DIGNITOSO agg.

0.1 degnitosa, degnitoso, denitosa, denitosi, denitoso, dignitosa, dignitose, dignitoso, dignitoxa, dinitosa, dinitoxo.

0.2 DELI 2 s.v. dignità (lat. dignitosum).

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Bindo di Cione, 1355 (sen.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. mant., XIII/XIV; Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

0.7 1 Che ha pregio, valore e bellezza. 1.1 Che, essendo prezioso, pertiene a chi ha una carica elevata. 1.2 Che appartiene a una classe sociale elevata. 2 Che ha dignità morale e si mantiene nei limiti del decoro.

0.8 Massimiliano Chiamenti 14.02.2005.

1 Che ha pregio, valore e bellezza.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 960, pag. 209: L' un se ne passa a destra / e l' altro ver' sinestra, / lo terzo corre in zae / e 'l quarto va di lae: / sì ch' Ëufrade passa / ver' Babillona cassa / i· Mesopotanìa, / e mena tuttavia / le pietre prezïose / e gemme dignitose / di troppo gran valore / per forza e per colore.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio rose cum viola, 231, pag. 85: Ella no è avara, vana ni orgoiosa, / Perzò do tal sententia, k'ella è plu virtüosa; / Compensando tut cosse, ella è plu dignitosa, / Zo dig salvand l'onor dra rosa specïosa».

[3] Poes. an. mant., XIII/XIV, Bela polcela, 5, pag. 234: Bela polcela çoyosa, / conta e amorosa, / mercé, dolce dona mia; / donaym'el vostr'amor. / Bela polcela denitosa / ch'e' de grande cortesia, / la vostra cera amorosa / me ten in segnoria; / açay mercé, dona çoyosa, / ch'e' sonto in toa baylia; / s'e' mor, là ch'e' me sia, / son gay per vostr'amor.

[4] G. N. da Polenta, Rime, a. 1330 (ravenn.>ven.), 9.8, pag. 219: Più d'altr'amante me dez'alegrare / e star sempre zoioso, / ch'Amor per grazia m'ha fatto montare / en stato degnitoso, / ed ha dato reposo / al meo grave languire / faccendome sentire / con caunoscenza 'l sou gentil valore.

[5] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 1, pag. 352.17: E pongono, che lla prima etade reggesse Saturno, e quella essere detta d' oro, tutta largha e benivola, che come l' oro puro e sança alcuna mistura, così questa etade fue sança alcuno viçio. La seconda à Giove, simile a l' argento; tanto meno dignitosa quanto l' argento à più mistura che l' oro; nella quale gli uomini cominciano a guadangnare e avere propio.

[6] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 42.83, pag. 95: Quelo Deo chi volse tuti redimire / sì 'n digia gratia che nu possema cire / a quella sancta gloria a vedere / sì gaudiosa; / e la ragina verçene preciosa, / madre de Christo tanto virtuosa, / sì ne menne in quella luxe dinitosa / celestiale.

[7] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 14a.7, pag. 231: Posso tuto e' no me defendo / da questa morte cussì crudele e dura, / açò che vita dignitoxa e' renda / a tuti quî ch'è de l'umana natura.

1.1 Che, essendo prezioso, pertiene a chi ha una carica elevata.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 18, pag. 93.16: Il papa quando consecra (credo), sì vi sono i molti vescovi: nullo dee tenere in capo corona di gemme, ma feriali, solo il papa tiene corona dignitosa, acciò che paia bene segnore di cui dee essere l'onore e la gloria.

1.2 Che appartiene a una classe sociale elevata.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 8, pag. 98.16: Menzione fatta de la città, da la quale la nostra cittade trasse diritti principii, il divino Julio, [e] sua dignitosa schiatta ci si para inanzi, il quale, Gajo Cassio, (che non è mai da ricordare senza proemio di publico patricidio), conciofossecosa che nella battaglia sopra Macedonia con ardentissimo animo soprastesse, vide in abito più eccellente che umano, coperto d' uno paludamento di porpore con minaccevole viso, e spronato il cavallo fare assalto contra sè.

2 Che ha dignità morale e si mantiene nei limiti del decoro.

[1] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 97, pag. 255, col. 2: Ma quello è pianto dignitoso / che torna poi molto gioioso, / e quella è gioia molta ria / che torna in pianto tucta via.

[2] Gl Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 71, pag. 80.3: Che se 'l parlare sarà in favellar dignitoso, il quale s'appella grave in volgare, sì proferrà il dicitore la sua parola con piene guance e con boce consolata e piana, ma non di soperchio, sì che s'esca dell'usanza del parlare, come fanno i poeti ch'ànno a recitare tragedia.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 3.8, vol. 2, pag. 37: El mi parea da sé stesso rimorso: / o dignitosa coscïenza e netta, / come t'è picciol fallo amaro morso!

[4] Bindo di Cione, 1355 (sen.), 12.103, pag. 106: ve' la suo contenenza e 'l forte petto, / che senpre fu ricietto / d' ogni virtù e onorato ostello. / Egli ha con lui il savio Cicerone: / Fabio Massimo è quel ch' è di rinpetto, / che tien per mano stretto / e il dignitoso e nobile Marcello.

[5] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 14a.7, pag. 231: Posso tuto e' no me defendo / da questa morte cussì crudele e dura, / açò che vita dignitoxa e' renda / a tuti quî ch'è de l'umana natura.

[u.r. 09.01.2009]