0.1 debel, debel', debele, debeli, debelissimo, debelle, debigli, debil, debil', debile, debili, debilissima, debilissimo, debilissimu, debilj, debol, debol', debole, deboli, debolissima, debolissime, debolissimo, debolli, debue, debuli, deule, devele, dévele, devili, dibele, dibigli, diebili.
0.2 Lat. debilis (DELI 2 s.v. debole).
0.3 Pamphilus volg., c. 1250 (venez.): 1.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Simintendi, a. 1333 (prat.); Doc. lucch., 1334.
In testi sett.: Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Lett. bologn., XIV pm.; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Passione genovese, c. 1353.
In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. assis., 1329; Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. cass., XIV; Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Stat. catan., c. 1344; Simone da Lentini, 1358 (sirac.).
0.7 1 Privo di forza (anche fig.). 1.1 Venire a debole stato: indebolirsi. 1.2 Che non ha forza sufficiente per il suo scopo o per esercitare la sua azione (in partic. delle facoltà umane fisiche e intellettuali). 1.3 [Detto di un'argomentazione o di un discorso:] che non riesce a convincere o è inadeguato allo scopo. 1.4 Che non usa forza eccessiva. 2 Che non oppone forte resistenza. 2.1 Privo di difese. 2.2 Privo di fermezza morale. 2.3 [Detto di una situazione politica o civile:] non solidamente fondato. 3 Che può rompersi facilmente. 3.1 [Di un terreno:] che tende a franare. 4 Sost. Chi non possiede sufficiente forza fisica o morale. 4.1 Chi è ammalato.
0.8 Marco Berisso 11.11.2004.
1 Privo di forza (anche fig.).
[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Panfilo], pag. 47.21: E chascun amore lo qual non è pasudo, çoè saciado de çogi e de solaci, sì è debele et enfermo.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 574, pag. 170: No serav hom al mondo ke tanto tormentasse, / Ni amorbao e debile, ke tut no resanasse...
[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 23: [8] Et du(n)qua no(n) dèi tollere lo tuo amore al tuo amico p(er)ch(é) elli sia del suo corpo sosso, uvero picculo, uvero debile se elli è buono in altre cose...
[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 1, cap. 13, pag. 146.27: E perciò che quando l'uomo e la femmina non sono in congionzione perfetta, o ch'ambedue sieno troppo giovani, o l'uno sie troppo vecchio, e l'altro troppo giovano, non fanno perfetti figliuoli, anzi sono debili, ed ànno infermità del corpo...
[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 2, pag. 197.24: Diffiditi tu de li Dii, che tu non sappi loro grado de le vittorie che ài avute? Tieni tu la quistione del senato a così debile stato, che tu non la sai abbandonare a fortuna, e mettere tua gente in adventura?
[6] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 37.3, pag. 582: Se per pietate mercé non soccorre / la poca vita, che rimasa m' è / dentro nel debel cor, che stato s' è / dolendo, sì come più se pòi porre...
[7] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 8, pag. 33.22: Et fugendu insembli di fora la chitati per salvarisi, la citella, la quali era delicata et debili per natura, non usata a fatiga, non putendu plui fugiri, fu stanca et vinni minu.
[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 7, pag. 138.18: El c. che à l'orecchie pe(n)de(n)ti et grandi et l'occhi en entro serrà sempre lentu et debele.
- [Astr.].
[9] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 4, pag. 185.22: E se noi trovaremo una cità o una provincia cum grandissima pace, è segno che Iupiter [[...]] sia forte e potente en quella provincia o en quella cità, e Mars li sia debele.
1.1 Venire a debole stato: indebolirsi.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 28, pag. 448.12: cioè a dire che la nobile anima, conoscendosi non avere più ventre da frutto, cioè li suoi membri sentendosi a debile stato venuti, torna a Dio, colui che non ha mestiere delle membra corporali.
1.2 Che non ha forza sufficiente per il suo scopo o per esercitare la sua azione (in partic. delle facoltà umane fisiche e intellettuali).
