DENTE s.m.

0.1 ddenti, denchi, denchij, deng, dengi, dent, dent', dente, denti, dento, dentti, dez, diente, dienti, ding, dingi, dinti.

0.2 Lat. dens, dentem (DELI 2 s.v. dente). Per le locuz. dente canino, cavallino v. lat. mediev. dens canis e dens caballinus (DEI s.v. dente cavallino).

0.3 Glossario di Monza, X: 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.).

In testi sett.: Glossario di Monza, X; Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.); Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. assis., 1329; Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Per fremire con i denti > fremire.

Locuz. e fras. a denti stretti 1.4.2; aguzzare i denti 1.4.1; buttare il dente 1.3.3; cacciare il dente 1.3.3; cacciare i denti 1.3.3; commettersi ai denti 3.1.1; dente canino 1, 5; dente cavallino 4; denti d'elefante 1; denti d'India 1; dibattere i denti 1.6.2; dire intra i denti 1.1; ficcare i denti 1.3.3; mettere al dente 1.3; mettere il dente 1.3.1; mettere i denti in nota di cicogna 1.6.1; minacciare fra i denti 1.4.3; mostrare i denti 1.4, 1.5; passare i denti 1.1.1; pigliare ai denti 1.3; porre i denti 1.3.1; pregare intra i denti 1.1; recare ai denti 1.3; regentare i denti con porte chiuse 1.11; tenere a denti secchi 1.8; trarre la voce ai denti 1.1.2.

0.7 1 Ciascuno degli organi ossei inseriti nella mascella e nella mandibola e adibiti alla masticazione. 1.1 Fras. Dire, pregare intra i denti: mormorare tra sé, a bassa voce. 1.2 Fig. Eccesso di ingordigia, peccato di gola. 1.3 Fras. Mettere, pigliare, recare al dente, ai denti: mordere, addentare. 1.4 Fras. Mostrare i denti: ostentare aggressività per minacciare. 1.5 Fras. Mostrare i denti: schernire. 1.6 [In espressioni in cui il battere, lo stridere dei denti sono associati a freddo, paura, sofferenza:] stridore di denti, stridere coi denti, dardellare dente a dente, dibattere i denti, tremare dente a dente. 1.7 Cambio dei denti, dentizione. 1.8 Fras. Tenere a denti secchi: lasciare senza cibo. Fig. Negare una soddisfazione o la realizzazione di un desiderio. 1.9 Fras. Occhio per occhio, dente per dente; vendicare un'offesa con una punizione analoga. 1.10 [Prov.]. 1.11 Fras. Regentare i denti con porte chiuse (comandare, usare i denti stando al chiuso): godere del proprio beneficio senza renderne partecipi gli altri. 2 Sporgenza acuminata di un oggetto o di uno strumento. 3 Fig. Azione di una forza esterna contro l'uomo (o le sue istituzioni). 3.1 Forza offensiva di un sentimento meschino o malvagio o spregevole e avverso. 3.2 Estens. Strumento d'azione di una forza benigna e positiva. 4[Bot.] Locuz. nom. Dente cavallino: Giusquiamo bianco e nero, pianta dai fiori giallo-violacei impiegata per la preparazione di sedativi. 5[Bot.] Locuz. nom. Dente canino: piccola pianta erbacea bulbosa delle liliflore, con foglie macchiate di rosso cupo e fiore solitario, pendulo, di colore rosa. 6 Signif. non accertato.

0.8 Fabio Romanini 11.07.2005.

1 Ciascuno degli organi ossei inseriti nella mascella e nella mandibola e adibiti alla masticazione.

[1] Gl Glossario di Monza, X, 50, pag. 44: denti: odonta...

[2] Pier della Vigna (ed. Contini), a. 1249 (tosc.), 2.16, pag. 123: La boc[c]a e li denti / e li gesti piacenti m'han conquiso / e tutte l'altre gioi de lo bel viso.

[3] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 2.78, pag. 894: Doppie so fare e bilance, / concio denti, af[a]ito guance, / so' buferi et uso ciance, / cedro vendo e mele arance / e fo cassette.

