviamente e·lla generazione e ordenatamente a passo a passo da la cosa non animata che non ha anima e non sente, come la terra, a la cosa animata la quale ha anima e vita e sente, come so' li animali...

[21] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 9, pag. 165.25: la chosa infinita non si dea chomperare per chosa vile e finita ma graziosamente sanza dono elargire...

[22] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 2, pag. 157.2: sì come nello allegato libro si legge, «prima cosa è l'essere, e anzi a quello nulla è»... || Cfr. Aristotele, Liber de causis IV 37: «Prima rerum creatarum est esse».

[23] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 11, pag. 215.4: dico che questa donna è quella donna dello 'ntelletto che Filosofia si chiama. Ma però che naturalmente le lode danno desiderio di conoscere la persona laudata; e conoscere la cosa sia sapere quello che ella è, in sé considerata e per tutte le sue cause, sì come dice lo Filosofo nel principio della Fisica...

[24] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 65, pag. 143.26: Cinque cause sono, secondo il dire di Platone. La cosa di che si fa, la cosa che fa, la cosa in che, la cosa alla quale, e la cosa perché, e finalmente di queste cose n'è fatta una. La cosa di che, è il metallo. La cosa che fa, è il maestro. La cosa in che, è la forma, che le si dà. La cosa alla quale, è l'essemplo. La cosa perché, è il proposito del maestro. La cosa che di tutte queste è fatta, si è l'imagine.

1.1 [Seguito da una specificazione].

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 10.27, pag. 133: Geloso sono d'amor m'adovene, / così mi stene, / c'Amore è piena cosadi paura...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 25: Sopra ciò che in del quarto luogo puose Tulio «di qualu(n)qua si inge(n)neri» molto è da pensare che examini ciasscuna paraula del (con)siglio se ella ge(n)nera alcuna cosadi verità uvero di visio, uvero che meriti alcuna cosa da schifare...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 48, pag. 101.31: L'amistà fa tra noi una comunanza di tutte le cose. Né cosa d'avversità, né di prosperità è propia ad alcuno di noi.

1.1.1 Cose divine, di Dio, della chiesa, sacre (anche contrapposto a cose mondane, temporali, terrene, umane): ciò che appartiene alla religione e al culto divino.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 34.13: l'altre scienze di filosofia, sì come trattare le nature delle divine cose e delle terrene...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 42.4: Onde dice uno savio cotale diffinizione di filosofia: ch'ella è inquisizione delle naturali cose e connoscimento delle divine et umane cose...

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 1, cap. 51, vol. 1, pag. 133.11: Ebbe un nobile coraggio, e fu casto, e perfetto nella buona fede e in conoscenza di sacre cose.

[4] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 1, pag. 1.11: Questi santi romiti ispesso ragionavano insieme de le cose di Dio...

[5] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 10, 46-69, pag. 180, col. 2.13: Più che re, in quanto era ministratore delle sacre cose...

[6] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 19, pag. 94.8: Nota, che in questo capitolo l'autore tratta de la simonia, cioè vendare o comperare le chosede la chiesa o le chiese...

[7] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 33, pag. 377: Ma perché l'arra che ssi prende al fonte / del nostro batisteo ci dà un lume, / lo qual ci fa le cose di Dio conte, / venne del lustro del superno acume / una gratia di fede...

[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 14.14: Et emperò li jmperij non dubitaru di serviri a li cosi sacrati, credendu in quista guisa aviri lu rigimentu di li cosi humani se issi ubedissiru beni et constantimenti a lu putiri divinu.

[9] Matteo Corsini, 1373 (fior.), cap. 2, pag. 14.17: Questo dice però che la sapienza s'intende di conoscere le cose di Dio; ma la scienza può essere delle cose mondane.

1.1.2 Cosa terrena, di terra, del mondo: ciò che trova luogo sulla terra; ciò che è destinato a morire.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 382, pag. 575: Quel non è savï' om, s'el à 'l so bon amigo, / qe per cosa del mondo con gladio çoga sego.

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 43.21: Qé la siencia de tute le causedelo mondo sì fi enparada per la usança: qé la usança e la arte sì amestra l'omo de tute le cause le qual elo sa.

[3] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2463, pag. 261: Non vedi tu san' faglia / ch'ogne cosa terrena / porta peccato e pena, / né cosa ci ha sì crera / che non fallisca e pèra?

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 217, pag. 62: Ni anc le cossterrene no t'á 'l quiloga dao / Per ingrassar le membre in quel ke sia peccao...

[5] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 15, pag. 18: Gente scarsa, o gente superba / per cupideza de cose de terra, / o zente invidiosa, o zente acerba!

[6] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 2, pag. 218.21: tu no dî stabilire lo cor toe a cosatirena sovra Deo, como quij che amarà tanto una dona o uno fiolo che quasi mai lo cor sò no dechinarà altroe.

1.1.3 Cose del mondo: usanze del proprio tempo.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VII, 2, pag. 453.15: Disse allora Peronella: «[[...]] tu, che se' uomo e vai attorno e dovresti sapere delle cose del mondo, hai venduto un doglio cinque gigliati, il quale io feminella che non fu' mai appena fuor dell'uscio, veggendo lo 'mpaccio che in casa ci dava, l'ho venduto sette a un buono uomo...

1.1.4 Cose di Roma: faccende che riguardano l'antica Roma.

[1] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), Explicit, pag. 97.17: e menarono il fanciullo in Cosicore, cioè in un luogo dove tenevano in gran parlamenti e consigli apartenenti alle cose di Roma.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 1, pag. 265.24: lo scrivano delle tavole del Comune sì li andava inanzi e cantava versi d'orazione, per li quali versi si pregavano li dii immortali, che facessero migliori e maggiori le cose di Roma...

1.1.5 Cose private (contrapposto a cose pubbliche, patria, repubblica): faccende che riguardano un singolo individuo.

[1] Gl Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 31.24: La eloquenzia mise in sì alto stato i parladori savi e guerniti di senno, che per loro si reggeano le cittadi e le comunanze e le cose publiche [[...]] e non si trametteano delle cause private, cioè delle vicende delli uomini speciali...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 4, vol. 1, pag. 174.5: quisti cosi aviannu gran putiri et a la curti et intra li privati cosi. Ca chascunu se adastava di acrissiri la patria, et non li cosi privati.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 118.9: nel limitare della quale corte entrando, lasciavano l'amore delle loro private cose, e vestivano l'amore della republica.

1.1.6 Cose pubbliche, cittadine (anche contrapposto a cose private): organismi e faccende dello Stato.

[1] Gl Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 32.5: Ma erano altri uomini di due maniere: l'una che non erano parlatori, l'autra che non aveano sapienzia, ma erano gridatori e favellatori molto grandi; e questi non si trametteano delle cose publiche, cioè delle signorie e delli officii e delle grandi cose del comune, ma impigliavansi a trattare le picciole cose delle private persone, cioè delli speciali uomini.

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 33.10: Sì che per sentenza del popolo [[...]] pareano essere degni di covernare le publiche e le grandi cose, e così furo messi a reggere le cittadi et alli officii et onori delle comunanze.

[3] Fiore di rett., red. delta1, a. 1292 (tosc.), cap. 1, pag. 149.13: questa scienzia di rettorica -, la qual sormonta tutte l'altre scienzie per la bisogna di tutto giorno parlare † ne le valenti cose, sì come in fare leggi e piati civili e criminali, e ne le cose cittadine, sì come in fare battaglie e ordinare schiere e confortare cavalieri, ne le vicende de l'imperii e regni e principati, in governare popoli...

[4] Gl Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 179.9: in quella fiada inprima Augusto da li Romani el fo salutado, imperzò che la chossa publica, zoè li beni del comun lo aveva cressudi.

[5] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 4, vol. 4, pag. 27.5: E tutte le contenzioni appartengono alla retorica, e medesimamente se ciò è delle cose cittadine, e delle bisognose a principi delle terre, e delle altre genti...

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 7, vol. 1, pag. 188.33: Quisti foru li virtuti di la amistati [[...]] A li qua[li] forzi si divi quasi fari cutanta riverencia quantu se faci a li cerimonij di li dei immurtali, ca per quilli se conteninu li cosi publici et per quisti li cosi privati...

1.1.7 Locuz. nom. Cosa pubblica, comune: la Repubblica, lo Stato.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 31.5: perciò che quando più indegnamente la presumptione e l'ardire de' folli impronti manimettea e guastava la cosa onestissima e dirittissima con troppo gravoso danno del comune, allora era più degna cosa contrastare e consigliare la cosapublica.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 29, vol. 1, pag. 290.10: Ma poi che l'altezza e la signoria dello imperio di Roma crebbe [[...]] e nullo era che s'intramettesse a mantenere la cosa comune, si furono istabiliti i principi di Lamagna...

[3] Gl Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 1, cap. 2, pag. 2.21: e guvernavano la Repubblica, cioè la cosa comune...

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 169.30: E fé a si doe regine, zo è Marsepia e Lampeto, de le quale sempr l'una andava ad host contra y inimis, e l'altra infratant atendiva a governarle e a rezer la colsa publica.

[5] Stat. pis., 1330 (2), cap. 145, pag. 605.7: et in delle electioni delli Ansiani, et dei loro notari, alle quali sì come ad cosa sacra, per salute della cosapublica della cità di Pisa, è da procedere et procedere si dee...

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 4, vol. 1, pag. 91.32: Commu pensarimu nuy que quistu Salinaturi sia statu homu di forti et di consilyatu ingeniu, lu quali non potti essiri menatu [[...]] a chò que issu se mustrassi humili et lusengheri in adminstrari la cosa publica!

