DINEGARE v.

0.1 denega, denegando, denegante, denegar, denegarà , denegare, denegari, denegarò, denegasi, denegasse, denegasseno, denegassero, denegassi, denegata, denegati, denegato, denegatu, denegau, denegava, deneghare, deneghema, denegherae, denegò, deneguare, dinega, dinegai, dinegando, dinegantilo, dinegarà , dinegare, dinegarono, dinegasse, dinegassi, dinegata, dinegate, dinegati, dinegato, dinegatosi, dinegava, dineghare, dineghi, dineghiamo, dineghò, dinegò, dinegó, dinegòe, dinegolli, diniando, diniega, diniegano, dinieghano, dinieghi, dinigarlilu.

0.2 DEI s.v. dinegare (lat. denegare).

0.3 St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.): 1.

0.4 In testi tosc.: Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Stat. prat., 1347; Stat. lucch., XIV pm.; Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Elucidario, XIV in. (mil.); Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.).

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Rifiutare assolutamente. 1.1 [Dir.] Rifiutarsi di comparire in giudizio per prestare giuramento. 1.2 Dichiarare di abbandonare (una fede, un credo) (una fede, un credo). 1.3 Venir meno, sottrarsi a qsa. 1.4 Lo stesso che negare, disconoscere.

0.8 Massimiliano Chiamenti 13.12.2004.

1 Rifiutare assolutamente.

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 252.23: Et folli denegato lo triumpho e Cesar fo molto recoluto et demorao ad Rimino con tutti li soi in pavilioni per iij anni.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 37: [4] permessiva è quando ad alcuno no(n) de(n)gno dinega la sua gratia cessando la faccia sua da lui p(er) li peccati suoi [5] (et) Elli, soctragendo la sua faccia da lui, in cutal modo pare che vieti a cutale inde(n)gno peccare et p(er) gli alt(r)i peccatori co(n)sente che sia punito...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 23, pag. 340.11: E coloro che uccisero Sertorio non fuoro arditi d'addomandare da' Romani guiderdone, perchè sapiano che fue dinegato a coloro, che uccisero Viriato.

[4] Poes. an. urbin., XIII, 11.75, pag. 562: Però ki à falluto - e vol tornare, / no li pòi denegar - tua cortesia. / A lo sancto latron[e] / tu perdonasti tucto lo peccato, / perké dirictamente te scusao / como sença rasone / tu eri a cquella morte condannato, / e sseve peccatore confessao.

[5] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 61, pag. 171.5: apensatemente dicere quello ke dicer li convene, intendere lo povero sì como lo richo, non denegar soa audiencia ad alcuno, quando la pote dare.

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 5, cap. 11, pag. 167.26: Se ne la briga di mia morte entraranno li gran fatti che io ò intrapresi, a ciò mi riconforto che i'ò conquistata Francia e Spagna, et ò fatto tanto che i'ò li onori di Roma, ma tutti malgrado de' nemici; li quali onori Pompeo mi aveva dinegati.

[7] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 68, pag. 312.8: Con çò sia cosa che la gracia domanda merito e lo merito requera [gratia], no se satisfae a la gratia quando ella è data o facta a la persona indigna de çòe. E somiante no se responde al merito quando a la persona per merito digna è denegata la gratia.

[8] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 35, pag. 195.17: E tu di' saver k'el fo apelado in lengua grega Antimos, zoè a dir contrario, in lengua hebrea Arnoymè, zoè [a] dir denegar, in lengua latina Titan, zoè a dir sol on gigante.

[9] Giovanni Quirini, XIV s.-t.d. (tosc.-ven.), 22.2, pag. 38: Quando alcun falla e rechieda perdono, / qual lil denega è fuor d'humanitate, / ché la divina e somma bonitate / ne rende gratie e fa libero dono / de nostre colpe, purch'el surga un buono / pensier che mova cum humilitate / a dir mercede a l'alta Trinitate, / e cum la labra facia l'altro sòno.

[10] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 5, vol. 2, pag. 130.21: Eciandeu grandissima parti di la guerra di li Morei fu consumata da quistu homu. Adonca non potti lu populu denegari lu consulatu a quillu homu, a lu quali issu avia di dari incontinenti da poy duy pruvincij, zò esti Achaya et Macedonia.

[11] Stat. perug., 1342, II.26.1, vol. 1, pag. 392.20: Semeglantemente a cotagle non cautelante el benefitio de la ragione deggano denegare: ma quisto statuto s'entenda e luoco aggia sì en gle forestiere cho' en gle citadine peruscine e de tutto el contado e del destrecto de Peroscia.

[12] Stat. prat., 1347, cap. 17, pag. 20.5: E qualunque de' decti compagni contradiasse o contradicesse, overo dinegasse al messo della decta arte, overo ad altro messo, overo famillia mandata da' decti rectori per li facti e cagioni della decta arte, alcuno pegno overo preda; i predecti rectori possano e debbiano torre per pena a quello cotale che contradiasse overo contradicesse, per ciascuna volta, soldi cinque di denari piccioli.