[4] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 312.26: Marco Iulio Felippo questo fo lo primo imperatore cristiano e regnao .v. anni e fo occiso da li cavaleri soi a Verona et abe reciso lo capo co li denti con tucta la barba.

[5] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1484, pag. 227: ma ben è gran vilezza / ingolar tanta cosa / che già fare non osa / conviti né presenti, / ma colli denti propî / mangia e divora tutto: / ecco costume brutto!

[6] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 138, pag. 320: tanfin ke 't mangi con homni cognoscenti, / No met le die in boca per descolzar li dengi.

[7] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 33.16: E e·lli pesci trovamo de quelli che so' armati, e de quelli c'hano li denti grandi e acuti e altre armi asai...

[8] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 7, pag. 18.9: «I padri nostri manicaro l' uve acerbe, e' denti de' figliuoli ne sono allegati».

[9] Poes. an. urbin., XIII, 17.43, pag. 577: Or se va delatando / e pplangnendo e ccantando, / denti, labra leccando, / ke tTe crede melare.

[10] Giacomino da Verona, Babilonia, XIII sm. (ver.), 95, pag. 641: Asai g'è là çó bisse, liguri, roschi e serpenti, / vipere e basalischi e dragoni mordenti: / agui plui ke rasuri taia l'ong[l]e e li denti...

[11] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 54, pag. 171.3: Leofante è la maggiore bestia che l'uomo sappia. E li suoi denti sono avorio.

[12] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 32.6: Capitol dey dent.

[13] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 295, vol. 2, pag. 357.13: sia talliata allui la lengua con labro di sopra, sì che li denti rimangano scoperti et sì che co la lengua mai non favelli.

[14] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 37.132, pag. 232: Li gram zelor sum sì coxenti, / li nasi tajam e li menti, / e li pei fam inrezeir, / tute le mam abreveir, / e j omi nui e famolenti / tuti trema e bate li denti.

[15] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 55, pag. 79.17: E siandoli concedudho, quand'el devea baxar lo pare, ello li çonchà lo naso co li denti.

[16] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 25-39, pag. 750, col. 2.30: In nota di cigongna, zoè: che per fredo li soi denti faceano quel verso che fa la cecogna col beccho quando 'l batte.

[17] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 521.1: E per questa sementa nascea una mirabile cosa, chè di quelli denti incontenente cavalieri armati nascieano conbattendo intra loro medesimi...

[18] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 3, pag. 11.12: altri de quei che son robai da hi lor inimixi e menai prexi a star in mal albergo a esser tromentai e far rehencion fin a strepar hi denchij...

[19] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 87, par. 2, vol. 2, pag. 143.4: E quignunque farà ad alcuno cadere dente de la bocca sia punito per ciascuno dente en cento libre de denare.

[20] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 6.7, pag. 426: Ché le parole son vento e le grida, / e 'n su quel punto non costan nïente; / così costasse la profferta un dente / a quei cotali e chi di lor se fida!

[21] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 1.53, pag. 147: E le labra sottil quando dividi / nel soave parlar, mostran la schiera / ben composta e sincera / d'iguali, bianchi e pargoletti denti.

[22] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 41, pag. 10: Poy verso dello campo voltòse alle soi genti; / Vedeale nella battallia per essere vencenti, / Cacciando li innimici for delli allogiamenti, / Sì che ad re Manfreda faceva battere li denti.

[23] Lett. lomb. or., XIV s.-t.q., pag. 235.6: sapiat(i) che no som i· la presó d(e) Modena, cu(m') o savé, che no sum a pericolo de fi' stenthet, ch'ey gne fa star tut el dì i(n) zep (et) mori(r)omo d(e) fam e di sé, ch'ey gne cava(r)à y dez d(e) bucha.

[24] Esopo tosc., p. 1388, cap. 18, pag. 119.4: Il lione, avendo il topo nelle fiere branche, lo mirava e riprendevalo di tanta prosunzione e ardimento; il topo tremava e batteva a dente a dente...