[7] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 16, par. 14, pag. 96.10: Ché colui chui succiessione dà e producie vertuoso puote prendere la ellezzione [[...]] e per onore strinsico consuivre ed avere e per aquistare onore a llui e rinomé alla sua memoria e alla postarità, altrettanto o ppiù churerà la cosapublicha o comune come 'l monarcia che ssucciede per lingnaggio...

1.1.7.1 Cosa di Roma: lo stato romano.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 193.23: tu, Romolo, davi iguali ragioni a' Sabini e a' Romani, quando lo dio Marti, lasciata l'arme, disse cotali parole al padre delli iddei e degli uomeni. O padre, egli è tempo di pagare i guiderdoni che tu promettesti a me e al degno nipote (però che la cosadi Roma vale con grande fondamento, e pende da uno signore); egli è tempo di torlo dalle terre, e porlo nel cielo. || Cfr. Ov., Met., XIV, 809: «Tempus adest, genitor, quoniam fundamine magno Res Romana ualet».

1.2 Elemento materiale, oggetto.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 35.6, pag. 356: né l'amatisto, né 'l carbonchio fino, / lo qual è molto risprendente cosa...

[2] Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 16, pag. 570.10: Et tutte quelle cose foro portate da Constante imperatore, filio Eurachii, con tutto hornamento facto de rame...

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 84.21: colui commette sacrilegio che fura cosa sacrata di luogo sacrato.

[4] Doc. prat., 1275, pag. 518.13: Guccio f. Cha(n)bi p(er) CC some di rena (e) p(er) regatura della detta galcina (e) p(er) regattura d'uno miglao di mattoni, queste chose s'aoperaro alle porti delle cerchie di Palaçuolo (e) dal Petriccio, s. xxxviiij.

[5] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 559, pag. 579: Cose dulce de março so bone per usare, / le crespelle de ansintio quamvis che siano amare...

[6] Doc. perug., 1326, pag. 23.21: e tucte gle cantone dele torre [[...]] e tucte le morelle dele porte volglono essere de buona pietra, e tucte quiste cose volglono essere facte secondo cho desegnato ène.

[7] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 48, pag. 155.47: Et etciandio li tagliatori, orafi, venditori di cosi, armajuoli, siano sostenuti in persona, sì come in del loro Capitolo si contiene.

[8] Stat. assis., 1329, cap. 12, pag. 178.10: sia tenuto el dicto sacrestano fare bona guardia a le cose e a le paramenta e a le vasa e a gl'altre ornaminte de l'altare...

[9] Stat. collig., 1345, cap. 15, pag. 14.16: E che -l decto sartore, calçectaio e farsectaio abbi et avere debbi da ciascuno che gl'accomandasse panno o alcuna altra cosa per ciaschuna lbr. del precço che la cosa accomandata costa dn. due.

1.2.1 [Seguito da una specificazione].

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 34, pag. 47.4: Lavorano bene tutte coseda ccavalieri, freni, selle e tutte arme e arnesi.

[2] Doc. fior., 1306-25, pag. 95.26: E deono avere, q(ue)sto die, avemone XX fio. d'oro p(er) pa(n)no p(er) li fanciulli e p(er) cose di casa [[...]]: fuoro le cose di casa bordi p(er) IJ materasi, lb. XXVIIIJ.

[3] Stat. palerm., 1343, cap. 3, pag. 10.17: Ancora urdinamu e firmamu ki chascunu di la dicta cumpangna pagy continuamenti a li cambirlingy grana II per misi, ki ssu necessarii per oglu e candili e per altri cosi, ki su bisongnu per la casa...

1.2.1.1 Cosa manicatoia, da imbandigione, da mangiare, da bere, da vivere: alimento (necessario).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 177, pag. 61: De m'á dao in quest mondo molt coss da imbandison, / Forment, panig e leme e fruit ke san da bon, / Vin precïus, plumente, salvadhesin, capon, / Carne d'agnel e 'd bo e 'd porc e de molton.

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 7, pag. 153.7: i possessori posciachè della venuta degli avversarj abbiano leggiere paura, incontanente prima che vengano ogni cosada vivere con ogni studio dentro dalle mura debbono recare, acciocchè quegli dentro abbiano delle cose abbondanza, e quegli di fuori non trovando vivanda per necessità si partano.

[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 99.17: Ed ancora i tribuni alluogano ne' loro tabernacoli, a' quali per certi cavalieri deputati a fare la spesa, igualmente si danno le legna, ed altre cose da mangiare.

[4] Stat. sen., 1305, cap. 2, pag. 5.9: E s'alcuno frate così non facesse, e fosse negligente nelle predette cose, in chella mattina nella quale incontra facesse, non debbia avere a suo mangiare alcuna cosa da mangiare o ver cocina, se non solamente pane e vino...

[5] Stat. pis., a. 1327, L. 2, cap. 69, pag. 119.19: Ordiniamo, che alcuno pissicajuolo nè pissicajuola, o rigattieri, non possa nè debbia comperare [[...]] per revendere, alcuna cosa manicatoja, cioè polli nè pollastri, uova, casio, ucelli mortiti, et tucta ucillagione, et fructura frisca, a pena di soldi XL d'alfonsini minuti...

[6] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 13, pag. 59.12: Et in quel gran deserto terribel e spaventoso onde no pochie maie nasser alcuna cosada viver, gh'aparegiò le mensse sençça lavor né brega...

[7] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 127.1: e l'abate fe caricare la nave di coseda mangiare e da bbere...

1.2.1.2 Cose sacre, sacrate: suppellettili religiose; oggetti di culto.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 6, pag. 303.16: Enea, spaurito, domandò la Sibilla che quello fosse, e ella rispuose: O chiaro duca trojano, questi son quelli i quali imbolaro le cose sacre e allegri le tennero in fino alla morte.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 14.20: con chò sia cosa que certi preveti Quirinali et certi monaki de la dea Veste purtassiru li cosi sacrati di lur templi... || Cfr. Val. Max. I, 1, 10: «cum flamen Quirinalis virginesque Vestales sacra onere partito ferrent».

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 1, pag. 49.8: conciofossecosa che il prete Quirinale, cioè del tempio di Romolo, e le vergini di Vesta portassero le reliquie e le cose sacre... || Traduce lo stesso passo dell'es. [2].

- [Seguito da una specificazione].

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 41, pag. 213.21: Idio volle che nullo toccasse le cose sacre de l'altare colle mani lorde.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 1, vol. 1, pag. 15.6: issu se cinsi a ritu de homo Gambinu et, cu li soy mani et spalli portandu li cosisacri deputati a li sacrificij, per mezzu lu stazu de li inimici pervinni a la colli Quirinali, uvi se facianu li sacrificij.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 71.29: Et a la fini confortandu li soy que s'acurdassiru ben insembla, partendu et distribuendu loru lu so patrimoniu et dunatu que appi lu sou ornamentu et li sacrati cosi di la casa a la filya mayuri...

1.2.2 Plur. Insieme di oggetti utili a qsa, masserizie.

[1] Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 16.153, pag. 756: Pu me deleto in veritae / quando e' vego per citae / buteg[h]e averte con soe cose...

[2] Vita di S. Petronio, 1287-1330 (bologn.), cap. 1, pag. 10.23: e po' fe' fare grande aparechiamento d'arnexe e de cose, e possa l'imperadore fe' cavaliero san Petronio e possa l'acompagnò fino al porto.

1.3 Essere animato; persona.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 515, pag. 545: cui cre' c'amor sea en femena, ben este mata cosa, / como quelui qe crede c'ogno flor sïa rosa.

[2] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 632, pag. 549: Per ben andar la femena vestita et amantata, / ancor per tuto questo non è cortes trovata, / et ancora lo rame s'endaura per fïata, / e soto bela coutra sì sta causa malata.

[3] Elegia giudeo-it., XIII in. (it. mediano), 65, pag. 40: «Una donna aiu, bella quanto rosa, / bene crido k'è ienti cosa / de la ienti trista e dolorosa».

[4] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 17.24, pag. 225: la rimembranza / di voi, aulente cosa, / gli ochi m'arosa / d'un'aigua d'amore.

1.3.1 [Come eufemismo:] mala, rea cosa: il diavolo.

[1] Raimb. de Vaqueiras, Contrasto, c. 1190 (gen.), 48, pag. 165: Non avei sen per un gato, / per qe trop me deschasei, / qe mala cosa parei; / né no faria tal cosa / si fossi fillo de rei. || Roncaglia (cit. da Antonelli): «parete un diavolo».

[2] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 156, pag. 566: Ki per enfirmitad prende soperbia et ira, / perd Deu e si ensteso: rëa causa l'enspira; / mai lo ben e lo mal humelmentre sofera / qi vol plaser a Deu e star en la Soa sciera.

[3] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatores, 88, pag. 235: El è tant desperao ke pur morir el vore, / Giamand la rëa cossa da De e dai sanct se tore. / Sovenza fiadha illora giamava l'inimigo. / Quand fo venudho a hora k'el l'av giamao ben digo, / El fo venudho illoga lo Satanax antigo, / El ven a lu in forma d'un olcellat inigo.

1.3.2 Cose celestiali, divine: gli dèi pagani.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 30.3: Per li quali signali se manifestava que la divinitati di li cosi celestiali favuriava a la gloria di Cesar et que vulia divitari lu erruri di Pompeyu.|| Cfr. Val. Max., I, 6, 12: «Quibus apparet caelestium numen et Caesaris gloriae favisse et Pompei errorem inhivere voluisse».

