DISUNARE v.

0.1 disuna.

0.2 Da uno.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.5 Solo pron.

0.6 N Att. solo in Dante e nei commenti.

0.7 1 Pron. Acquisire individualità distaccandosi da un insieme perfettamente coeso.

0.8 Zeno Verlato 06.07.2005.

1 Pron. Acquisire individualità distaccandosi da un insieme perfettamente coeso.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 13.56, vol. 3, pag. 211: quella viva luce che sì mea / dal suo lucente, che non si disuna / da lui né da l'amor ch'a lor s'intrea, / per sua bontate il suo raggiare aduna, / quasi specchiato, in nove sussistenze, / etternalmente rimanendosi una.

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 316.5: così per la cattolica religione siamo vietati di dire tre Idii, tre Signori. E così non si disuna dal Padre, nè dallo Amore, cioè Spirito Santo, che in lor si crea, cioè da lloro igualmente procedendo, e in trinitade.