DICHINARE v.

0.1 dichina, dichinan, dichinando, dichinante, dichinare, dichinata, dichinate, dichinavano, dichini, dichino, dichinòe.

0.2 DEI s.v. dichinare (lat. declinare).

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.).

0.7 1 Muovere verso il basso, calare (anche fig.). 1.1 Tralasciare, abbandonare. 2 Discendere, derivare o svilupparsi.

0.8 Elisa Guadagnini 17.09.2004.

1 Muovere verso il basso, calare (anche fig.).

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz.tta 3.39, pag. 266: Trag[g]ete simiglianza / da l'amorosa usansa, / che dà al pic[c]iolo onore / in gran guisa talore, / e 'l ben possente a la stasion dichina.

[2] Bondie Dietaiuti, XIII sm. (fior.), Canz. 2.4, pag. 121: Madonna, m'è avenuto simigliante / con' de la spera a l'acellett'avene, / che sormonta, guardandola, 'n altura / e poi dichina, lassa, inmantenante / per lo dolzore ch'a lo cor le vene, / e frange in terra, tanto s'inamora.

[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 85.10, pag. 237: Perché mi sdengna lo suo gran valore / né si dichina ver' di me neente.

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 6, cap. 24, vol. 3, pag. 85.7: 'l giuoco dichina talora l'uomo a vituperio ed a cominciamento di lussuria, e di cosa vietata dalla legge...

[5] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), [Pt. 4. Fisonomia], pag. 177.5: E colui la qui bocie è di mezano suono, dichinando più a ssotiglieza che a grosezza, de esere per ragione discreto veracie e giusto.

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 12, pag. 22.22: Il diletto dell'uomo serba alla fine la più dilettevole cosa. Dunque è l'etade dilettevole, quand'ella viene al dichinando, non essendo dichinata del tutto, e ancora quella diretana età, ch'è presso alla fine, ha suoi diletti, secondo la mia sentenza, o almeno in luogo di diletto succede non esser bisognoso d'alcuna cosa, perch'egli è dolce cosa avere abbandonato tutte cupidigie.

[7] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 8, cap. 39, vol. 2, pag. 186.7: i Perugini per loro alterigia mai si vollono dichinare ad alcuno accordo...

[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 32, pag. 467.23: Alexandro e Napoleone foron contaminati in questo vitio, e foron signori dove dichina lo fiume de Bisenzo, in Toscana, idest in la valle [Falterona].

[9] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 28, 64-90, pag. 726.13: a Marcabò dichina; cioè discende a Marcabò...

[10] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 7, 40-51, pag. 156.1: Ma vedi già come dichina il giorno; cioè che si fa sera: imperò che 'l sole va a basso...

[11] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 39.8: 'l cor ne spasma e la mente vaccilla, / temendo, donna, che la tuo sintilla / non arda meco e con altrui s'afronti / perché de imo mai cime de monti / avien che se dichini in bassa villa.

1.1 Tralasciare, abbandonare.

[1] Carnino Ghiberti, XIII sm. (fior.), 2.49, pag. 62: merzé prego, per Dio, / che non mi stea guerero / il su' dolze amor fino: / ag[g]ia in me provedenza, / ch'io non vegna in falenza, / ch'io d'amar non dichino.

2 Discendere, derivare o svilupparsi.

[1] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), I, ott. 34.4, pag. 11: Elena poi, che si sedea fra l'erba, / chiamata fu da questa Caterina; / nemica Elèna d'ogn'altra superba, / da cui valore e leggiadria dichina...

[2] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 21.28, pag. 55: e chiamasi rapina; / Che fa chi la sostiene star dolente. / E in più altri modi si dichina / Con ingiustizia, a danno e a vergogna / Di chi si de' atar sera e mattina.

[3] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 16.49, pag. 229: Dal re Inacus il nome dichina / d'Inaco fiume, che pare uno strale: / sì corre, quando pioggia vi ruina.

[u.r. 20.04.2010]