[25] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (tosc./merid.), 2.40, pag. 13: La morte avarà in presente, / bella, se questo gli done: / dàgli l'ala d'un serpente, / lo fiele d'uno scorzone, / e d'un istrisce il suo dente, / la coda d'uno scarpione, / d'uno storione - pesce.

[26] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 39 rubr., pag. 164.11: Como se conosce la etad(e) d(e)lli cavalli s(econ)do li denti.

- Locuz. nom. Dente canino: ognuno dei quattro denti situati fra gli incisivi e i premolari, particolarmente lunghi e appuntiti nell'uomo e nei carnivori (anche in contesto fig.).

[27] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 25, pag. 169.17: Di due anni e mezzo li caggion la metà de' denti di sopra. Ne' quattro anni mutano i denti canini.

[28] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 84, pag. 344.9: Lo dente canino et l'occhio delo lupo, se lo involgerai nelo suo cuoio et portera'lo teco, sarai avocato in ogni cosa, et sarai gratioso et ricco ad ongni gente. Lo dentecanino delo lupo, se alcuno lo porterae sopra, non temerae lupi.

[29] Bibbia (04), XIV-XV (tosc.), Prol. Par, vol. 4, pag. 7.20: Questo dico io con pace degli antichi; e io rispondo a' miei impugnatori, i quali mi rodono con dente canino, facendosi beffe in pubblico, leggendo negli angoli; quelli medesimi accusatori e defenditori...

- Locuz. nom. Denti d'elefante: zanne.

[31] Stat. pis., 1318-21, cap. 56, pag. 1116.7: E del centenaio di dente di leonfante, per parte den. II.

[32] Zibaldone da Canal, 1310/30 (venez.), pag. 57.24: çucharo naibet, endego de Bagaide e de Çepro e lacha, salarmoniago, mirabollani e ladano, dentid'elenfanto...

- Locuz. nom. Denti d'India: avorio lavorato.

[33] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 11.21: e dalla mano manca sostiene la cetera ornata di gemme e di denti d'India...

1.1 Fras. Dire, pregare intra i denti: mormorare tra sé, a bassa voce.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 10, pag. 84.14: Airone sì sotterrò la cenare e la bragia fuore di Roma; e poi disse, in tra' suoi denti, suoi coniuramenti, e poi si cambiò molto ne la faccia.

[2] Gl <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 82.21: quando tu pregherai Dio intra' denti, cioè a dire dentro dal tuo cuore, chiudi l'uscio sopra te, cioè a dire, metti fuori tutti pensieri carnali...

[3] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 26, pag. 102.34: Sì dice allora infra suoi denti: "Ha Iason, bel dolce amico! A Dio piaccia che voi non abbiate messo in oblianza ciò che io v'ò insegnato...

1.1.1 Fras. Passare i denti: superare il timore di esprimersi a parole.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 594, pag. 548: Deu, quanti fa a li omini diversi scaltrimenti! / L'amor q'ele li porta no li pasa li denti, / ké mile volte al çorno a le[r] se mua talenti: / no se 'n pò enfïare amisi né parenti.

[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 32, pag. 773.38: Però che a possedere le bellezze da me lungo tempo studiate fu dato un vecchio, avvegna che copioso, onde io mi dolsi; ma non osò passare i denti il mio dolore.

1.1.2 Fras. Trarre la voce ai denti: superare il timore di esprimersi a parole.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 33.27, vol. 2, pag. 571: Frate, perché non t'attenti / a domandarmi omai venendo meco?». / Come a color che troppo reverenti / dinanzi a suo maggior parlando sono, / che non traggon la voce viva ai denti, / avvenne a me...

1.2 Fig. Eccesso di ingordigia, peccato di gola.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 148.236: Tanto canta le rane, / che le puttane - i denti e le taverne / gli asmorza le lanterne, / ch'el non discerne - mai bianco da nero.

1.3 Fras. Mettere, pigliare, recare al dente, ai denti: mordere, addentare.

[1] Uguccione da Lodi, Libro, XIII in. (crem.), 50, pag. 602: Ela mançà del pomo qe li de' un serpente, / al compagnon Adam alò 'n fe' un presente, / tanto 'l capitolà finq'el se'l mis al dente.

