DISPUTATORE s.m.

0.1 disputatore, disputatori, disputaturi.

0.2 Da disputare.

0.3 Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>; Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.7 1 Chi discute o illustra in pubblico un argomento. 1.1 Chi tratta per iscritto un argomento. 2 Chi discute in modo sterile un argomento, parlando per il gusto di parlare.

0.8 Giulio Vaccaro 29.03.2005.

1 Chi discute o illustra in pubblico un argomento.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 9, cap. 6, par. 6, pag. 175.25: Le parole dei disputatori inducono molto a più disputare e intendere; perocché coloro che vincono, allegrandosi disputano volentieri, ed eziandio que' che sono vinti, continovano lo disputare per contastare a' vincitori.

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 8, cap. 13 rubr., pag. 581.12: Ciascuno essere ottimo fattore e disputatore de la sua arte.

[3] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 55, S. Ambrogio, vol. 2, pag. 494.16: Uno paterino molto agro disputatore, duro e da non potere convertire a la fede, udendo predicare santo Ambruosio, sì li vidde a l'orecchie uno angelo che li diceva le parole, le quali e' predicava al popolo.

1.1 Chi tratta per iscritto un argomento.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 4, pag. 131.25: Lu libru di Salamunj [[...]]] sì si chama pir lictira 'Ecclesiastes', ki voli tantu diri jn vulgaru comu dichissi 'disputaturi' et 'rasunaturi'; et zo è pir tantu, ca Salamunj in kistu libru rasuna di multi cosi, mictendu et assignandu rasunj pro e contra, pir l'una parti e pir l'autra; ma a la fine di kistu libru sì determina una grandi parti di li quistionj ki fa.

2 Chi discute in modo sterile un argomento, parlando per il gusto di parlare.

[1] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 6, pag. 47.7: Lo miglior modo adunque, che possiamo tenere con questi contenziosi, e disputatori, e parlatori, si è tacere, e mostrarsi idiota; che meglio è perdere tacendo, che vincere contendendo.

[2] Libro Jacopo da Cessole, XIV m. (tosc.), III, cap. 5, pag. 93.23: Quando molti medici si ragunano ad uno infermo non si facciano questionatori ovvero disputatori, acciò che non mostrino anzi di volere cercare la fama del mondo, vincendo gli argomenti, che trattare della salute dello infermo che giace.