0.1 capetale, capitagli, capitaie, capital, capitale, capitali, cavadal, cavaldal, cavar, cavear, cavedal, cavedale, cavedhal, chapitagli, chapitale, chapitali, chapjtale, chavadal, chavedal, kapitale, kapitali.
0.2 Lat. capitalis, capitalem (DELI 2 s.v. capitale).
0.3 Doc. fior., 1211: 3.
0.4 In testi tosc.: Doc. fior., 1211; Doc. pist., 1259; Lett. sen., 1262; Doc. prat., 1285-86; Lett. casol., XIII ex.; Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.); Stat. pis., 1304; Doc. aret., 1349-60; Doc. amiat., 1360.
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Doc. bologn., 1295; Doc. venez., 1307; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Doc. castell., 1361-87.
0.5 Locuz. e fras. avere a capitale 2.2; avere a capitale un aglio 2.2.1; avere a capitale un dardo 2.2.1; fare capitale 2.1; stare in capitale 2.3; tenere a capitale 2.2; tenere a capitale meno d'una fava 2.2.1; tenere a capitale un fico 2.2.1; tenere in grande capitale 2.2.
0.7 1 [Econ./comm.] Patrimonio fruttifero in denaro accantonato da un singolo o da un gruppo di individui. 2 Estens. Qualsiasi bene o patrimonio, mobile o immobile. 2.1 Locuz. verb. Fare capitale: accantonare un bene per il futuro, arricchirsi (anche fig.). 2.2 Fig. Locuz. verb. Tenere a capitale, in grande capitale, avere a capitale: avere in grande considerazione, stimare. 2.3 Locuz. verb. Stare in capitale: preservare il proprio patrimonio (anche fig.). 3 Somma di denaro prestata a qno, al netto degli interessi. 3.1 Estens. Qualsiasi bene dato in prestito. 4 Prezzo di una merce.
0.8 Marco Berisso 17.09.2004.
1 [Econ./comm.] Patrimonio fruttifero in denaro accantonato da un singolo o da un gruppo di individui.
[1] Doc. pist., 1259, pag. 259.19: I· nomine Domini, ame. Questo este lo quaderno dei kapitali dela co(m)pa(n)gnia la quale si dice dei Boni...
[2] Doc. venez. (>pis.-lucch.), 1263, pag. 30.5: Di toto lo prode che vi serai ser Giorgio piglerà lo quarto prode che serà in questa avere e le iij parte de lo prode cho lo chapitale si dibia rive[r]sare al dito bailo s(oprascri)to.
[3] Doc. venez., 1307, pag. 47.24: Lago libr. cento a gss. a mia sor Çaneta ch'ela ebia lo pro che esse d'ese metandole in un logo seguro et non possa meter man in la cavedal s'elo no li avese logo co(n) volentà deli mei (com)messarii...
[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 14.464, pag. 169: Atri son chi per osura / d'erichir àn tanta cura; / lo tempo venden chi no è so, / lo termen daito vén alô; / guano certo se fa dar, / spesor de prosem cavear, / e 'n picem tempo quaxi trovo / che assa' pogi fan d'un ovo.
[5] Legg. sacre Mgl. XXXVIII.110, XIV sm. (sett.), 17, pag. 67.22: E quel disse: «Padre meo, eio no ò guadagnà alcuna consa, ma e' ò perdù altressì tuto el cavedale.
2 Estens. Qualsiasi bene o patrimonio, mobile o immobile.
[1] Doc. fior., 1293, pag. 820.3: dicie la charta tre fiorini d' oro e due istaia di grano; fue il chapitale lb. V picioli e due istaia di grano, <a> in termine d' uno ano di danari, e del grano a kale[n]di aghosto prosimo...
[2] Doc. bologn., 1295, pag. 191.13: e che miser Bertholomeo predito sia tacito de tuta la staçone e de tuta la merchadandia e mobel de la staçone e d'onne rasone la quale ell'avea in la staçone, mercadandia o mobel de staçone predita, sì per cavedale chon per onn'altra casone...
[3] Doc. pist., 1296-97, pag. 158.29: (E) dicie lo ditto Franchino che lo chapitale della stazzone di che -l ditto Boldo era chonducitore sì era di Sinibaldo (e) di Boldo e de gl' altri suoi conpangni pistoresi, (e) che del ditto chapitale lo ditto Boldo suo padre molte prestanzze fecie (e) sovenime[n]ti a nostri amici bolongnesi...
[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 49, vol. 3, pag. 410.8: Liberale è a dir largo, cioè quegli che di suo capitale raccatta prigioni, ed aiuta suoi amici a maritare le loro figliuole, sì come debbono gli uomini aiutare l'uno all'altro e di consiglio e di parole, se gli è mestiero.
[5] Stat. pis., 1304, cap. 68, pag. 714.12: E lo vagellaio che pone lo vagello in Pisa a pregio di qualunqua homo dell' arte della Lana, e lo vagello non lavorasse mezzo capitale, sia tenuto lo vagellaio di mendarlo a vedimento dei consuli, u d' altre persone a cui elli la comettesseno.
