0.1 demisso, dimessa, dimisso.
0.2 DEI s.v. dimesso (lat. demissus).
0.3 Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.).
In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Che sta piegato verso il basso, mostrando malessere o trasandatezza.
0.8 Massimiliano Chiamenti 04.05.2005.
1 Che sta piegato verso il basso, mostrando malessere o trasandatezza.
[1] Fiorio e Biancifiore, 1343 (ven.>tosc.), st. 32.3, pag. 87: E Fiorio si mette per la pres[s]ura / dov' er' apreso lo fuoco e la caldura. / B[iancifiore] stava lì dimessa / ed era quasi morta di paura.
[2] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 34, pag. 252.18: Quasi l' ottavo anno dopo l' essere egli stato condannato M. Claudio Marcello e M. Valerio Levino consoli l' avevano nella città rimenato: ma era con vestimenti significanti dolore, e co' capelli e colla barba dimessa, davanti a sè portando nel volto e nel segreto ragguardevole memoria della ricevuta vergogna.
[3] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 163, pag. 298.24: Una i(n)fermità è de lu c. ch(e) se dice freve et è q(uas)i i(n)curabele; lu c. porta lu capo d(e)misso, et poco voi niente ma(n)duca.
[4] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 71, pag. 187.22: In q(ue)sta passione quisti sono li singni: la fregidità delle nare et dell'orecchie et de le st(re)mità, l'occhi greve, lu capo dimisso, et g(ra)veça de tucto lu corpo, (e) la tussa, defectu de appetitu et spetialem(en)te de bive(re), alcuna fiata li sup(ra)ve t(re)more.