DIMESTICHEZZA s.f.

0.1 dementechecça, demestegeça, demestegheça, demestichessa, demesticheza, desmestegueça, dimesticheça, dimesticheçça, dimestichessa, dimesticheza, dimestichezza, dimestichezze, domestegeçça, domestegheça, domesticheza, domestichezza, dommestegheça.

0.2 Da dimestico.

0.3 Lett. sen., 1265: 1.

0.4 In testi tosc.: Lett. sen., 1265; Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

0.7 1 Consuetudine a frequentare ed intrattenere rapporti di amicizia con qno o a vivergli accanto; familiarità. 1.1 Fig. Consuetudine con una condizione, gen. a carattere morale, esistenziale o astratto, cui di fatto si appartiene. 1.2 [Per eufemismo:] consuetudine di intimità sessuale.

0.8 Massimiliano Chiamenti 21.02.2005.

1 Consuetudine a frequentare ed intrattenere rapporti di amicizia con qno o a vivergli accanto; familiarità.

[1] Lett. sen., 1265, pag. 405.25: Guido Toscho di Parma sì à fati pani di q(ue)sta fie(r)a p(er) la sua (chon)pagnia, (e) andarasene chon esi, (e)d àmi deto q(ue) i falirano intorno di ciento l., (e) q(ue) vole q(ue)d io li li p(r)esti; la quale chosa no vorei q(ue) fuse mistiere, ma se mistiere sarà sì credo di p(r)estarlili, p(er)q(ué) mi parebe una crudilità a no p(r)estarlili, tanta dimesticheça avemo avuta chola sua (chon)pagnia, (e) avaremo anchora, se Dio piacie.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), Liber cons., cap. 31: [24] unde è scripto: colo schiernitore no(n) avere co(m)pangnia, le suoie paraule fugge come tossico; la sua (con)pangnia è tuo lacciuolo, la sua dimestichessa è altrui dispregio.

[3] Brunetto Latini, Pro Ligario, a. 1294 (fior.), pag. 171.4: Ben nuovo malificio e unque mai non udito ha proposto quel mio parente Teverone dinanzi da te, Iulio Cesare, dicendo che Quinto Ligario fue in Africa contro a te e contro al tuo onore; e, non ch' altri, ma G. Pansa, uomo di gran savere, fidandosi forse della dimestichezza ch' elli ha con teco, l' ha ardito a confessare.

[4] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 4, pag. 240.9: Ma per quelo che nu', segondo ch'è stato plaxere de Deo, overo per le opere d'alcuna persona, convene stare de lonçe da loro familiarità plù che no è nostro volere, devemo essere da Deo e dal mondo e da loro interamente scusati se nu' no fatiamo a loro tuta quela desmestegueça e bene che 'l nostro e loro coro desidra, considerando che 'l nostro volere è sempre apareclato de fare quelo chi sia loro piaçere.

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 15, 25-33, pag. 403, col. 1.23: Lo quale ser Brunetto fo un tempo maestro de D. e fo sí intimo so domestigo de lui, ch'ello volse zudigare per astrología e predize per la soa natività com'el dovea vignire ad eccelso grado de sciencia, per la qual demestegheça l'A. li portava molta reverencia quando parlava cum esso.

[6] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di s. Maria Egiziaca, cap. 2, pag. 203.2: E non volea io andare con loro per cura ch'io avessi di perdono, ma, come sa Iddio, solamente per avere con loro peccato e dimestichezza disonesta.

[7] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 28, pag. 137.7: [24] Gran domestegeçça e dolce careçça è questa da innamorar altrù che fa lo sovran segnor altissimo inperaor a hi bon so' servior ch'el vol che in quel bagno pin d'ogne virtue onde se bagnò dentro la soa personna e lavò la soa carne sanctissima...

[8] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 22.9, pag. 53: Usiàn insieme con domesticheza, / et diferenza fra noy non si trovi, / fugiendo ogni acto di salvaticheza.

1.1 Fig. Consuetudine con una condizione, gen. a carattere morale, esistenziale o astratto, cui di fatto si appartiene.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 18, pag. 36.38: Esercitianci a poco insieme, e a ciò che fortuna non ci truovi sforniti, pigliamo dimestichezza colla povertà.

1.2 [Per eufemismo:] consuetudine di intimità sessuale.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 16, pag. 379.31: In tal maniera dimorando Filocolo con costoro, prese intima dimestichezza con un giovane chiamato Caleon, di costumi ornatissimo e facundo di leggiadra eloquenza, a cui egli parlando così disse...

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 29, pag. 204.6: Maccareo, figliuolo del re Eolo, innamorò di Canice, sua serochia, la quale usò co· llui tanta dimestichezza ch'ella ingravidò di lui...