DEFORME agg.

0.1 deforme, deformi, diforme. cfr. (0.6 N) deformitade.

0.2 DELI 2 s.v. deforme (lat. deformem).

0.3 Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.); Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.); Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

0.6 N Nota un possibile incrocio fra deformi e deformate in Stat. venez., 1366, cap. 171, pag. 86.36: «E questo imperçò che le dicte staçone è molto deformitade e senestre in le strade e loghi sovradicti».

0.7 1 Sgradevole o ripugnante all'aspetto. 1.1 [In senso morale:] brutto, ripugnante, riprovevole. 2 Dalle caratteristiche diverse, contrastanti rispetto a qsa o qno.

0.8 Maria Carosella; Giulio Vaccaro 11.01.2010.

1 Sgradevole o ripugnante all'aspetto.

[1] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 4, ott. 56.7, pag. 371: il quale, ancor che la fortuna ria / così deforme l avesse renduto, / da essa sola fu riconosciuto.

[2] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 23, pag. 135.4: Li quali poi che me così deforme un pezzo aveano mirata, forse contenti che io non gli avessi amati, si dipartivano...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (ii), par. 30, pag. 332.17: rendendolo non meno con le fedite diforme che formoso fatto l avessono le mani graziose della natura.

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 34, pag. 497.23: Lucifero - tanto era fatto diforme, impio e reo che, segondo che esso fo bello diventò laido, secondo che esso fo bono diventò malvaso, secondo che esso fo alto diventò basso e vile...

[5] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 21, 19-36, pag. 547.37: imperò che gli è deforme e sozzo, e questo significa la nerezza...

- [Detto della voce].

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 1, pag. 332.23: anzi con la voce grossa e deforme...

1.1 [In senso morale:] brutto, ripugnante, riprovevole.

[1] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, 17.42, vol. 1, pag. 208: Lo decimo [[scil. viçio]] dich'io / che redde forte deforme ciascuno: / vedrai giurar alchuno / per ogni cosa picciola e leggera; / onde avien che la vera, / quando esso poi per necessità giura, / non è creduta pura / sença il gran blasmo che di ciò riceve.

[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 31, pag. 248.20: se egli non avesse ogni cosa con intollerabile libidine sozza e deforme.

2 Dalle caratteristiche diverse, contrastanti rispetto a qsa o qno.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 3, 46-60, pag. 47, col. 1.7: la qual maligivolezza àe a significare per alegoría la penitenzia la quale è molto diforme a le deletazione sensitive.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 4, proemio, pag. 47.24: per quella elli intende la penitenzia, come è detto nel precedente Capitolo, la quale è sì diforme allo appetito sensitivo, che non si acconcia con esso...

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 28, pag. 177.1: adoravano Idio secondo loro riti, del tutto deformi al modo nel quale Idio volea essere adorato e onorato.

[4] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [AndFir] ball. 27.6, pag. 306: Niuna cosa, o ciechi, o non ma' vivi, / fatt'a diritto, se non el morire, / ch'avendo el ben ne siete al tutto privi, / tant'è diforme el vostro disire.

[u.r. 11.01.2010]