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 134, pag. 35: Eva sí á creçuo al serpente, / Lo fructo prende e metel' al dente...

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 32, pag. 244.19: Uno suo mantello reale, o vero palio carissimo, si spogliò, e non volendolo lassare, sel mise a li denti, e tirandolo per l'acqua lo trainava.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 4.3, vol. 3, pag. 51: Intra due cibi, distanti e moventi / d'un modo, prima si morria di fame, / che liber' omo l'un recasse ai denti...

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 3, vol. 1, pag. 119.31: Et, alargata la corda di la talya, poy que lu phylosophu se la vitti bella, pilyauli la uricha a denti, nìn iamay non la lassau fin intantu qui issu muriu et lu tyrannu perdiu la uricha.

1.3.1 Fras. Mettere, porre il dente, i denti a, in qsa: mordere, addentare.

[1] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 478, pag. 831: Raynaldo se colegò sovina, / com'e' ve 'l digo per dotrina: / la cavra ge vene molto corente, / a la coa ge mixe el dent...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 13.127, vol. 1, pag. 222: In quel che s'appiattò miser li denti, / e quel dilaceraro a brano a brano...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.128, vol. 1, pag. 558: e come 'l pan per fame si manduca, / così 'l sovran li denti a l'altro pose / là 've 'l cervel s'aggiugne con la nuca...

[4] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 306, pag. 216.11: E quand'e' vole metere i denti nel pane, sì udì di verso il ciello venire un sì grande batere come se tutti gl'ucelli de l'aire volasero sopra lui.

1.3.2 Appicciare qno con i denti: mordere, addentare.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 61.43, pag. 247: Fra l'altre santa Chiara si l' appicciò coi dente, / de tal tesaro avara, essa co la sua gente; / ma no i valse niente, ca i chiovi eran de carne...

1.3.3 Fras. Buttare, cacciare, ficcare il dente / i denti (a, in qsa): mordere, addentare.

[1] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 639, pag. 179, col. 1: Isigrin tost se 'n va, / lo dent a col sì li à caçà ...

[2] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 729, pag. 839: E Lisengrino sì se nn'irà, / ver' la cavra corando se 'n va. / Al colo lo dente g'à butao...

[3] Lio Mazor (ed. Elsheikh), 1312-14 (venez.), 18, pag. 45.16: En q(u)esta ela me pres la man e caçà-ge li de(n)ti entro, sì che sango me n'esì...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.35, vol. 1, pag. 511: «Oh», diss' io lui, «se l'altro non ti ficchi / li denti a dosso, non ti sia fatica / a dir chi è, pria che di qui si spicchi».

[5] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 110.1: Quegli impazza, e dae vane fedite al duro ferro, e ficca i denti nel taglio.

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 8, pag. 71.20: quando quelli di questa isola pigliassono per guerra alcuno che non si potesse ricomperare, convitano loro parenti e amici e con gra[n] festa vivo vivo gli ficano i denti addosso e così crudo sel mangiano tutto quanto.

1.4 Fras. Mostrare i denti: ostentare aggressività per minacciare.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 431, pag. 45: Righinia e mostra i dingi com verr acanezao, / Rugiss e corr a le arme per fá k'el sia svengiao.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 16.116, vol. 3, pag. 271: L'oltracotata schiatta che s'indraca / dietro a chi fugge, e a chi mostra 'l dente / o ver la borsa, com' agnel si placa, / già venìa sù, ma di picciola gente...

[3] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 32.8, pag. 577: e come è 'l can, che ne la paglia giace, / che per sé non la vol, né vol giamaie / ch' altre ne tocche e, s' alcun ve se faie, / mostrali ei dente con sòn che li spiace...

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 31, vol. 2, pag. 330.21: però che lla sperienza occorse che tale gente somigliante furono per natura vile e codarda cacciare dietro a cchi fugge, e dinanzi si dilegua a cchi mostra i denti.

[5] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 5, pag. 159.14: E primo ringlia si è a dir quando un cane murmura e mostra li denti...