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 53.1: Li femini, sedendu, cenavanu cu li masculi, standu culcati; la quali usanza vinni oy passau da lu maniari insembla di li homini a li cosi divini. Ca in lu maniari di Jupiter issu sta a lu lectu, et Juno e la Minerva eranu invitati a la cena in chayeri oy in segi. || Cfr. Val. Max., II, 1, 2: «Quae consuetudo ex hominum convictu ad divina penetravit».

1.4 [Come eufemismo:] le cose proprie: parti intime, genitali.

[1] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 204, vol. 2, pag. 120.9: E quello dì medesimo trovamo fra quelle montagne Arabi salvatichi [[...]] E tutti erano ingnudi, maschi e femine, e tutti neri, e le cose loro erano coperte di pelli di camelli...

1.5 Quanto si prova, sentimento.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 43.26: Enperçò qe le secrete cause delo core no se cognose se no per le parole...

1.5.1 Cosa comune, comunale: condizione o desiderio condiviso da altri.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 81, pag. 526: L'amore de la feme[na] sì è causa comuna: / quand l'omo lo cor mete 'nde, no 'nde pò andar senz' una.

[2] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 2.60, pag. 32: Plagemi d'esser vostro ne la luna, / stella d'amor a qual mi son segnato; / ell'ha il meo core dal vostro furiato / e voglio aver, ch'ène cosa comuna.

[3] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 18.14, pag. 41: [M]orte, che 'nver' catuno t'ergi et armi / et non fusti mai propia, / anti se' dicta cosacomunale, / dibatte e spande inver' di me tu' ale...

1.6 Qualità intrinseca, caratteristica; proprietà, virtù.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 43.19: E quamvisdeu ke tu, madona, see çovencela, fai qe tu posse cognoscere, ki eu sea e que sea le miei cause, e que sea lo mieu amore e la mea volontade!

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 9: unde la legge dice: avere memoria di tucte le cose magiorme(n)te è cosa di divinità che di humanità.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 8, pag. 196.15: E dico che nello suo aspetto apariscono cose le quali dimostrano de' piaceri di Paradiso; ed intra li altri di quelli, lo più nobile, e quello che è frutto e fine di tutti li altri, si è contentarsi, e questo si è essere beato...

[4] Paolo Gherardi, Corso luna e sole, XIV po.q. (fior.), pag. 75.3: Ora ci chonviene vedere primamente onde la Luna rende lume [[...]] et qualj de' singnj è suo amico spetiale, e quale è sua chosa, e quale è suo chontrario, e quale è della sua natura, e quale è del chontrario.

1.7 Causa, motivo.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 1, pag. 6.17: Per neuna altra cosa veggiamo che il popolo di Roma tutto il mondo mise sotto la sua Signoria se non per lo molto uso dell'arme, e per lo savere della cavalleria...

[2] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 110.27: Lo XXVIIIJ dí del mexe non te tuor sangue per nexuna cossa.

- [Contrapposto a effetto].

[3] Bosone da Gubbio, Sp. S. di vera, XIV m. (eugub.), 10, pag. 176: Ché molte fiade se vede l'effetto / di cosa prima ch'a noi si demostre, / ch'è separata dal nostro concetto...

1.8 Quanto si fa, azione.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 575, pag. 620: Mestier m'è tegnir pase e grand omilitate / e far ben penetencia de le cosse mal fate...

[2] Doc. volt., 1322, 4, pag. 15.20: E quessto abbo decto lo più breve ch'abbo potuto, che più altre cose sconcie m'à facte...

1.8.1 Fras. Cosa fatta: fatto compiuto.

[1] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 52.1: Mess. Gianni, io sono per fare e dire ciò che ti piace, chè cosa fatta non si puote mai frastornare con onore...

1.8.1.1 [Prov.] Cosa fatta capo ha: quando un fatto è compiuto rimane tale e non si può modificare; quel che è fatto è fatto. || Cfr. C.Coluccia, Cosa fatta capo ha.

[1] Cronica fior., XIII ex., pag. 119.1: infra lli quali rispose messer Mosscha di Lanberti e disse :- Se ttu il batti o ffiedi, pensa prima di fare la fossa dove tue ricoveri; ma dàlli tale che ssi paia, ché cosa fatta cappa à .

[2] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 15.3: Questi fu morto dagli Uberti, e loro sequagi per consiglio del Mosca Lamberti, che disse: Cosa fatta capo ha, ma talora non chente vuole, nè chente crede, o disegna.

[3] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.2, pag. 133.9: Il che sentendo gli Uberti, nobilissima famiglia e potenti, e suoi parenti, dissono voleano fusse morto: chè così fia grande l'odio della morte come delle ferite; cosa fatta capo à .

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 28.107, vol. 1, pag. 483: « Ricordera'ti anche del Mosca, / che disse, lasso!, «Capo ha cosa fatta», / che fu mal seme per la gente tosca».

[5] Jacopo Alighieri, Inf. (ed. Bellomo), 1321-22 (fior.), 28, pag. 200.3: gl' Uberti co la parte ghibellina di Firenze [[...]] propuosero che a quel ch'aveva promesso il detto parentado, cioè a messer Bondelmonte de' Bondelmonti, fosse tagliato il naso, e chi dicea che d'una cosa fosse battuto, e chi d'un'altra; tra' quali messer Mosca Lamberti affermando che fosse morto propuose, dicendo che cosa fatta avea capo...

[6] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 28, pag. 141.33: missere Moscha Lamberti, amicho charissimo de gli Uberti, consigliò che 'l detto missere Simone fusse morto, dicendo: poniamo capo a cosa fatta. La quale parola à due intendimenti e ogniuno si salva. Prima vuole dire: la 'ngiuria ricievuta e 'l disnore fatto non può tornare a dietro; poniamo adunque fine qui, e di ciò non si parli più. Sicondo vuole dire, che, morto missere Simone, la cosa avarà capo.

[7] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 7, pag. 247.38: Perché non vo io, e entro nelle mie case, e rapiscola, e menonela qua su meco? [[...]] Io il voglio fare: cosafatta capo ha.

1.8.1.2 [Prov.] A cosa fatta non vale pentere.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 106.1, pag. 224: A cosa fatta non vale pentére, / né dicer po': - Così vorre' aver fatto. -

[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 12.86, pag. 64: Tra quella gente che quivi dimora / conobb'io molti, e vidivene alcuno / ch'aver preso di quello ora ne plora / e forse ne vorrebbe esser digiuno; / ma, cosafatta, penter non vi vale, / nè puolla adietro ritornar nessuno...

1.8.1.3 [Prov.].

[1] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 94, pag. 299: Dubita di fare / cosa da biasmare.

1.9 Quanto accade, fatto avvenuto o futuro.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 125, pag. 528: De le fiie de Lot le cause avé entese, / q'en la scritura truovase et en libri se dise...

[2] Doc. montier., 1219, pag. 46.31: (E) iurano rendare rasgione a quelli ke sara(n)no kiamati signori u co(n)suli (e) camarlenghi tre dì anzi kl. ian(uarii), (e) se neuna cosa lo fusse sup(er)chiata di rendarla loro i(n) mezo ian(uario).

[3] Doc. venez., 1310 (3), pag. 69.3: Eo Thomao Roman dela (con)trada de sen B(er)naba, perch'io von in França cum mio frar ser Bonaventura Roman, cognosando le cose che pò adeveg(ni)r che çascun passa de questa vita et de' passar, sì ordeno lo mio testamento in cotal manera...

[4] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.1, pag. 131.13: Quando io incominciai, propuosi di scrivere il vero delle cose certe che io vidi e udì', però che furon cose notevoli...

[5] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 178, pag. 377, col. 1: Quando foro queste cose / cotanto abominose, / santa Catarina, / vergene pura e fina, / avea dece et octo anni...

[6] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 20, pag. 94.10: im pirò chi chista istoria esti difettuosa in multi cosi et killu chi la compossi non scripsi si non li cosi notabili ki foru fatti in killu tempu, [et] li altri cosi communi non li scripsi.

1.9.1 [Come eufemismo in formule scaramantiche contenute in documenti ufficiali:] la qual cosa: evento spiacevole da scongiurare.

[1] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 41.3: E se alcuna nave o nave plusor se rompesen - la qual cosa voia Deo ke no sea -...

[2] Stat. fior., a. 1284, II, par. 3, pag. 46.3: ordiniamo che se advenisse, la qual cosa non sia, che tra quelli dela Compagnia fossero parole di villania l'uno contra l'altro...

[3] Stat. sen., 1298, dist. 7, cap. 4, pag. 251.8: Et se 'l panno si smarrisse o perdesse a le gualchiere (la qual cosa guardi Dio), sì si debbia mendare a le dispese di coloro che tengono le gualchiere.

[4] Stat. sen., 1305, cap. 38, pag. 54.9: E se alcuno ne le predette cose farà incontra (la qual cosa Dio tòlla e cessi via), riceva et abbia chella pena del Rettore...

[5] Stat. sen., 1305, cap. 55, pag. 75.6: E se adevenisse (la quale cosa rimova Dio) che alcuno de li frati del detto Spedale per diabolica instigazione e tentamento commettesse alcuno peccato o vero delitto...

1.9.2 [Come soggetto di andare, correre].

[1] Disciplina Clericalis, XIII ex. (fior.), pag. 76.35: Ora venne ke questo mercatante d'Egitto, ke gli avea data la mogle sua, sì come le cose vanno, per sua mercatantia s'inpoverio, sì che no gli rimase niente.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 59.14, pag. 117: E la mia donna, secondo ch'i' odo, / in ora in ora sta sul trabocchetto: / or così vanno le cose al mi' modo!

