0.1 desensato, dexsensai, disensata, disensati, disensato, dissensata, dissensati, dissensato.
0.2 Da dissensare (non att. nel corpus).
0.3 Ritmo cass., XIII in.: 1.
0.4 In testi tosc.: Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).
In testi mediani e merid.: Ritmo cass., XIII in.; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).
0.7 1 Privo della facoltà di ragionare, stolto, folle; degno o proprio di chi è tale. 2 Che non è in grado di avvertire le sensazioni prodotte da stimoli esterni e interni; privo dei sensi.
0.8 Francesca Di Stefano 26.05.2005.
1 Privo della facoltà di ragionare, stolto, folle; degno o proprio di chi è tale.
[1] Ritmo cass., XIII in., 66, pag. 12: «Ei, paraola dissensata! / quantu male fui trobata, / obebelli n'ài micata, / tia bidanda scelerata! / obe l'ài assimilata!
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 281, pag. 205: Nu dexsensai maligni, nu misri, nu cativi / Tenivam lor per mati il temp k'i eran vivi: / Mo vem k'i en in gloria, k'i en a De plaxivri, / Ma nu da grang miserie mai no seram delivri.
[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.11, pag. 75: 'O vecchio desensato, demonio encarnato, / non te pòi mai morire, ch'eo te possa carire?'
[4] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 3, pag. 53.6: 'Or, come fue così disensata ad credere ad uno serpente?'
[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 20, vol. 1, pag. 158.26: Il quinto male, che fa questa voluttà, e questo Dio ventre, si è, che toglie all' uomo ogni sapienza e di Dio, e di mondo moralemente; onde questi golosi, e voluttuosi sono iscostumati, e dissensati appo Dio, e appo le genti.
[6] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 114, pag. 702.15: Onde non credere che i poeti fossero disensati; elli seppero bene che queste erano fallace oppinioni, cioè che Venus e Iuno fosse[r] idee.
[7] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 461-70, pag. 124.13: Così adunque desti da ridere alla tua savia donna e valorosa e al suo dissensato amante; e dove amore e grazia acquistar ti credevi, beffe e strazio di te acquistasti.
[8] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), Prologo, pag. 32, col. 1.10: Giusto giudizio di Dio è, che colui il quale non si cura della vera sapienza dell' amore si parta dalla somma verità, come cieco s' involga nelle tenebre, e così l' anima stolta e disensata per le umane scienze iscossa vada per le vanitadi ed errori.
[9] Legg. sacre Mgl.II.IV.56, 1373 (fior.), Legg. di S. Giovanni, pag. 35.1: o giovani disensati e pieni d'errare e d'avarizia e di ponpa di mondo...
[10] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1363/68?] 23, pag. 346.3: Costoro sono coloro de' quali ci facemmo beffe; e noi disensati pensavamo che la vita loro fosse pazzia e il loro fine fosse senza onore.
2 Che non è in grado di avvertire le sensazioni prodotte da stimoli esterni e interni; privo dei sensi.
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quindecim miraculis..., 33, pag. 193: Lo dexen di tug homini che seran stai ascusi, / Li quai seran fuzidhi stremidhi e spagurusi, / Appariran il plaze tremand e angustiusi, / Ni favellar porran, tant han ess angoxusi. / I no porran parlar, com homni dexsensai, / Staran mut entre si, stremidhi e spagurai...
[2] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 10, pag. 123.17: Onde spesse volte stando a mensa co' frati, sopra ciò pensando, e levando il desiderio a quel cibo spirituale di cielo, dove non è nullo fastidio e nulla miseria, uscivagli di mente il cibo corporale, e stava a mensa come disensato; ma poi pur costretto per necessità mangiava un poco, avvegnaché con vergogna, per sodisfare alla natura...
[3] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 9, pag. 38.18: Ad altezza di cuore s' appartiene d' avere in dispetto tutte le cose di sotto e prospere e avverse; e per desiderio essere sì tratto di sopra, che quaggiù stia l' uomo come disensato: e molti per questo affetto sono rapiti, e perdono li sentimenti corporali.