BALCONE s.m.

0.1 balcon, balcone, balconi, balcono, balcun, barcon.

0.2 Lat. mediev. balco, balconem, da longob. *balko (LEI Germanismi s.v. longob. *balko / *palko 'trave'). || In 3 si tratta più prob. dell'accrescitivo di balco.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Stat. pis., a. 1327.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Poes. an. padov., XIII sm.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.5 Frequente il plur. per il sing. in 1.

0.6 N I contesti non permettono di fissare una precisa distinzione semantica tra finestra e balcone, espressamente una specie di finestra in 1 [7]. Il balcone dovrebbe comunque comportare un'apertura maggiore della finestra (1 [5], e cfr. la gradazione né b. né f. in 1 [2] e 1 [7]), e può richiedere la presenza d'una ringhiera, 1 [8]. Scarse le occorrenze che suggeriscono, senza mai garantirla, la presenza d'una struttura aggettante ed eventualmente praticabile (1 [10] e 1 [12]).

0.7 1 Apertura nella parete d'un edificio destinata all'illuminazione dell'interno, all'ispezione dell'esterno e al mostrarsi delle persone. 2 Struttura (non necessariamente aperta) aggettante dal muro d'un edificio. 3 Struttura provvisoria destinata ad ospitare più persone convenute in un luogo aperto.

0.8 Livio Petrucci 27.04.2005.

1 Apertura nella parete d'un edificio destinata all'illuminazione dell'interno, all'ispezione dell'esterno e al mostrarsi delle persone.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 123, pag. 528: D'Antipatol filosofo audisti unca rasone, / con' la putana en Roma ne fe' derisïone, / q'entr[e] [en] un canestro l'apese ad un balcone?

[2] Poes. an. padov., XIII sm., 33, pag. 807: Eo me'n sto sola en camarela / e an' talora en mei' la sala; / no ai que far çó de la scala / né a balcon né a fenestra, / ké tropo m'è luitan la festa / ke plu desiro a celebrare.

[3] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 1.14, pag. 321: E vi credete più bel ch'Ansalone: / Come sovente le farfalle al foco, / Credete trar le donne dal balcone.

[4] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 6.10, pag. 410: e piover da finestre e da balconi / in giù ghirlande ed in su melerance...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.148, pag. 311: che la casa paira / longa, larga, ata e pjaira, / [[...]] / per far barcon en grande aoteza / chi dagan luxe e gran pjareza. / Ma l'atra casa und'omo va / pur tu' lo contrario à: / curta, streita, bassa, scura, / no g'è barcon ni fendoura...

[6] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 2, cap. 3.7, pag. 51: E quasi nullo tenpo / A finestra o balcone o uscio o chiostro / O altro luogo plubico dimori...

[7] Stat. pis., a. 1327, L. 2, cap. 73, pag. 120.25: Ordiniamo, che nessuna persona possa nè debbia tenere a sua casa, overo a casa de sua habitagione, ad alcuna fenestra nè balcono, nè ad altra fenestra che vegna nè che vennesse sopra via puplica overo chiasso, alcuno orticello chiavato nè in altro modo, nè testula, nè corbella... || S'interpunga: «ad alcuna fenestra, nè balcono nè ad altra fenestra, che vegna».

[8] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 3, ott. 83.4, pag. 351: quel giglio novel di primavera / sovr'un balcone appoggiata col petto / si venne a star, con una cameriera, / mirando il grazioso giovinetto...

[9] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 40.4, pag. 89: E '· re vedendo fare cotal mercato / dalli balconi piangendo si levò...

[10] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 140, pag. 529.21: [sì] [lasci]a andare uno astore ch'egli avea in pugno, e fàllo posare in su' balconi del palagio.

[11] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 9, pag. 84.2: onde la madre da' balconi gridò: «O Allexandro, vendica tanta ingiuria!».

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 261.1: Allora se armao guarnitamente de tutte arme a muodo de cavalieri, la varvuta in testa, corazza e falle e gammiere. Prese lo confallone dello puopolo e solo se affece alli balconi della sala de sopra maiure.

- Fig.

[13] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 8, pag. 198.2: Li quali due luoghi [[occhi e dolce riso]], per bella similitudine, si possono appellare balconi della donna che nel dificio del corpo abita, cioè l'anima: però che quivi, avegna che quasi velata, spesse volte si dimostra.

[14] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 43.2, pag. 60: Il figliuol di Latona avea già nove / volte guardato dal balcon sovrano, / per quella ch'alcun tempo mosse invano / i suoi sospiri, et or gli altrui commove.

2 Struttura (non necessariamente aperta) aggettante dal muro d'un edificio.

[1] Stat. perug., 1342, IV.112.1, vol. 2, pag. 474.9: se 'l terreno overo altra cosa, el quale overo la quale fosse en pieie del ditto muro e sotto el ditto balcone overo profello overo berbecone overo lena, non fosse de coluie...

[2] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 2, vol. 2, pag. 52.20: Et intandu [[Pilato]] prisi Iesu Cristu et flagellaulu a la columpna di lu balcun di lu palaciu...

3 Struttura provvisoria destinata ad ospitare più persone convenute in un luogo aperto.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 129, vol. 2, pag. 685.2: si feciono ne la piazza di Santa Croce ricche e belle giostre [[...]] e al continuo v'era pieno di belle donne a' balconi, e di molto buona gente.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 19, terz. 92, vol. 1, pag. 223: E 'l Padre Santo, e gli altri Signor savj / fer di legname far molti balconi / nel greto d'Arno, per istar soavi. || balconi parafrasa «grandi pergami di legname» in Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 42, vol. 1, pag. 479.16.

[u.r. 26.04.2023; doc. parzialm. aggiorn.]