[3] Lett. sen.>fior., 1314, pag. 15.21: E per questa cagione i' ho sentito che 'l detto Giache trattava e tenea certe mene con alcuna persona che non v'ama, le quali sarebono molto pericolose a voi, se le cose andassono innanzi.

[4] Poes. an. fior., p. 1315, 67, pag. 964: Tosto vedren come le cose andranno...

[5] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 9, cap. 5. par. 17, pag. 277.16: Sicché la notte seguente queste donne misono uno di costoro nel letto di lei [[la badessa]], e li altri due misono nel letto di due servigiali. Come s'andasse la chosa, la dimane fu la badessa e lle servigiali in concordia choll'altre.

[6] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 33.9, pag. 55: Per ciescun quasi si dice e ragiona / che piú laudata e piú bella vertute / che aver si possa e che dia piú salute / e che piú cresca in pregio la persona, / sia che, como il tempo il conditïona / o la ventura, l'huom s'armi e s'aiute / et abbia providenza e sue vedute / drizzi a guardar s'el è sereno o trona; / e poi, secondo che corron le cose, / o ch'el si vede in basso o in alto stato, / cossí si mova e cossí si ripose...

[7] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 2 ott. 120.2, pag. 74: - Ed io 'l farò poiché t'aggrada tanto, / ma voglia Iddio che ben la cosa vada! -

1.9.3 Fras. Come la cosa sta: qual è la situazione.

[1] Ingiurie lucch., 1330-84, 322 [1383], pag. 86.17: - Così fussi tue taglato a pessi come fue Iohan(n)i Santi et menti p(er) la ghola ch(é) tu no(n) mi dimandasti mai come le cose stavano...

[2] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1374] 3, pag. 260.22: Sicché vedi come la cosa sta. Bene te ne direi anche, ma il foglio mi costrigne ch'io non scriva più.

1.9.3.1 Fras. Stando le cose in questi termini: considerata la situazione.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2.8, pag. 160.33: Stando le cose in questi termini, a me Dino venne un santo e onesto pensiero...

1.9.4 Se ciò è cosa che, se cosa è / fosse che, s'egli avviene cosa che: se succede che, se si verifica che.

[1] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 225.7: Si çò è cosa ke p(er) voi e pelle vostre redi tutte le cose ke dect'avemo voi no(n) os(er)vaste oi co(n)tra venisste p(er) alcuna occasio(n)e...

[2] Doc. fior., 1279-80, pag. 513.25: di questo sì n'à fatto il detto Butta buna malleveria, e cartta per mano di ser Bonaventura da Siena mio notaio, che sse chosa fosse che di questo fatto fosse mai nulla, di renderlli a dietro.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 15, pag. 302.14: noi diremo come quelli dell'oste si debbono trarre a rieto, s'egli avviene cosa ch'ellino non vogliano combattere, perciò che i nemici abbiano più forza di loro.

[4] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 20, pag. 121.34: Ma s'elli avenisse cosa ch'elli passi i xlv anni, sì si debono ghuardare di purghare e di sengniare...

[5] Pratica del vino, 1342/48 (fior.), pag. 9.30: Una bote che sia in volta o in ciela chavata, quando è beuto il vino sì ve se ne vole lasciare entro uno pocho (se cos'è che 'l vino sia buono e no sia forte né altro mal sapore)...

1.10 Quanto si dice, argomento di un discorso.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 67, pag. 525: Or dirai qualqe caosa de la lor malvasia, / ond se varde li omini de la soa triçaria.

[2] Ritmo cass., XIII in., 59, pag. 12: Una caosa me dicate / d'essa bostra dignitate: / poi ke 'n tale desduttu state, / quale bita bui menate?

[3] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 2.56, pag. 33: Canzonetta novella, / va' canta nova cosa...

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 31.23: Anche dei considerare nel parlar tuo (cioè ne l'aringamento che ti convenisse alcuna fiata fare in consiglio o dinanzi ad gran segniore) lo luogo e la cosa e la cagione e 'l tempo...

1.10.1 Argomento, materia di una trattazione; componimento letterario.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 73.15: Dice Tulio che inventio è quella scienzia per la quale noi sapemo trovare cose vere, cioè argomenti necessarii...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 3: neuna cosa è pió forte (et) pió rapente che 'l furore del'amore, lo quale p(er)fectame(n)te riten(er)e è cosa di filozofia.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 8, pag. 169.31: E sed ellino debbono sapere alcuna cosa di Musica od altra scienza, si die essere in tanto quant'esse servano a' buoni costumi ed alle buone virtù.

[4] Dante, Convivio, 1304-7, I, cap. 10, pag. 43.15: Ché per questo comento la gran bontade del volgare di sì [si vedrà] [[...]] [la quale non si potea bene manifestare] nelle cose rimate per le accidentali adornezze che quivi sono connesse, cioè la rima e lo tempo e lo numero regolato...

1.11 Cosa da + sost.: oggetto o azione che genera qsa, atto a qsa.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 36, pag. 64.17: quando è comandato cosada onore, cioè che vegna in maggiore stato colui che ubidisce, perde il merito dell'ubidenza se desidera quella...

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 18, pag. 163.10: E se quelli del castello non ardiscono d'uscire, con maggiori balestri saettino cosed'incendio, cioè malleoli, o vero falariche...

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 209, pag. 318.14: e ciascuno avea bene in sul campo bene CCC.M cavalieri bene apparecchiati d'o[gn]i cosa da battaglia, secondo loro usanza.

1.12 Cosa da niente, de nuta: elemento che non ha valore.

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 36, pag. 64.16: E però disse san Gregorio: «Da sapere è, ch'è da nulla obedienzia se ha da sé alcuna cosa; e molte volte, se da sé non ha nulla, è cosa da neente; perché, quando è comandato cosa da onore, cioè che vegna in maggiore stato colui che ubidisce, perde il merito dell'ubidenza se desidera quella... || Cfr. S. Gregorio (cit. in Segre, Giamboni, p. 64): «Sciendum summopere est quod obedientia aliquando, si de suo aliquid habeat, nulla est; aliquando autem, si de suo aliquid habeat, minima».

[2] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 92.26: e san Çuane gli lavava in lo fiume Iordan e gli disponeva al sancto batesmo del bon Yesu Cristo e dixeva [[...]] lu è celestial, lu è sovre ogne creatura, mì son terren, mì son cosade nuta; mì convèn mermar, lu conven che cressa».

1.13 Esser cosa da + inf.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 189.9: «Non era cosa da credere che Paris avesse tanto folle ardimento che venisse 'n essa terra a rapire Elena».

[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 19 parr. 4-14.14, pag. 73: ma tratterò del suo stato gentile / a respetto di lei leggeramente, / donne e donzelle amorose, con vui, / chè non è cosa da parlarne altrui.

[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 113.7, pag. 350: misura e senno è cosa da pregiare...

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 21, vol. 3, pag. 80.11: ma cotanto dovemo sapere, che tenere lo mezzo si è cosa da laudare, e tenere gli estremi è cosa da vituperare.

[5] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 8, par. 1, pag. 91.23: Ma già non si dee l'uomo vergognare d'essere biasimato da' rei, perocché dispiacere a loro non è cosa da vergognare, ma da molto disiderare.

1.14 Fras. Non esser cosa (in questo mondo, al mondo), non aver cosa: non esistere niente.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 278, pag. 610: La luxuria se vorrave molto fort amorçar: / no è causa en 'sto mondo sì faça radhegar, / lo plusori de la çente fai feramen peccar...

[2] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 9 (34), pag. 237.8: Tanto è lo p(re)clare amore, la grande reverentia e lla fidelle devot(i)one la quale e' abo i(n) la v(ost)ra per(son)a [[...]] ke no è cosa che posse audire i(n) p(re)se(n)te la quale me fosse sì gratiosa cumo del vostro honore...

[3] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 28, pag. 355.14: de la quale disse Tullio: non ène cosa che si conviengnia così in ogni cosa da fare e da pigliar consiglio, come la fermetà.

[4] Compagnetto da Prato (ed. Contini), XIII (tosc.), 48, pag. 166: Par Deo, / giurolti per mia leanza, / che non è cosa per ch'eo / lasciasse la tu' amistanza.

[5] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 86.17: e dipoi ch'egli debbe domane parlare, oggi non morrà egli punto che non è cosa al mondo ch'io desideri tanto audire.

[6] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 23, pag. 118.32: Quando fosse uno mangiare che non ci avesse osso, i cani allora hanno piccola parte; onde quando si mangia tórta, i cani stanno affamati. In tutte queste cose, dicono i santi, non ha cosa che sia osso al giusto omo...

[7] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 48, pag. 68.6: Ancora, no è cosa de che l'omo se possa plu enganar, ka ongna cosa ke l'omo vol comparar ello la prova annanti, ma la mujer no se lasa provar...

1.15 Fras. Essere una cosa con qsa o qno, fare una cosa con qsa: essere tutt'uno, identificarsi; essere uguali; essere della stessa natura o molto simili.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 2, cap. 1, pag. 73.8: E questa gente saturnina, per cascione del lavorio de la terra e per cascione ch'elli s'accompagnano e participano e usano colle bestie, so' gente che se descreciano poco da le bestie [[...]] e dease asimelliare el loro vestimento a quello de le loro bestie, emperciò ch'elli so' una cosa colle bestie...

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 29, pag. 51.30: e mandoe lo suo dolce filiolo lo quale è tutta una cosa co lui, che isparse lo suo dolcissimo sangue...

[3] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 36.4, pag. 154: Il come né 'l perché ben lo sa Dio, / in neun modo veder i' non posso / per ch'a Becchina sia il cuor rimosso, / ch'èssar solev'una cosa col mio...