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 40, pag. 511.19: e già incominciando la battaglia, colla spada percosse nel braccio, e fatto per quella fedita debole della mano, fue constretto in terra il gonfalone dichinare.
[2] Dante, Vita nuova, c. 1292-93, cap. 41 parr. 1-9, pag. 160.18: con ciò sia cosa che lo nostro intelletto s' abbia a quelle benedette anime sì come l' occhio debole a lo sole...
[3] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 40.37, pag. 109: Grande forte misteri / a prova manifesta omo che vale, / ché forte e grande om ben ben vi fina, / e vi gaude, v'affina; / ma quale è, como eo, debile e poco, / quasi n'è cera a foco...
[4] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 309, pag. 572: Porco salvagio e bufaro e cervi semegllanti / nutrimento grossissimo facino tucti quanti, / che à stomaco devele serria folle et ausanti / s'illo multo mandúcande...
[5] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 47, pag. 135.15: Ké, s' elgl' è la fede e non ce posson esser l' opere, non serà sì bone, e molto debelemente potremo esser a li vostri servicii, perké la debele mano gran opera non pote fare.
[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.9, pag. 9: nutrito so 'n delicii, no lo porrìa patire; / lo celebr'aio debele, porrìa tosto 'mpazire...
1.2.1 [Detto della voce:] che si sente a malapena.
[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 10, vol. 2, pag. 172.27: Que issu, affirmandu di pruvari que lu veninu era aparichatu ad issu da lu accusatu per testimonij, per instrumenti et per turmentari, issu usau di remissu vultu et di vuci infirma et debili et di solta maynera di parlari.
[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 54, pag. 209.19: Ma non per tanto così, com' ella poté, si sforzò di parlare, e con debole voce, rotta da molti singhiozzi di pianto, disse...
[3] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 895, pag. 58: E lui, che sempre i miseri chonforta / che a lui se torna chon verasia fede / e che vera speranza siego porta, / inver de mi se mose, soa merzede, / chol debele parlar, aflito e stancho...
[4] Passione genovese, c. 1353, pag. 35.25: Ma la soha voxe era fayta per lo piamto sì debel e sì rocha, che ella non poeyva esser odia.
- Fig.
[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 122.18: Però ch' elli giudicavano, colui essere cittadino di debile loda, il quale usasse li debiti officii della republica non per sua propria volontade, ma per comandamento.
1.2.2 [Detto del sonno:] che si interrompe facilmente.
[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 43, pag. 187.24: Tanto fu a Florio più il dolore delle vedute cose che l' allegrezza della futura vittoria a lui promessa da Venere, che piangendo elli forte, e veggendo partire la santa dea, rompendosi il debile sonno, si destò...
1.2.3 [Detto di fonte luminosa:] che emana poca luce.
[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 11, pag. 166.20: per ciò che 'l cielo 'ersera non fu vermellio quando lo sole si colcò; nel mezzo dì ebbe deboli raggi e fue sì languido, che non ebbe segnale veruno di buon tempo.
[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 147.2, pag. 61: Il nocchier disse a Cesare: «Signore, / i' vidi il sol ch'avea deboli raggi, / la luna inviluppata di buiore, / e 'l tempo non dimostra buoni oraggi.
1.2.4 [Detto del vino:] a bassa gradazione alcolica.
[1] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 12, pag. 515.35: e così, sostenuta lungamente la sete, non che i deboli vini, ma l'acqua, e ancora la non pura, piaceva e appetitosamente si beveva...
1.3 [Detto di un'argomentazione o di un discorso:] che non riesce a convincere o è inadeguato allo scopo.
[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 75.9: E dice ch' è quella scienzia per la quale noi sapemo ordinare li argomenti trovati in luogo convenevole, cioè i fermi argomenti nel principio, i deboli nel mezzo, i fermissimi, co' quali non si possa contrastare lievemente, nella fine.