[13] Stat. lucch., XIV pm., pag. 88.7: Et non sia licito ad alcuno frate prestare ad alcuno homo, che non sia frate et non porti l'abito, la pecunia dello hospitale et non ricevere in prestança la pecunia altrui sença consentimento del suo priore. Et dineghiamo al postucto che nessuno frate sia ne entri per pagharia et malevaria.

[14] Lett. volt., 1348-53, pag. 167.21: onde noi mandamo ad te el priore da Puliciano nostro procuratore, credendo che tu ci volessi fare ragione, e che quella non ci denegassi: et tu ci scrivesti una tua lectera, dela quale assai ci siamo meravigliati...

[15] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. VI, cap. 16, pag. 711.10: E se della presentacione delle lettere dell'Apostolica Sedia o d'esso Rectore e de sua corte, sopra li facti proprij de la Romana Ghiesia o della corte d'esso Rectore altramente mandate denegarà de fare l'instrumento o maliciosamente indugiarà, sia sospeso per V anni dall'officio del notariato...

[16] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 4, pag. 145.32: E, 'nanti ch'io proceda più avanti, move un dubio D. nel fin del capitulo precedente e dice che esso non passò el fiume de Acheronte, però che Caron li denegò la nave per passarlo...

[17] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 28.68, pag. 283: Altro non chier' che vostro bene e fama, / altro che vostro onore e cortesia, / né mai la mente mia / de contrario penser non sperò pace, / che quello è iusto prego che non chiama / cosa che torni in danno o villania, / ma quel che onesto sia, / e chi 'l denega alor, gran torto face.

[18] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 122.2: Gentil catella mia, che del mio male / meco ti duoli e denegar no ·l puoi, / lèvate quinde, se levar ti vòi...

1.1 [Dir.] Rifiutarsi di comparire in giudizio per prestare giuramento.

[1] Stat. sen., c. 1303, cap. 82, pag. 130.18: Anco statuto et ordinato è, che qualunque otta lo camarlengo del detto Padule rinchèrrà li signori del Padule, o vero bisognasse el detto camarlengo andare denanzi al detto Sindaco, e li detti signori denegassero o vero fussero negligenti andare co' lui a la sua rinchiesta, sia condannato e punito ciascuno di loro per ciascuna volta in IIJ soldi, li quali si convertano in utilità del detto Padule.

[2] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 76, vol. 1, pag. 95.24: Et qualunque denegasse fare consèllio, se s'adimandasse, sia condennato per lo sindaco del comune in X libre di denari per ciascuna volta.

[3] Stat. pis., 1318-21, cap. 68, pag. 1127.19: E se alcuno mercatante, lo quale usato sarà di fare et operare mercantia in del detto castello, e contumace sarà, e fare denegherae lo saramento soprascritto alli consuli del dicto Porto, ad petitione delli detti consuli o vero dell'uno di loro, costringerò lo denegante fare lo detto saramento alli consuli soprascritti.

1.2 Dichiarare di abbandonare (una fede, un credo).

[1] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 3930, pag. 152: Quando Eustadio lo çentil / Ave intendudo ben per sotil / L'enperador e soa rechiesta, / Ch'ello li faxea cosí manifesta / En prexençia de bony e rie, / Perch'el no adora li suo die, / Ben vete, ch'ello è a ço messo, / Ch'ello li convien responder adesso. / Perçò non volsse denegar / La sua fe ni plu çellar; / Ma tutavia prega de bon cor / Subitamente lo sso criator...

[2] Barlaam e Iosafas (S. Genev.), XIV pi.di. (pis.), cap. 17, pag. 287.18: [12] «Rei - ciò disse Arachim - non sii irato, allegrati: io non dispero neente di questo, che io ó fidanssa di farlli dinegare la doctrina di quello ingannatore, e farolo consentire ala tua voluntà.

1.3 Venir meno, sottrarsi a qsa.

[1] Doc. ven., 1363 (3), pag. 302.11: Perçò ad peticion dela dita Franussa, ala qual justicia non podemo denegar, te çetamo et chomandemoti che infra dì XV proximi chi deve vignir dalo dì dela presentaçion de questo nostro comandamento, chi ti serà fatta davanti a numerare, personalmente over per tuo legitimo procurador debi partirte da Veneçia per vegnir et comparer a Ragusa davanti de nui ad prosequir la dicta question...

1.4 Lo stesso che negare, disconoscere.

[1] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 136, pag. 308.30: Ché, con tutta la loro ciechitá, non possono fare che almeno con uno poco di lume naturale non veggano la bontá mia e il benefizio della mia providenzia, la quale truovano (e non la possono dinegare) nella prima creazione e nella ricreazione che ha ricevuto l'uomo nel Sangue, ricreandolo a grazia, sí come detto t'ho.

[u.r. 15.12.2017]