[4] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 43.8: Disse Christo: Io aiuto l'omo, perch'elli eie una cosa meco.

[5] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 2, pag. 158.5: poi che da lui continui pensieri nasceano, miranti ed essaminanti lo valore di questa donna che spiritualmente fatta era colla mia anima una cosa.

1.15.1 Fras. Essere una cosa: essere fortemente uniti da un vincolo di amicizia o di alleanza.

[1] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 9, pag. 246.33: et altro' dixe: «Laxarse subiugare è baldança de l'inimigo». E per quelo che gi nimici no prendano baldança, nég'enducissono d'uno volere da gi nostri amici, doveremo, se fosemo partiti da loro, trovare ugne via che potesemo e ligame per essere una cosa.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 18, cap. 1, par. 1, pag. 303.2: I veri amici sono una cosa insieme.

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 200, pag. 309.5: eglino sì fecero due ambasciadori ch'andassero al soldano ad isporregli queste cose, come tra loro non dovea essere battaglia, perciò ch'erano una cosa, e che 'l soldano sì dovesse lasciare la terra e renderla ad Argo.

[4] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2.16, pag. 167.8: Mercè, per Dio; siamo una cosa, come noi dovemo essere». E così feciono i Buondalmonti a' Gherardini, e i Bardi a Mozi...

[5] Lett. pist., 1322, pag. 58.8: mi parea grande meravillia che 'l comune volesse fare cose onde li filliuoli Lazzàri avessero chasgione di no' esser amici, però che voi aravate stati sempre una cosa col comune, e con parte gualfa...

[6] Doc. bologn., 1287-1330, [1289] 3, pag. 63.19: E per questa casone Guio da Viçano vene incontinenti a Bolugna per duvere loro denunçare de la força e de la violentia, che igli i aveano facto, e quigli da Viçano seguirno lui a Bologna e tanto lo ferno pregare, che ello no fe' alcuna denunçasone, digando a lui «nu seemo una cosa, vene a Viçano che nui volemo quelo che tui vòi e siemo apariclai de fare quello che tu vui e satisfarte a la tua voluntae»; e tanto ferno cum parole che conductu fue lo dicto Guio a Viçano.

1.15.2 Fras. Essere (tutto / tutta) una cosa: essere lo stesso, uguagliarsi.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 7, pag. 123.33: E dunque essere possente ed essere nobile non è tutt'uno; e somigliantemente vedemo, che molti ànno molto oro e molti denari, che non ànno né potenza né signoria [[...]] Donde essere ricco ed essere nobile ed essere possente, non è tutto una cosa.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 236.25: e lo peso e la misura di Bruggia e di Guanto e di Lilla e d'Ipro e di Doagio sono tutt'uno salvo le misure del biado che isvariano l'una dall'altra, ma tutte l'altre misure e pesi di tutta Fiandra sono tutt'una cosa l'uno coll'altro...

[3] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 40, pag. 159.25: Enperciò ch'el iagonço e l'engrana et el iacincto è tuta una cosa quasi, in virtute.

[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 101, pag. 216.19: faza unu stuppello d(e) lo male terra, voi d(e) pane porcinu, ca è una cosa...

1.16 Piccola cosa (anche in contrapposizione a grande): elemento di scarso valore, poco importante; di scarsa quantità, poco.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 70.13: ma molto è piccola cosa dire dell'arte sì come fece elli, e molto è grandissima parlare per l'arte, la qual cosa noi vedemo ch'esso non poteo fare.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 3, pag. 206.18: - O stolto, perchè ti fai tener matto? perché ti distruggi tutto per così piccola cosa?

[3] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 186.11: Picciola cosa è la vita dell'uomo, ma grande cosa è il dispregiamento de la vita.

[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 62, pag. 307.20: Onde dicendo Cristo: «Chi oserverà la parola mia non vedrà mai morte», non fu questo a dire piccola cosa.

[5] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 13, pag. 72.23: Lano fu uno gentile huomo di Siena, e fu de la casa de' Machoni, el quale el padre lassò molto riccho: questi fu sì prodigo e sì largo, che la sua riccheçça tornò a picciola cosa...

1.17 Locuz. escl. Grande cosa!: fatto eccezionale, che desta meraviglia.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 46, pag. 241.5: essendo ancora giovane, sì fece e ordinò sette monasterii. Grande cosa! Basterebbe al re.

1.17.1 Fras. Esser gran cosa: rivestire molta importanza, essere rilevante.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 5.33, pag. 77: Molt'è gran cosa ed inoiosa / chi vede ciò che più li agrata...

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 31.9: Eu disi no grande cause, et a mi misero par-ele tropo grande, mai enpermordeçò a dar tu a mi queste cause non è a ti grande causa.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 179.6: ma poi ch'io ao perduto il buon pregio e la castitade del corpo e dell' animo, non è gran cosa a perdere le parole e le cose vili».

[4] Disticha Catonis venez., XIII, L. 2, dist. 30, pag. 64.26: La cura de la sanità sia a ti grandementre, la qual è grande causa.

1.17.2 Locuz. nom. Grande cosa: quantità rilevante.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 19.2: Fuori d'India sono due isole, Chrise ed Argire, ov'elli ha sì grande cosa di metalli che crede la gente che tutta la terra sia piena d'oro e d'ariento.

1.18 Fras. A maggior cosa: ancor più.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 6: quelli ricchi, pensando d'essere beati (et) honorati, no(n) si vogliano obligare a beneficio ansi che, a magior cosa, che qua(n)do elli arano ricevuto da tei qualche gra(n)de dono elli albitrerano (et) crederano aver dato...

2 Ciò che si possiede, bene materiale mobile o immobile; mercanzia (anche in contrapposizione al denaro e alla propria persona).

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 289, pag. 610: Molt è greve peccadho l'autrui cossa envolar: / nissun om no 'l devria voler ni desirar...

[2] Doc. ver., 1213, pag. 247.22: una mota co(n) vuna tu(r)ri i(n) villa Orti, i(n) qua ip(s)i pupilli habita(n)t .... Queste co(n)se sì è scrite su l'ave(n)tario d(e) quisti iii freegi li quali fo fiioli d(e) mes(er) Corai(n) d(e)l Basta.

[3] Doc. montier., 1219, pag. 50.36: It. iurano, se -l signore u co(n)suli ke fusser p(er) te(m)porale di q(ue)sta co(m)pagnia ricevessero ne la lor signoria u p(er) la lor signoria da(n)no i(n) avere ud in lor cose dala curte u da suo messo, essar tenuti di ris[ti]tuire a llui ud a lloro il da(n)no ke avesser ricevuto.

[4] Patto Aleppo, 1225 (ven.), pag. 42.18: E tuti li Veneixi sun salvi e seguri in mar e in terra, in cose et in persone, in tuto 'l so destreto.

[5] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 171.2: En quello tempo Maximo Fabio prese Taranto dove erano tucte le cose de Anibal e Cartalone duca de Taranto con .v. m. presone venneo. || Cfr. lat.: «ubi erant opes Anibalis...».

[6] Doc. pis., 1264 (3), pag. 391.4: Et che tucte le cose le quale si vendesseno in galicha, dele quale lo prescio pagato no(n) fusse, sia (et) essere debbia sopra la dovana.

[7] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 84, pag. 280: Respond lo Satanax: «El no è meraveia / Se ben Iob è to servo ni contra ti beseia, / Ké tu l'he fag richissimo e 'l so aver zermeia; / Tu l'he benedesio in coss e in fameia.

[8] Stat. sen., 1280-97, par. 40, pag. 14.2: Item, ordiniamo che chiunque facesse fare alcuna integina d'alcune cose mobili o immobili, debbia stare XX dì...

[9] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 38.12: Disse lo dimonio: Sai che io ti dico? io oe posseduto ben anni VI.M, elli eie corso lo tempo, chè la legge dice che chi possede la cosa anni XXX che sia sua la possessione.

[10] Stat. mess. (?), 1320, pag. 30.9: li mircadanti et altri pirsuni ki partirannu di qualunqua terra et locu di Sichilia pir andari a fera [[...]] cum cavalli, muli, sclavi, panni, ferru, spiciaria, sita, cucullu et altri mircatantii et cosi da vindiri...

[11] Stat. chier., 1321, pag. 349.29: E se alchunna persona, qui fossen de colla compagnya o no fussen, deys o feys alchun mal o iniuria en la persona vo en le cosse de col o de coigl que ne voren fer la ditta pax...

[12] Stat. agrig., 1328, pag. 239.22: Item si di mircatantii, bistiami, possessioni oy altri cosi ki fussiru in la chitati di Girgenti oy sou territoriu si fachissi vindicioni...

[13] Doc. ancon., 1345, pag. 237.4: Item promissero ac fuorono contenti che se alcuna nave overo ligno de li homini de Venegia venesse al porto d'Ancona con ciascesune mercantie cose et vino, ac adbesognasse de reparamento ac d'ancocime, che possa le dicte mercantie ac cose et vino discarcare in terra...

[14] Doc. amiat., 1348, pag. 82.24: Ancho lasso a Diemante sua suora uno sopediano (e) uno suo letto. E sì fa Simone in ogni sua altra chosa che si trovasse di suo sua reda...

[15] Lett. cass., 1352, pag. 43.4: Unde fratre mio eo te prego ke ame la anima mia et secundu lu testamentu meu essequate omne cosa ke lasso...

[16] Doc. castell., 1354, pag. 116.11: Ancho che niuna p(re)da che se levasse dela cità, co(n)tado o destretto de Castello se possa vendere en la cità, contado o destretto d' Ogobbio et se se vendesse, fossero tenuti de me(n)darla, el comun(e), citadini e contadini d' Ogobbio al comune et a q(ue)lli de Castello, qua(n)do la cosa tolta no(n) se podesse restituire.