1.4.1 Fras. Aguzzare i denti: ostentare aggressività per minacciare.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 1, par. 12, pag. 445.4: Non vedi tu come tutti gli animali, sì tosto che a nuocere si levano, [[...]] inasprano la fierezza loro? Schiumasi la bocca a' porci salvatichi e aguzzansi i denti...

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 1, ott. 42.5, pag. 267: E come leoncel cui fame punge, / il qual più fier diventa e più ardito / come la preda conosce da lunge, / vibrando i crin, con ardente appetito / e l' unghie e' denti aguzza infin l' agiunge...

1.4.2 Locuz. avv. A denti stretti: rabbiosamente, con impeto.

[1] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 31.14, pag. 390: E babbi, frati, figliuoli e parenti / e chi amasse bene i soi vicini / combatterebbe ancora a stretti denti!

1.4.3 Fras. Minacciare fra i denti: meditare una rivalsa o una vendetta.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 144.23: A Roma tornao moito alegro; fra li dienti menacciava.

1.5 Fras. Mostrare i denti: schernire.

[1] Arrighetto (ed. Bonaventura), XIV (tosc.), pag. 191.25: La dirisione che mostra li denti in perpetuo ti sia nimica; lo tradimento e la malizia quello medesimo.

1.6 [In espressioni in cui il battere, lo stridere dei denti sono associati a freddo, paura, sofferenza:] stridore di denti, stridere coi denti, dardellare dente a dente, dibattere i denti, tremare dente a dente.

[1] Bono Giamboni, Trattato, a. 1292 (fior.), cap. 30, pag. 151.8: «Mette[t]el[o] nelle tenebre di fuori, là ove ha pianto e stridore di denti».

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 53.11, pag. 171: Ave, Dominus teco, / poi mi guardò di venir a lo scoglio; / del quale i' era sì forte temente, / ch'a tutte l'ore ch'i' a ciò pensava, / sì dardellava tutto a dente a dente.

[3] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 14-15, pag. 188.7: «In quello logo serà piagio e stridor de dinti»...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 3.101, vol. 1, pag. 50: Ma quell'anime, ch'eran lasse e nude, / cangiar colore e dibattero i denti...

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 32.36, vol. 1, pag. 548: eran l'ombre dolenti ne la ghiaccia, / mettendo i denti in nota di cicogna.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 3, pag. 101.7: E poi che toccoe l'alte onde, e fu venuto al mare, lavoe dell'onde el corrente sangue del cavato occhio, stridendo co denti...

[7] Cavalca, Atti Apostoli, a. 1342 (pis.), cap. 10, pag. 60.4: Le quali parole quegli udendo, tutti si rodeano di cuore, e strideano co' denti contra a lui.

[8] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 3, pag. 373.22: ad etternale tormento condanna, assegnando agli amanti quella eredità che 'l Vangelo dice stare in tenebre fuori di luce, ove sarà gran pianto con grande stridore di denti!

[9] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 32, 25-39, pag. 810.30: Mettendo i denti in nota di cicogna; cioè tremando a dente a dente, e percotendo li denti l'uno con l'altro come fa la cicogna, quando percuote lo becco di sotto con quel di sopra.

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 3, pag. 65.29: Commo lo drahone lo vede contra de sé appressemare, con stridore de dienti et spandendo sono de la soa voce orrebele, colorava l' ayro de fumo e sudore buglyente che l' enseva per bocha...

1.7 Cambio dei denti, dentizione.

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 275.32: e allegro va ai piccoli Dei, e sacrifica le pecore elette di due denti, secondo la consuetudine, e ugualmente Evandro e la trojana giovanaglia insieme fanno i sacrificii.

1.7.1 Mettere i denti: trovarsi nella fase in cui i denti crescono.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 24, pag. 116.5: sopra tutti li a(n)i(m)ali l'omo àne più nobile materia (et) più morbide istr(ument)a, onde l'omo pungna più a mettare ei denti (et) a formarli ke nullo a(n)i(m)ale...

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 13, cap. 1.435, pag. 321: E guarda ch' ello non si morda le dita / Quando li denti mette...