[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 38, pag. 37.6: Questo ornamento à molto luogo quando il dicitore per cose verisimili vuol provare alcuna cosa; perché, dette molte cose le quali son debili ciascuna per sé, ragunate tutte in uno luogo par che facciano piena fede...
[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 1, vol. 2, pag. 146.5: Ca et lu accusaturi pruvava la sua intenciuni plenariamenti et li diffinsiuni di lu accusatu eranu multu debili; et quilli qui lu avianu a iudicari per grand'ira adimandavanu disiyusamenti la sua pena.
[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 3, pag. 358.14: Deboli lettere [sono queste] a ricontare et imprimere nelli animi questo miracolo, perchè non è un altro Cicerone, che assai degnamente possa compiangere cotale caso di Cicerone.
1.4 Che non usa forza eccessiva.
[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 28, pag. 443.10: come lo buono marinaio, come esso appropinqua al porto, cala le sue vele, e soavemente, con debile conducimento entra in quello; così noi dovemo calare le vele delle nostre mondane operazioni e tornare a Dio con tutto nostro intendimento e cuore....
2 Che non oppone forte resistenza.
[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2, pag. 180.21: E lo vapore acqueo, moltiplicandose d'atorno a questo, combatte con esso e constregnelo ensieme per forza, sì che questo non pò patire en quello luoco, rompe lo vapore acqueo da· lato più debele e corre entro per esso...
[2] Stat. sen., 1301-1303, cap. 16, pag. 14.23: La pezza del zondado debile, IIIJ denari kabella; et passagio IIIJ denari.
[3] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 43, pag. 224.31: E la ragione si è che la ragione de l'omo si è a modo d'uno regolo debile e leno, il quale si può torcere e piegare in ogne parte...
[4] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu modu..., pag. 573.1:. E quandu tu li micti lu frenu ungi lu morsu di lu frenu cun meli, oi cun altru licuri dulchi; lu frenu dissi ki sia leiu e debili, pirzò ki li fa minu mali in la bucca...
[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 1, pag. 77.37: E con questa arme si difendono le cittadi e le castella e l' altre fortezze quando sono combattute, e li luoghi deboli.
[2] Doc. fior., 1311-50, 84 [1350], pag. 676.17: vogliamo che, sanza niuno indugio, gli dobbiate fare rifare et afforçare la Terra in ogni parte, dove vi paresse debole.
[3] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 123.5: Puoi ce fece carvonara cupe, là dove lo luoco era debile.
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 186.15: Qual'è cosa sì dura, che grande e ferma voglia e sollicita e ssaggia operassione non ben finisca? Ma vostra voglia è vile e debile molto, e pare che catuno dicha 'non tocch'a me; e, se mmi toccha, non tanto che voglia me travagliare'.
[2] Libro pietre preziose, XIV in. (fior.), pag. 319.32: E quanto più presso al cuore si porta adosso, tanto più il conforta, fortificandolo contra i debili pensieri e contra molte altre cose.
[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 4, pag. 132.17: jn tal maynera, jn pirsuna di hominj infirmi e debili in virtuti sì dissi killa sintencia...
[4] Lett. bologn., XIV pm., pag. 56.6: Ancora dixe: «Quando l' omo è apareclato a sostenere le tribulatione e l' inçurie per amore de Cristo, tanto è grande apreso a Dio e non più; e quando el l' è debele a sostenere i dolori e l' inçurie, tanto è più picolo apreso a Dio».
[5] Novella d'un barone, XIV (fior.), pag. 24.8: O malvagio mondo e carne debole, come ti lasciasti ingannare al nimico infernale!
2.3 [Detto di una situazione politica o civile:] non solidamente fondato.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 24, pag. 344.31: E ancora dipo' la grande e spessa tempesta della battaglia d' Italia, che non si potea per Italia securamente andare, così temeano tutti della debole pace, sanza quelli grandi pericoli delle cittadi che male si voliano.