[17] Doc. amiat., 1363 (3), pag. 96.8: It. lasso a Paulina sua molglie [....] del suo p(r)opr(i)o. Lasso sop[r]a quesste chosse miei fedeli chomesari Cecharello di Cino (e) Angnolu da Matuciolu.

[18] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (tosc./merid.), 1.7, pag. 10: Chi guasta - l'altrui cose è villania!

2.1 Possedimento fondiario.

[1] Doc. amiat., 1363 (4), pag. 89.17: Ancho lassa a la pieve a Cigliano uno chanpo el q(ua)le è ne la chontrada de le Vagli, el q(ua)le chonparai da Petro d'Offreduccio, el q(ua)le confina cho le chose de la detta pieve.

[2] Doc. orviet., 1339-68, [1353], pag. 127.16: Unu peçu di terra nela chontrada di s(an)c(t)a Mostiiuola, apressu la chosa di Giuvanni di Cieccho di Lenciu, e pressu la chosa del chapitulu d'Orvietu, e la via dale due parte.

[3] Doc. fond., XIV u.v., pag. 27.28: Item terra una posta alu ponte tabulatu alatu alle cose de iudici Iani Parimundu allatu alla via con soy confine .C..

2.2 Locuz. nom. Cosa familiale, familiare: patrimonio di famiglia.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 8, pag. 310.5: Et anche non sì de' [chiudire] la cosa familiale che la benignità non la possa aprire, [nè sì da aprire] che ogn' uomo la vegga. || Cfr. Albertano, De Amore, III, 8: «Quam obrem nec ita claudenda est res familiaris, ut eam benignitas aperire non possit».

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 24, pag. 349.14: Lo risparmiamento è una scienza da schifare le spese e gli onori soperchi; o ver che egli è un'arte da usare temperatamente la cosa familiare.

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. III, cap. 8: Co(n) la povertà dè h(om)o sì ordinare la cosa familiare, cioè quello che li bizo(n)gna, che la povertà no(n) sia gravosa a llui né altrui...

[4] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 27, pag. 225.12: Perciò che l'amante, il qual à molta povertà, tanto pensa a quel ch'à a fare della famigliar cosa e come debia fare per inanzi, che non può sovrastare al fatto dell'amore...

2.3 [Di un bene di cui si condivide la proprietà].

[1] Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior), Son. 1.10, pag. 140: Risponde Amore con grande ardimento: / «Sed abes[s]amo buon giudicatore, / eo sacc[i]o ben che ne saria scusato, / ch'io mi difendo per cosa comune, / perché da ciascheduno son formato; / ma 'l core, ch'è segnor de la magione, / costringe a gli oc[c]hi a veder lo pecato, / e colpa cui li piace e pon cagione».

2.3.1 Locuz. nom. Cosa comune.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 2, cap. 100, vol. 1, pag. 429.26: Anco, statuimo et ordiniamo che ciascuno de' consorti d'alcuna casa o vero possessione, o vero d'altra cosa qualunque, le quali s'allogassero a pigione, possa et debia ricevere la parte sua dal conduttore de la cosa, et anco da l'allogatore, el quale la cosa comune avesse allogata...

[2] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 50, par. 7, vol. 1, pag. 430.8: Ma se alcuno degl consorte overo loro antecessore fè overo farà patto overo promessione de non vendere la parte sua de la cosa comuna se no a l'altro consorte, se vorrà essa vendere, alora coluie el quale vorrà essa vendere degga quillo consorte rechiedere per tre termene...

2.3.2 Cosa comune, pubblica: bene che appartiene alla comunità.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 37, vol. 3, pag. 363.1: L'altro comandamento è, ch'egli [[il signore]] sia sollecito di tutti li corpi della città, e ch'egli guardi le cose comuni, e le possessioni, e le rendite del comune al bisogno di tutti, e non d'alcuno singulare.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 73, pag. 178.36: Ma la folle avarizia della gente diparte le proprietadi delle cose, e le possessioni, e non crede, che neuna cosacomune sia sua; ma il savio non giudica, e non tiene neuna cosa per propia, più che quelle, ch'a tutta l'umana generazione sono comuni con lui insieme, perocché queste medesime cose non sarebbero comuni, se parte di loro appartenesse ad alcune singolari persone.

[3] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 6, par. 1, vol. 2, pag. 344.1: E alora quillo ke girà a vedere lo luoco predicto mesure o mesurare faccia la via e la cosa piubeca, cioè la larghecça de la dicta via e de la cosa piubeca enfina a la cosa deglie private...

2.4 [Prov.].

[1] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 137, pag. 33: Quando la cosa dàsete, en quell'ora la toy, / Ka spissu l'omo mutase, non te la dona poy.

3 [Ret.] Caso contestato di rilievo pubblico, causa.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 54.3: Ma Aristotile, il quale diede a questa arte molti aiuti et adornamenti, extimò che ll'officio del parlatore sia sopra tre generazioni di cose, ciò sono dimostrativo, diliberativo e giudiciale.

[2] Fiore di rett., red. delta1, a. 1292 (tosc.), cap. 4, pag. 151.9: Sappie che tre sono le maniere de le cose sopra le quali tu puoi e dei dicere, cioè: dimostrativa, diliberativa, iudiciale.

4 [Dir.] Procedimento giudiziario, causa.

[1] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 38, par. 6, vol. 1, pag. 412.1: Ma aleggere non se possano aglcune enn arbetre e arbetratore sopre alcuna lite, cosa overo questione se non sironno presente e receveronno...

[2] Stat. fior., 1354, cap. 10, pag. 7.28: e possano [[...]] compromesso generale fare e spetiale in nome della detta compagnia con qualunque persona, e di qualunque e sopra qualunque quistione, cosa, opera o fatto in qualunque persona o albitro a lui o a loro paresse...

5 [Dir.] Motivo di una causa, reato.

[1] Gl Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 96.17: Dice l'accusato: «Non ò fatto sacrilegio, ma furto». Et così sono in concordia del fatto, ma non della cosa, cioè della proprietade per la quale si possa sapere che nome abbia questo fatto, perciò ch'all'accusatore pare una, ché dice ch'è sacrilegio, et all'accusato pare un'altra, ché dice ch'è furto.

[2] Gl <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 48, vol. 4, pag. 156.10: E sappiate, che Tullio chiama corpo colui, per cui detto, o per lo cui fatto nasce la questione. Ma cosa si chiama quel detto, o quel fatto, di cui la questione nasce.

6 [Mat.] Incognita algebrica.

[1] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 180, pag. 146.32: Una reghola dell'arcjbra dicie: 7 choxe sono ighuali a 21 dramme, che iverrà la choxa? E però partj 21 in 7, ne viene 3; e 3 vale la choxa. Ed è fatta.

7 [Unito a un agg. assume il valore del sost. astratto corrispondente].

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 165, pag. 530: Saçate, ogna malicia et ogna mala causa / en lo cor de la femena sta serata e repausa.

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 43.37: Ké ale pulcele sì è covignivol e licita caosa ascoltar quelo ke ie vien dito...

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 125.5: Della contraversia che nasce di cose scritte. Contraversia inn iscritta è quella che nasce d'alcuna qualitade di scrittura.

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 27, pag. 96.11: Addunque di' saviamente examinare lo consiglio; perciò che al savio huomo è propria cosa di examinar lo consiglio, e non credere tostamente le false cose.

[5] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 8, pag. 21.6: E però disse san Paulo: «Il Signore di tutta la grazia n'ha chiamati ne la sua gloria eternale, per sofferendo nel nome di Cristo poca cosa».

- [Prov.] Umana cosa è fallire, ma perseverare è pericoloso.

[6] Stat. catan., c. 1344, cap. 4, pag. 32.7: Imperçò ki humana cosa esti falliri, ma esti periculusu perseverari in lu defectu quantuncata sia leiu, sì urdinamu e prigamu ki chasquidunu diia reconciliari a lu sou frati turbatu...

8 Locuz. indef. Alcuna cosa: qualcosa.

[1] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 2.48, pag. 124: Se de lo suo parlare / no mi fosse tanto fera, / dicesse alcuna cosa, al meo parere, / solo per confortare...

[2] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 105.17: Et trovaro Lucretia soa molie [[...]] ka non sapea se alcuna cosa abbe ne la vattalia, voi de feruta, voi de morte.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 13.14: Compagno è quelli che per alcuno patto si congiugne con un altro ad alcuna cosa fare...

[4] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 189.16: O dura come ferro, arditamente ti rallegra: certo tu sarai costretta a lodare alcuna cosa di me...

[5] Lett. parm., a. 1341, pag. 18.9: Se per me se po' fare alcuna cosa scrivemello che eio sunto aparechiato.

- [In frasi neg.:] alcunché, niente.

[6] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 37.33: Eu no dirai plui alguna causa...

[7] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 132.20: Ragione è quella che contiene la causa, la quale se ne fosse tolta non rimarrebbe alcuna cosa in contraversia.

[8] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 2, pag. 2.5: anticamente alcuna cosa non si faceva di nuovo sanza auspizio...

- [In frasi neg.:] cosa altra alcuna: nient'altro.

[9] Ranieri volg., XIII pm. (viterb.), pag. 226.1: con d(e) sia di q(ue)stu p(re)çu avenga, plu questu, da ked una volta avutu l'avete, nè cosa altra alcuna no(n) dimandare nè p(er) altra alcuna casone di contra venire...

