APPĀNDERE v.

0.1 appanda.

0.2 Da pandere.

0.3 Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.): 1.1.

0.4 Att. solo in testi di provenienza non univoca.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Svelare (un segreto, una veritā). 1.1 Assol. Rivelarsi.

0.8 Rossella Mosti 10.10.2005.

1 Svelare (un segreto, una veritā).

[1] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 16.33, pag. 107: Con fro(n)te blanda / gli parlō et disse: "Quando qui venisti, / Rabė? Fā che cotesto a noi se appanda".

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 29.6, pag. 197: Congregā farisei, Iexų i dimanda, / dicendo a lor: "Cui credete che sia / Cristo figliol, de cui il ver se appanda?". / "De Davėd", tutti alora a dir s'envia.

[3] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 37.108, pag. 253: "Simon, qui č Sathanās che ve dimanda / per cribellar come il gran se billanįa; / ego autem rogavi cui me manda / per te, ché la tua fede non te manchi. / Et tu, quando č' converso, fā se appanda / tutto a' toi frati, ché sia arditi et franchi".

1.1 Assol. Rivelarsi.

[1] Ant. da Tempo, Rime (ed. Grion), 1332 (tosc.-padov.), 45.5, pag. 142: Togli questa girlanda, / E salvalami bene, / Mandomi a dir colei che 'l cor me tiene. / Per cosė fatte mene / Temo ch'i' non appanda, / Se quella donna altro piacer non manda.