0.1 crudeçça, crudeza, crudezza, crueza.
0.2 Da crudo.
0.3 Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.): 2.
0.4 In testi tosc.: Stat. sen., c. 1318; Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.).
In testi sett.: Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.).
0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.
0.7 1 Qualità di ciò che è acerbo. 2 Stato d'animo e atteggiamento distaccato, ostile e rigido; asprezza, durezza. 2.1 [In partic.:] mancanza di flessibilità, ostinazione a non mutare. 3 Lo stesso che crudeltà. 4 [Med.] Qualità di un alimento che non è stato digerito o che è di difficile digestione.
0.8 Valentina Gritti 20.07.2004.
1 Qualità di ciò che è acerbo.
[1] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.): Ma i semi si colgono poi che il loro termino è fitto et secchansi da lloro la crudeza et l'acquositade. || Crescenzi, [p. 198].
2 Stato d'animo e atteggiamento distaccato, ostile e rigido; asprezza, durezza.
[1] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 37, pag. 103: La toa madre, te digo, plena è de grande crueza, / la morde chi la tocha perché l'è stronescha, / le man ponze e sì scartena, zò ven da grande vireza...
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 36, pag. 79.25: Perch'egli sia tenuto crudo, e tristo, egli nondimeno diventerà di buon aere, e morbido, e allegro nel su' tempo, ma ch'in questa crudezza, e tristezza, egl'intenda a vertù, abbracciando lo studio della sapienza...
[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 8.2375, pag. 271: Da' tuoi figliuoli il simile t'aspette, / Crudezza, impïetate ovver ferita, / Sì come ho già veduto a più di sette / E sonmi alla memoria presso a cento / Che morti son per questo vizio in stento.
[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 59, vol. 1, pag. 106.23: Bruto, che allora era Tribuno de' Guardatori del re, mandò un sergente e feceli venire a sè, e parlò loro, non mica secondo l'ingegno e la crudezza ch'egli avea infinta infino a quel tempo.
[5] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 12.6, pag. 80: Quell'occhio, ch'al voltar suo disacerba / Ogni crudezza...
2.1 [In partic.:] mancanza di flessibilità, ostinazione a non mutare.
[1] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 89, pag. 105: Mia madre resembla le bontaese persone, / che fuzano le sozure e prendano le ovre bone, / ché stà sempre in uno stao si è segno de crueza, / sì como sta toa madre, che sempre sta verdeta.
[1] Disputatio roxe et viole, XIII (lomb.), 144, pag. 106: lo meo collore che porto sì s'asomilia al cello, / lo to collore ch'è rosso no se pò adegnare al meo, / che è segno de crueza che molte desplaxe a Deo, / humiltà designa quello collore ch'è meo».
[2] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 161, S. Martino, vol. 3, pag. 1417.11: degnamente fu sottoposta a lui la crudezza de gli ariani, degnamente per amore di martirio non temette i tormenti del persecutore. || Cfr. Legenda aurea, CLXII, 229: «digne ei arianorum subiacuit feritas».
4 [Med.] Qualità di un alimento che non è stato digerito o che è di difficile digestione.
[1] Stat. sen., c. 1318, cap. 101, pag. 94.4: Anco, a schifare ogni crapula, cioè crudeza di cibo soperchio, et ebrietà, et ad ciò che forma et unità di religione sia cognosciuta intro li frati et offerti del detto Ospitale...
[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 28, pag. 372.12: non potendo cuocere ciò che dentro cacciato v'è per conforto del non ordinato appetito e dal diletto del gusto, convien che rimanga crudo e questa crudeza manda fuori rutti fiatosi, tiene affitti i miseri che la intrinseca passion sentono...
- Qualità di una secrezione che non è stata digerita o trasformata.
[3] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 81, col. 2.14: si mostra questa cotale orina tra grande crudeçça d'orina et niuno segnio, digestione et freddeçça del fegato.
[4] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 87, col. 1.17: . Et se in questa cotale orina una volta appaia matureçça et poi sia ancora, dimostra segni di crudeçça.
[u.r. 31.08.2009]