8.1 Locuz. avv. Alcuna cosa: in piccola misura, un po'; brevemente.

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 11.13, pag. 129: Ma per ch'i' la trasamo, pur attendo / ch'Amore alcuna cosa la rimova: / ch'è sì possente che 'l può far correndo.

[2] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 145.32: e -l sangue che nn'è ingienerato o ingienera [[la carne di coniglio]] sì è buono e sottile, salvo ch'egli è alquna cosa malinconoso.

[3] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), I, 14, pag. 168.5: e quella fiamma è bianca e spessa, e l'altro vapore che lli è alcuna cosa dilungi e stagli dallato non è così spesso e bianco ed è più sparto e dilungato, è la coma e coda di quello vapore che lli è dinanzi che ssi chiama stella comata.

[4] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 374.4: Fusti di gherofani vogliono essere del colore de' gherofani, ed alcuna cosa più chiaretti sono di colore che gherofani...

- [Seguito da una specificazione].

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 54, pag. 117.32: I' credo, che tu terresti per molto folle colui, che credesse, che la lampana fosse in peggiore stato, poch'ell'è spenta, ch'ella non era prima, che ella fosse accesa. Noi medesimamente siamo spenti, e siamo accesi. In quel mezzo alcuna cosa di pena sofferiamo, ma dinanzi, e di dietro si è gran sicurtà.

[6] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 56.4: Filomena gli segò il collo col coltello. E amendue lacerarono i membri ancora vivi, e che riteneano ancora alcuna cosa di vita...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 1, vol. 1, pag. 99.6: et lu rumuri di li cavalli, et lu impetu di li exerciti quandu se iunginu insembla, eciandeu a li juvini mitti alcuna cosa di pagura.

8.1.1 Locuz. nom. Alcuna cosa: piccola quantità, piccola frazione dell'unità di misura.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 23, pag. 37.12: e en questo tempo corre lo sole e·ll'orbe de li segni cinquanta e nove menuti e otto secondi; e trovamo lo die colla notte vinti e quattro ore e alcuna cosa più...

[2] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. IV, 1, pag. 147.18: E per questi due movimenti si compie il corso del sole nel cerchio de' segni da occidente in oriente, e questo fae in 365 die e ¼ trattone alcuna cosa la quale quasi non si può imaginare.

[3] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 56.9: Lo pexo sotil de Venexia torna in Çiepro lo mill(ie)r canter J terça e men allguna cosa.

[4] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 191.20: E chi mette oro fine nella zecca di Firenze [[...]] sì ne dàe al mercatante che 'l vi mette, d'ogni libbra fiorini d'oro 95 e 2/5 [[...]] e rimanne al comune alcuna cosa, come dice qui appresso e inanzi: Per gli uvrieri che gli lavorano [[...]] costa soldi 2, denari 9 per libbra. Per gli munetieri che gli coniano, denari 9 piccioli per libbra.

8.2 Locuz. indef. Qualche cosa.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 25, pag. 561: ge n'è fors de lor qe vol dir qualqe causa, / m'el no dé començar finqé l'autro no pausa.

[2] Ubertino del Bianco d'Arezzo, Se 'l nome, a. 1269 (tosc.), 12, pag. 251: e io ben te ne pregio in qualche cosa...

[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2134, pag. 67: E se ve dé ben a intendiment, / Qualke cosa n'avívo imprend.

[4] Stat. trent., c. 1340, cap. 28, pag. 30.4: E s'el malà volesso far testamento, recordarye ch'el deba lasar qualque cosa a la casa nostra per amor de Deo, s'el ye plas.

[5] Stat. casert., XIV pm., pag. 59.4: (et) no(n) degiano annare de nocte p(er) nulla vanetate, né degiano portare arme excepto se sono p(er) quale che cosa necessaria, no(n) p(er) offendere ma p(er) def[en]der(e)...

8.3 Cosa che sia, cosa del mondo: qualsiasi cosa.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 191, pag. 218: El prend a amar la Vergene sor tut le coss ke sia, / E quant el pò ghe rende d'onor e 'd cortesia.

[2] Poes. an. ven.or., XIII sm., 4, pag. 303: Amola plui de cosa ke sea, / la çemma Malgareta, flor / d'ogna cristïana...

[3] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 5, pag. 42.35: Unde tutti li peccati [[...]] vi saranno posti innanti li occhi et al naso, li quali putiranno più che cosa del mondo et sempre li terrete al naso.

[4] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 111.24: Queste sì è le IIJ cosse che sé plu perdude de cosa del mondo: la prima sì è del povero homo, la segonda belleça de putana, la terça sì è força de mato.

- [In frasi neg.:] niente.

[5] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 6, pag. 22.9: e no ve partiti de lor voluntate, k'illi no ànno proponimento né vogla de cosa ke sia, se non tuto vostro honore e bene.

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 3, pag. 599.7: Calandrino tutto sospettoso, non sentendosi per ciò cosa del mondo, andò avanti; ma Buffalmacco, che guari non era lontano, vedendol partito da Nello, gli si fece incontro e salutatolo il domandò se egli si sentisse niente.

8.3.1 Fras. Per cosa che sia, per cosa del mondo, per niuna / nulla cosa: in cambio di niente, per nessun motivo.

[1] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.16, pag. 194: «Anima mia, / lo dolze amore, ch'è 'ntra noi dui, / non falsasse per cosa che sia».

[2] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 119, pag. 189.1: Egli no ànno lettere né scritture, e ciò no è maraviglia, però che stanno in u· luogo molto divisato, che no vi si puote andare di state per cosa del mondo, per l'aria che v'è così corotta, che neuno forestiere vi può vivere per neuna cosa.

[3] Lett. sang., 1316, pag. 85.31: ora vi dicho che non posso: chiamate uno altro che lo farae meglio di me; per cioe m'abiate per ischusato, che per cosa del mondo io non posso essere a fare cioe...

[4] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 114, pag. 52: Per odio ni per malavolençia / Uncha non de may ria sentençia, / Ne may la verità non volse / Coronper per cosa che fosse.

[5] Lett. pist., 1320-22, 18, pag. 69.6: Io ti pregho tantto quantto soe e posso lo piuo, che tuo, in nullo modo di mondo e per chosa che sia, o che avenire possa, tuo no' ti debie parttire di costà in fine che tuo no' vedi a che fine l'opera de' venire.

[6] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 15.14, pag. 648: Ahi doloroso me, chi mi soccorre? / Ben veggio mi convien morir del pianto, / che non si può per nulla cosa tòrre.

8.4 Locuz. indef. Ogni cosa: tutto.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 537, pag. 581: Onorar pare e mare sovr'ogna causa dé / qi vol fir onorado, ben 'l comanda ogna le'.

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 3.8, pag. 80: Però feruto, voglio istar tacente, / portar lo ferro per poter campare, / ché per sofrenza diviene om vincente, / ch'ogna cosa si vince per durare.

[3] Parafr. Decalogo, XIII m. (?) (bergam.), 8, pag. 420: El primo camandament: ol De honorar, / sover omnia cossa amà ol criatore / cho l'anima e chol cor e cho la ment...

[4] Doc. fior., 1277-96, pag. 433.4: Dienne s. XIJ per solatura di chalzari di Franciesscho e uno paio di scharpette nuove de la Bilia [e] uno paio di sscharpette nuove del Bene; salda ongne chossa...

8.5 Locuz. indef. Tutte cose: tutto.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1235, pag. 68: Mai Laçaro fo nostr'amigo, / Enfermo pover e mendigo, / Tute cosse sosten en pase, / Mo poi veder com el ne plase.

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.180, pag. 898: a tutte cose ben rispondo / perk'io le saccio.

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 37.8: Et dice che sapienzia è amodenatrice di tutte cose però che ella sae antivedere e porre a tutte cose certo modo e certo fine.

[4] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 53, pag. 71.13: Quivi àe bambagia assai, vino, giardini, tutte cose.

8.5.1 Sopra tutte cose: più di tutto.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 313, pag. 611: lo Crïator del cielo molto glorificar / e sovra tute caose servir et aonorar...

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 65.14: Uno uomo avea fermato nel suo cuore di menare dolorosa vita per la morte d'una persona cui elli amava sopra tutte cose.

[3] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 75.3, pag. 296: Io son certa, messer, che voi m'amaste / di pura ed incarnata benvoglienza, / e sovra tutte cose disïaste / a me servire e stare ad ubidenza...

8.5.2 Locuz. avv. In tutte cose: sotto tutti gli aspetti, completamente.

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 3, pag. 147.28: Charne di fagiano sì è chalda e umida tenperata mente, e dona altresì buono nodrimento come charne di ghallina; e si tiene in tutte cose a natura di ghallina...

8.6 Più che cosa, più d'altra cosa, più di nulla cosa: rispetto a qualsiasi elemento della realtà, più di tutto.

[1] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.66, pag. 497: Li so capilli fôro / como lo bactut'oro; / la fronte latïosa / candida plu ke cosa...

[2] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Son. 16.4, pag. 734: Nobil pulzella dolce ed amorosa, / sovra ciascuna dogl[i]a è 'l mio dolore, / poi veggio impalidito lo colore / di voi, cui amo più di nulla cosa.

[3] Lodi Vergine, XIV in. (ver.), 10, pag. 79: Oi rosa encoloria del parais, / aolente plu ke n'è consa nesuna...

[4] Preghiera alla Vergine, XIV in. (ver.), 186, pag. 91: Ancor ê lo soo nomo eo te domando / k'en lo meo cor plui d'altra consa t'amo, / donandome la fontana e la vena, / ke tu...

- [Seguito da una rel.].

[5] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 3, pag. 29.23: Questo tempo presente è più caro che cosa che cci possa essere data.

