DECADERE v.

0.1 decade, decadèru, decadeva, decadire, decaduta, decaduti, decaze, decazeno, decazudhi, decazudho, dechai, dichaduti, dichaduto.

0.2 Lat. decidere rifatto su cadere (DELI 2 s.v. decadere).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.); Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).

In testi mediani e merid.: Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.7 1 Passare ad una situazione negativa, perdendone una positiva. 1.1 Diventare infelice. 1.2 [Rif. a fiori o vegetali:] perdere freschezza, appassire. 1.3 [Rif. a un territorio:] perdere il pregio originario, cadere in rovina. 2 Lo stesso che cadere. 2.1 Venire a trovarsi in una situazione det. (e negativa). 2.2 Decadere della memoria: essere dimenticato. 3 Spettare in proprietà, eredità, di diritto a qno.

0.8 Marco Berisso 16.12.2004.

1 Passare ad una situazione negativa, perdendone una positiva.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 253, pag. 246: Illó fi rezevudho li povri decazudhi, / Li infirm abandonai illó fin mantenudhi...

[2] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 162, pag. 34: Meli' è ppocu descengere ke decadire ad tuctu...

[3] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 14, pag. 93.33: In tal maynera etiamdeu intravinne in paradisu celestiale, da lu quale certi angeli pir superbia decadèru, prisumendu de loru grandicza...

- [Rif. alla stato di salute].

[4] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 86, col. 2.12: Et se con questo la virtù decade significherà morte, et in quelle febri che ssi fanno di collera nera.

1.1 Diventare infelice.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vita beati Alexii, 381, pag. 305: Oi dolz fïol Alexio, mi trist e decazudho, / In plang e in suspiri per mult ann m'he metudho...

[2] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1638, pag. 81: Deo, fo mai donna veduta / sì debassata e decaduta? / K'alcuno aiuto eo non trovo, / ma sempre en dolore renovo.

1.2 [Rif. a fiori o vegetali:] perdere freschezza, appassire.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 139, pag. 156: Ni flor ni foi decazeno, ma sempre g'en durivri...

1.3 [Rif. a un territorio:] perdere il pregio originario, cadere in rovina.

[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 281.5: Li quali, poy che foro retornati a loro ryami, procuraro de reparare e reformare le terre ville, e lochy, ch'erano decaduti in loro assencia, e restaurarolle in mello stato.

2 Lo stesso che cadere.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 111, pag. 155: Tant en el stralucente de lux sí stracompia, / Lá sus in quelle camere no è de part ke sia / O possa mai decaze ni nog ni tenebria...

2.1 Venire a trovarsi in una situazione det. (e negativa).

[1] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 28, par. 17, pag. 474.26: Però che sse lla bassilicie occhupasse nella comunità de' fedeli che ssarebbe dichaduto in taccia di resia vescovi o preti non volendo fare ciessione, elli appare che di questa maniera dirittamente costretti potrebb'essere per lo giudicie coattivo e lla possanza armata secondo le leggi umane.

2.2 Decadere della memoria: essere dimenticato.

[1] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 26, par. 18, pag. 444.8: Son dunque questi che nnoi già avemo contato delle cose cierche i cominciamenti veraci [[...]], quanto per lo lungore del tenpo, l'ingnoranza delli uomini e ll'inavertenza sieno dichaduti de' loro riguardi o memoria...

3 Spettare in proprietà, eredità, di diritto a qno.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 119.12: Da puoi che Adoardo re de Egnilterra sappe che Filippo avea presa la corona de Francia, iurao per la maiestate de sio renno mai non dare posa a Franceschi fi' che non racquistava lo reame lo quale decadeva a soa matre.

[2] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 205.26: «Quella demoranza fu salutifera allo puopolo de Roma, ca liberao Romani da servitute e retrasse lo imperio de mano de Africani, alli quali decadeva».

[u.r. 19.02.2022]