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 28, pag. 35.8: fanciulli languiscono quando le gingíe ingrossano per mettere i denti...

[4] Bestiario Tesoro volg., XIV pm. (sen.), cap. 65, pag. 321.2: Lo suo dente canino, legato a collo del fanciullo, ançi ch'e denti mettano, sarae sicuro d'ogni dolore di denti in sua nativitade.

1.8 Fras. Tenere a denti secchi: lasciare senza cibo. Fig. Negare una soddisfazione o la realizzazione di un desiderio.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 28.1, pag. 415: O mondo, tu ci tieni a denti secchi / lo più del tempo, dandoci speranza...

1.9 [Prov.] Occhio per occhio, dente per dente; vendicare un'offesa con una punizione analoga.

[1] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 32, pag. 225.2: Avete udito che agli antichi fu detto: occhio per occhio, e dente per dente.

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 7.82, pag. 46: Un'altra cosa gli antichi secunda, / et questo è noto a tutti quei che sente / de far iustitia, ché non se confonda: / - ochio per ochio et dente anco per dente - .

1.10 [Prov.].

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 181.3, pag. 237: Non pone il dipintor suo color netto / Se 'n la tempra di quel falsa la colla; / Nè mastica mai ben dente che crolla, / Nè puossi far di piombo argento schietto...

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 88, terz. 17, vol. 4, pag. 145: Come la lingua va al doglioso dente, / il Cavalier co' suoi subito corre / dove assalir da' nimici si sente.

[3] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 211, pag. 137.15: Secondo che ti senti così mena i denti.

1.11 Fras. Regentare i denti con porte chiuse (comandare, usare i denti stando al chiuso): godere del proprio beneficio senza renderne partecipi gli altri.

[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 66.12: Chi credete esser, or che 'n su † lafico † / vi par goder, villani sconoscenti / de zascun ver famiglio overo amico, / con porte chiuse regemtando i denti?

2 Sporgenza acuminata di un oggetto o di uno strumento.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 23, pag. 168.7: E molti sono che con funi legano un ferro con denti in modo di forfice fatto, il quale è lupo chiamato...

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 6, pag. 179.4: Elli vollono le prore nel pelago; poi l'àncora fondava le navi col dente tenace, e le curve navi coprono le rive...

[3] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 21, 46-57, pag. 550.6: raffio tanto è a dire, quanto graffio: questo è uno strumento di ferro con li denti uncinuti...

[4] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Nm 4, vol. 2, pag. 22.9: [14] E porranno in esso tutti i vasi che s' adoperano ad altare, cioè che siano per suo uso, cioè da tenere fuoco, le fuscinule, lo tridente, cioè uno istrumento che ha tre denti, gli uncini e li vasi del fuoco...

3 Fig. Azione di una forza esterna contro l'uomo (o le sue istituzioni).

[1] Dante, Rime, a. 1321, 46.32, pag. 168: Che più mi triema il cor qualora io penso / di lei in parte ov'altri li occhi induca, / per tema non traluca / lo mio penser di fuor sí che si scopra / ch'io non fo de la morte, che ogni senso / co li denti d'Amor già mi manduca...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.94, vol. 3, pag. 95: E quando il dente longobardo morse / la Santa Chiesa, sotto le sue ali / Carlo Magno, vincendo, la soccorse.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 16, pag. 373.3: Ed Ovidio, libro ultimo, dice: «O tempo consumatore delle cose, o invidiosa antichitade, voi distruggete le cose, e consumate tutte le cose, morse da' denti della vecchiezza, a poco a poco con la lenta morte.

3.1 Forza offensiva di un sentimento meschino o malvagio o spregevole e avverso.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 2, pag. 183.23: Onde dicie Seneca: e i tuoi [sali] siano senza dente, e gli occhi senza viltà...

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 4: [28] Tucti li stolti (et) li macti (et) li malisiosi sono malivoli, et ongna malivolo a(n)i(m)o àno de(n)ti.

[3] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 29, cap. 2, par. 11, pag. 439.21: Valerio Massimo, libro quarto. Niuna benavventuranza è sì ammodata che i maligni denti d'invidia possa schifare.