[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.4, pag. 134.30: e presono tanto ardire, che feciono ordini e leggi, che duro sarebbe suto di rimuoverle. Altre gran cose non feciono, ma del loro debile principio ferono assai.
[3] Doc. lucch., 1334, pag. 280.22: A presso notificare et narrare a' decti signori lo luogo u' li decti nimici ora sono posti, e come considerando la debile conditione di Lucca e lo podere de' nimici, li decti nemici ponno continuamente cavalcare sopra Lucca e d' ogni intorno per lo contado...
[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 9, vol. 1, pag. 19.5: Allora sì mandò Romolo per consiglio de' Padri [[...]] dicendo, che così nascevano le cittadi d'uno piccolo e debile cominciamento, come le altre cose...
3 Che può rompersi facilmente.
[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 20a.12, pag. 484: Prendete la canzon, la qual io porgo / al saver vostro, che l'aguinchi e cimi, / ch'a voi ciò solo com'a mastr'accorgo, / ch'ell'è congiunta certo a debel' vimi...
[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 342.1: e non v' è di lungi lo spesso bosso e le debili genestre, né vi sono di lungi i sottili cithi e l' onorato e festeg[g]iato pino...
[3] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 13.31, pag. 368: Che, come il fior ch' è debole ed aperto, / Sta a gran rischio quando il vento il giungnie, / Così quel dono per legièr forza / Si può disperder e tornare in vano.
[4] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 191.11: la nostra carne è più cadevole che 'l fiore, il quale in picciolo spazio è giovane e vecchio, siccome la tela che tesse lo ragno è debile, così la vita nostra è debile e fragile.
3.1 [Di un terreno:] che tende a franare.
[1] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 115.1: ed era tanto oribile chosa a pensare quando si vedeva cho' l'ochio la grande ruina, ch'aveva fatta l'aqua per tutto, ché dove aveva trovato el tereno debole, ogni chosa ne menò.
4 Sost. Chi non possiede sufficiente forza fisica o morale.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 9, pag. 43.1: Dio onnipotente, difenditore de' deboli, e punitore de' malvagi, per l' acque del mare rosso fece via, e d' ogne parte lo fermò in modo di monte, acciò che agli Ebrei fosse via secura...
[2] <Tesoro volg.(ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 26, vol. 4, pag. 89.13: sì come fè Catellina, [[...]] quando egli disse a loro, che ciò non era per male, anzi per aiutare li debili, e li meno possenti, sì com'egli avea sempre in costume.
[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 135.1: Quegli diede i forti alla morte: vincete voi i debili, e ricevete voi l'onore del padre.
[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 6, pag. 678.5: E nondimeno la misericordia di Dio è sopra i prelati e sopra i sudditi e sopra i cherici e i laici, e sopra maschi e femmine, e sopra giovani e vecchi, sopra deboli e forti, sopra infermi e sani...
[5] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 20, par. 1, vol. 2, pag. 64.16: XII piscaturi intra tuctu lu mundu paganu, poki contra multi, debuli contra forti, ydioti contra licterati, morti contra tiranni...
4.1 Chi è ammalato. || In dittol. sinon. con infermo.
[1] Stat. assis., 1329, cap. 4, pag. 166.29: ma ello luocho dello oratorio niuno ce pò fa' bevere, né mangiare, se no aqua, per alcuno muodo o cagione, salvo i guardiane della casa e i debili, overo imfirmi.
[2] Stat. catan., c. 1344, cap. 9, pag. 39.15: Ancora non poça dari a maniari di la carni ad alcunu di li frati senza licencia di lu abbati, exceptu a li infirmi et a li debili.
[3] Stat. cass., XIV, pag. 83.16: Set et carnium esus infirmis et omnino debilibus pro reparacione concedatur. S(et) (et) lu manducare de la carne alli i(n)firmi (et) alli debili p(ro) r(e)p(ar)acione sia (con)cessa...
[u.r. 19.02.2022]