DISCADUTO agg.

0.1 descaduta, descaduti, descaduto, descazudho, discaduto.

0.2 V. discadere.

0.3 Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.); Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Che non gode (più) di una condizione favorevole. [In partic.:] ridotto nel peccato. 1.1 Spregevole. 2 Ridotto in cattivo stato, malandato; esaurito fisicamente. 2.1 Ridotto a mal partito, sopraffatto (dal dolore).

0.8 Milena Piermaria 05.04.2005.

1 Che non gode (più) di una condizione favorevole. [In partic.:] ridotto nel peccato.

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 19.3, vol. 1, pag. 162: Cristo è nato et humanato / per salvar la gente, / k'era perduta e descaduta / nel primer parente!

1.1 Spregevole.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 14.1609, pag. 225: E quel che l'uom non è farsi tenere, / Entrando innanzi a ciascun uomo buono; / E pare a lui che ognun sia discaduto, / E tien per niente chi di grazia ha dono.

2 Ridotto in cattivo stato, malandato; esaurito fisicamente.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.2, pag. 75: Audite una 'ntenzone, ch'era fra dui persone, / vecchi e descaduti, c'ad opo eran perduti.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de passione sancti Iob, 221, pag. 285: Vezand lor Iob sí conzo, sí fortment descazudho, / Tant'era la soa doia de zo k'era avenudho...

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 202.17: E' incontanente comandoe che l'armi li fossero recate, de le quali vestia lo suo corpo finito ne l'ultima vecchiezza e quasi discaduto.

2.1 Ridotto a mal partito, sopraffatto (dal dolore).

[1] Poes. an. cort./tosc.occ., XIII/XIV, 169, pag. 414: Sì come nel capo te fuoro poste, / li miei braccia li sirieno più toste; / o descaduta! de così grande hoste / persone tante è 'nvêr di me acese!

[2] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 10.310, pag. 110: Or fuss'io in persona de la terra / che 'l sangue tuo riceve sì vermellio: / in bagno ne starei di quel che riga, / serei fuor del dolor che sì mi lega, / o figliuol mio, ché ciascum mi ti niega; / son discaduta, non so ad chui m'apillio.