[4] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 6.50, pag. 62: or vo' che sappi, a ciò che non ti morda / l'ignorantia col dente velenoso, / che quest'è froda c'ogn' uom mal accorda.

[5] Stat. assis., 1329, pag. 163.14: se alcuna cosa en nuy reprensibile giudecaronno, caritativamente moniscano e reprendano, no detragano, no morsecheno, no squarteno coi morsi del nemico, non agiano envidia col dente alivido...

[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 97, pag. 675.13: e i morsi dell' invidia quanto puoi schifa, ne' denti della quale se pure incappi, resisti.

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, conclusione, pag. 399.11: Noi abbiamo già molte volte udito che con be' motti o con risposte pronte o con avvedimenti presti molti hanno già saputo con debito morso rintuzzare gli altrui denti o i sopravegnenti pericoli cacciar via...

3.1.1 Locuz. verb. Commettersi ai denti di qno: esporsi alle critiche altrui.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 2, pag. 68.13: E acciò che non istea in lungo sermone, mi commetto a' denti de' matti; ma per lo aiuto della verità sarò liberato.

3.2 Estens. Strumento d'azione di una forza benigna e positiva.

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 19, vol. 2, pag. 304.26: Deesi dunque ruminare, e masticare con li denti della intelligenza il cibo del Salmo, e non inghiottirlo saldo, perocchè se ne perde la dolcezza del sapore, e il frutto del nutrimento spirituale.

[2] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 36, pag. 228.30: Le labbra significano la Pace, li denti la Verità, il palato la Misericordia, la lingua la Iustizia.

4 [Bot.] Locuz. nom. Dente cavallino: Giusquiamo bianco e nero (hyoskyamus albus, niger), pianta dai fiori giallo-violacei impiegata per la preparazione di sedativi.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 24, pag. 125.31: Il dentecavallino è veleno a l'omo, e la perdice, cioè la starna, se ne notrica quando ne trova.

[2] F Mesue volg., XIV (tosc.), Della cura delli denti: Confezione di trocisci che subito rimuove il dolore de' denti [...] Recipe [...] piretro dragme due dente cavallino dragme quattro fa' trocisco con aceto et usa. || Mesue, Opera, c. 166r.

[3] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 39, col. 2.29: e poi la cola una altra volta con feltro e serbala in ampolla di vetro e mettivi dentro radici di dente cavallino polveriçata sottile on. I e lascia per XV dì e notte...

[4] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 6, cap. 57: Il iusquiamo è freddo nel terzo grado et è seme d'una herba che si chiama cassilagine o vero dentecavallino... || Crescenzi, [p. 222].

5 [Bot.] Locuz. nom. Dente canino: piccola pianta erbacea bulbosa delle liliflore, con foglie macchiate di rosso cupo e fiore solitario, pendulo, di colore rosa. || Così denominata per la forma: v. es. [1].

[1] Thes. pauper. volg., XIV pi.di. (pis.), cap. 21, pag. 258.3: 18. Item una erba formata a modo di denti, la quale si chiama dente canino, posta in sul dente che duole, tolle lo dolore, secondo che io l'ò provato.

[2] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 39.5: Queste sono le vertudi de l'erbe a ongni male. A spaventato. - Qualunque fosse ispaventato, overo che fosse lunaticho, o di dì, o di notte sia per songnio, tolgli lo dente chanino e ponilo achosto del malato: sì guarrà.

6 Signif. non accertato. || Elsheikh: «confine, termine».

[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 9, par. 1, vol. 2, pag. 346.14: Se alcuno averà overo avesse muro overo defitio overo alcuno emponemento sopre la cosa altruie con titolo overo da esso posseduta per tempo de diece angne oltra el termene overo dente dua fosse termene overo dente, el quale non avesse de ragione overo mostrasse d'avere devere de ragione per testemonia overo per stromento, po' 'l comandamento a luie facto a tre dì, degga levare e più non tenere...

[u.r. 26.03.2024; doc. parzialm. aggiorn.]