[6] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 45.35: vanità per iniquità, ch'è 'l peccato, il fa più niente che cosa che sia al mondo.

[7] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 262, pag. 265: e clama k'ela vegna e dis: «Fijola mia, / tu sai ke eo t' amo plu ke consa ke sia...

8.7 Locuz. indef. Nulla, niuna, nessuna, veruna cosa: niente.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 36.9, pag. 361: de tut[t]e l'autre ell'è sovran'e frore, / che nulla apareggiare a lei non osa. / Di nulla cosa non à mancamento / né fu ned è né non serà sua pare, / né 'n cui si trovi tanto complimento...

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 36.27: Agamenon, Diomedes e Accilles, Aiax Locrius vennero a la vactalgia là dove era Ector, essi nulla cosa valendo...

[3] Lett. sen., 1260, pag. 268.18: (e) el detto Bonicho vi rispose (e) disse che voi andaste in buon'ora, che egli no pagarebe dele spese neuna chosa se Mino Pieri no li li mandasse dicendo...

[4] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 21, pag. 86.2: Et neuna cosa è più dolce che avere uno amico col qual tu possi parlare come con te medesimo.

[5] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 3: sì come disse lo savio, nessuna cosa peccano li occhi se l'animo ali occhi no(n) co(n)manda et si(n)gnoreggia...

[6] Poes. an. urbin., XIII, 10.84, pag. 559: K'io lo me poça tucto basare / e strectamente abraçecare, / e ppoçame refrigerare / l'angustia k'aio nel mio core. / Si questo voi non me facete, / con esso me crucifigete [[...]] Ma quella gente furïosa / no li nne fece neguna cosa...

[7] Poes. an. abruzz.>march., XIII sm., 288, pag. 128: Oi Seniore meo, con so doliosa! / Kà nnon ermane veruna cosa; / Tucta la vita mia onorosa, / Ka lu meo core mai no repusa!

[8] Stat. castell., XIV pm., pag. 210.18: A li giollari overo per reguardamenti de vanità nesciuna cosa donare debiano...

8.7.1 Fras. Essere nessuna cosa altro che, non esser altra cosa che / se non: essere nient'altro che.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De doctrina, cap. 1: Però disse s(an)c(t)o Agustino: ben dire (et) mal fare nessuna cosa è altro che séi medesmo cola sua p(ro)pia voce da(n)nare.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 1, pag. 86.21: Odio viene da dispiacere, né non è altra cosa se non ispiacimento.

[3] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 169.6: E Aristotel dis: Lo thron no è neguna altra colsa se no amorzament del fog ila nuvolia...

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 38.16: Quando l'uomo va avanti umilemente, e diritto come regolo e come corda, che equità non è altra cosa che igualità.

9 Locuz. cong. Concessa cosa che: dal momento che.

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 883, pag. 202: Concessacosaché in Abruczo venea / Per cacciare li nimici che in lo pagese havea...

9.1 Locuz. cong. Concessa de cosa che: dal momento che.

[1] Stat. cass., XIV, pag. 52.12: Li quali manco de lu salterio con li cantici che sono consuety cantanu p(er) tuta la septemana, concessa de cose che legamu ly s(an)c(t)i patry n(ost)ri uno iornu questa cosa fortemente vel nobelemente <co(m)piuti> h(ave)re co(m)piuti, la quale cosa nuy pigri (et) tepidy <Dio volysse> Dyo volga che i(n) tutta la septimana adimpiamu.

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 1, pag. 48.31: Ma cutale dicituri chi tenono tale opinione so' in errore, concessa de cosa chi li Mirmidoni sì s' appellano habitaturi de Thesalia, li quali poy la morte de lo re Peleo foro subiecti ad Achilles suo figlyolo commo a suoy verace vassalli.

10 Cosa che no: in caso contrario, altrimenti.

[1] Legg. S. Margherita, XIII ex. (piac.>ver.), 174, pag. 10: E la vesenda sì è così: / S'el ve plax nui la diremo, / Consa ke no, nen tornaremo.'

11 [Funzione neutra del pron. rel.:] ciò che.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.343, pag. 654: Ancor resposse Carlevar: / «E' so che tu di' monto ben, / ma cossa ài dito, zo me par, / che monto pocu n'è stao men / che no me azesi de furor...

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.32, pag. 210.27: molti danari furono loro sottratti, e molti ne perderono, e dal Papa non ebbono cosa volessono.

11.1 Locuz. rel. La qual cosa.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 13 (50), pag. 240.16: sere Petro, ch'è quialò n(ost)ro honorevele citadino, d(e) recevere, scì como lam(en)tando p(ro)pone, d(e) cutale v(ost)ro citadino C livre d(e)la n(ost)ra moneta [[...]]; e, anche scia lo t(er)mine passato, non à possuto avere alcuna satisfatio(n)e. Sup(r)a la quale cosa voglà p(ro)vedere e fare quello che se (con)vene per lo v(ost)ro hono(r)e...

[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 208.24: E prese Iecçalem con molti romani ke defendeano la citade e fecelo atrascinare per tucta la terra, la quale cosa poi ke fo saputo da li romani molto n'abero grande tristitia...

[3] Lett. sen., 1260, pag. 266.2: (e) p(er) ese lettare intendemo bene ciò che tu ne mandasti dicendo, (e) adoparene bene in ciò che a noi sarà da aoparare chagiuso. P(er) la q(ua)le chosa ti pregiamo te che tu istiei inteso (e) siei solecido a fare (e) adoparare bene ciò che tu ài a fare...

[4] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 102.2: In questa parte dice Tulio che Ermagoras dicea che lla controversia del genere avea quattro parti sotto sé [[...]]; della qual cosa Tulio lo riprende in tutte guise...

11.2 Locuz. rel. Quella cosa la quale / che.

[1] Doc. montier., 1219, pag. 47.15: It. lo signore (e) li co(n)suli ke sara(n)no electi nuovi debiano essar tenuti d'osservare tutte q(ue)lle cose ke -l vechi lo 'nporra(n)no col lor co(n)sillio...

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 51.24: Crede a mi qe lo toa fadiga no serà endarno en neguna parte, se tu mo' pervedras a mi de quele caose le qual eu son besognevole».

[3] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 53.13: Come se noi dicemo che lle malizie e le fedite sono materia del medico [[...]] altressì dicemo che quelle cose sopra le quali s'adopera questa arte et il savere ch'è appreso dell'arte sono materia di rettorica...

12 Locuz. interr. Che, chente cosa.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 18b.2, pag. 252: Amore m'à feruto, or per che cosa?

[2] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Galatea], pag. 61.10: Mai enpermordeçò eu aprovarai que caosa sea la toa lengua e la toa fe'...

[3] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2154, pag. 68: Avemo dito de questo mondo / E de que cosa è fato l'omo...

[4] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 2, pag. 88.9: Adonca comenzemo da Luy e doname a intende quente cossa è Deo.

[5] Stat. mess. (?), 1320, pag. 31.3: et li pirchipituri di kista cassia curinu studiosamenti sapiri et scriviri quanti et ki cosi tragirannu...

- Locuz. escl.

[6] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 15, pag. 78.17: Or vedi che cosa è questa penitenzia!

[7] San Brendano ven., XIV, pag. 158.33: O como io son 'treto da ogna parte e non so che me strenza nì con che cosa!

- Che cosa... e che.

[8] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 96.23: si conviene che 'l parliere che dice sopra questa materia diffinisca e faccia conto in brevi parole che cosa è sacrilegio e che è furto...

[9] Zucchero, Sfera, 1313-14 (fior.), cap. I, 1, pag. 97.3: e nel primo capitolo diceremo che cosa è spera e che è il centro de la spera e che è il polo del mondo e quante sieno le spere e quale sia la forma del mondo.

[10] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 49, pag. 68.15: Que cosa de' l'omo [cerchar] e ke schivar en quela k'el de' tor per mujer.

- [Con elisione di che].

[11] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 160, pag. 185: A lo letto ne gimo a la bon'ora, / ché chissa cosa n'è data in ventura.

[12] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 22.1, pag. 95: Antonio, cosa ha fatto la tua terra, / Ch'io non credea che mai possibil fosse?

[13] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 84.4, pag. 354: Degna cos'è che lla nomea comparta / delle soventi rime vostre il quillo, / però che spirto uman potre' mai dirlo / cos'è che per altrui detto non parta.

12.1 Locuz. interr. Qual cosa.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 85.24: Que o qual cosa pò esere a mi de quisti veci o de queste tençone? Niente».

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 5: unde s(an)c(t)o Agostino disse: qual cosa è pió avara che quella ala quale Dio no(n) vasta?

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 34, pag. 31.4: Qual cosa è in voi, perché l'uomo non vi debba fuggire e schifare?

13 [Con funzione prolettica:] una cosa... cioè / che.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 51, pag. 265.6: ma una cosa ci ha ch'è propriamente tua, e in nullo modo ti può essere tolta, cioè la volontà.

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 18, pag. 148.20: però che tutti li homini di questo mondo, che in del mondo intendeno alle grandesse et alle potentie et alle ricchesse, non cercano se non una cosa, cioè essere sopra 'l cilio, cioè essere veduti dalli altri.

[3] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), III, 61, pag. 194.24: che sì come detto è, nel tropico Cancri è magiore caldo che possa essere [[...]] Dovemo sapere che quello medesimo doviamo intendere de la regione ch'è sotto 'l tropico Capricorni sì come del tropico Cancri, se non se in una cosa cioè che pigiore abitazione è sotto il tropico Capricorni che sotto il tropico Cancri.

[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 45, pag. 63.24: En una cosa elli ven laudadi: k'elli è solliciti a far algune cose ad honor de Dio...

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