[6] Doc. sen., c. 1350, pag. 142.9: Ancho che 'l detto Iacomo tragga de' chapitagli della botiga, cioè le dette le quagli al detto Iacomo piaciarà VII.c lb., scontando della somma delle dette.
[7] Doc. amiat., 1360, pag. 86.11: Ancho adimando la mia pa(r)te di XXXII fior., e q(u)ali Binduccio chonparò vino a Canpagnaticho, e del guadagno de' detti d. tocchami del capitale X fior., XLVI s., VIII d.
- [In accezione morale].
[8] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 50.11, pag. 840: Ove è lo capitale ke te trovi? / Se' visso endarno, k'ài l'altrui tolto, / e nell'onferno ne serai mandato, / se oni offensa da te non removi.
[9] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 11.107, pag. 102: Faite, faite che volete, / frate, ché de sotto gite, / ca le spese ce perdete: / prezzo nullo de pescione; / c' aio un granne capetale: / che me so' uso de male / e la pena non prevale / contra lo mio campïone.
2.1 Locuz. verb. Fare capitale: accantonare un bene per il futuro, arricchirsi (anche fig.).
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Disputatio musce cum formica, 80, pag. 90: Donca s'eo toi dra roba, per quel no sont eo fuira, / Ni s'eo faz cavedhal per stá po plu segura.
[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), [1342] son. 7.13, pag. 130: Qualunca ad questa terra à facto male, / In fine à facto male capitale.
[3] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 51.14: e maltrattato da lui, se n' andò in Cicilia a Filippo mio fratello, e avviollo in mercatantia e altre cose, e fece parecchie volte capitale...
[4] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 198, pag. 508.6: - Dice Cola: - E' me ne pesa quanto puote per te, ma per me me ne duole molto più forte, che rimango in forma, che mal potrò vivere, e converrammi ricominciare a fare capital nuovo...
2.2 Fig. Locuz. verb. Tenere a capitale, in grande capitale, avere a capitale: avere in grande considerazione, stimare.
[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 18, pag. 26.2: Sapiate che, poscia che due sì grandi reine furono fidate a costoro di menare a loro segnori sì a lunga parte, ch'egli erano bene amati e tenuti in grande capitale.
[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 245.10, pag. 155: Dunque, primo che l'omo a ley si pogna, / pensi di non tenerla a capitale, / s'el vede ch'essa non tema vergogna...
[3] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 15, pag. 121.30: Onde veggiamo, che essi sono comunemente poco avuti a capitale, e in ogni affare, come ho detto, vilipesi, e beffati...
[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 71, vol. 3, pag. 465.2: Il legato veggendo così corrotto il paese, se n'andò a dimorare a Benevento, e poco era tenuto a capitale.
2.2.1 Fras. Avere a capitale un dardo, un aglio, tenere a capitale un fico, meno d'una fava: tenere in nessun conto.
[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 65, terz. 38, vol. 3, pag. 225: la detta donna del Re Adoardo, / pensando, quant' egli era a lei fallace, / che si teneva sanz' alcun riguardo / quella di Messer Ugo, il Dispensiere, / ne avie lei a capitale un dardo...
[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 89, terz. 94, vol. 4, pag. 164: Sentendo i nostri, ch'erano in travaglio / que' della Scala contro al Viniziano, / che non gli avea a capitale un aglio, / a Vinegia mandaro a mano, a mano / Ambasciadori...
[3] A. Pucci, Contrasto, a. 1388 (fior.), st. 74.2, pag. 81: Che dirai tu di chi l' à buona e bella / E tienla a capital men d' una fava?
[4] A. Pucci, Arte del dire, a. 1388 (fior.), 9.7, pag. 300: ancor ti dico / se 'l mio dir tieni a capitale un fico, / che più lo fugga, che di morte pene.
2.3 Locuz. verb. Stare in capitale: preservare il proprio patrimonio (anche fig.).
[1] Luigi Marsili, Lettere, 1373/78 (fior.), [1375] 5, pag. 480.4: e priegolo conceda a tutti voi che lla lunghezza della vita sia con scemare il debito e acrescere il credito che avete co llui; ché stare in capitale non si può, e danno ricevere in tale traffico è troppo grave...
3 Somma di denaro prestata a qno, al netto degli interessi.
[1] Doc. fior., 1211, pag. 24.26: se più sta(n)no, a iiii d. lib. il mese qua(n)to fosse nostra volo(n)tade, (e) s'ei no· pagasse, sì no p(ro)mise di pagare Buonone f. Farolfi da Duomo p(ro)de (e) kapitale qua(n)t'elli sstesero.
[2] Lett. sen., 1262, pag. 284.16: (E) diene p(er) intendimento q(ue) -l deto abate ne p(r)egava q(ue) noi ne soferisemo infino a uno cierto dì, (e) che ne p(r)ometarebe di paghare sença farci letera, (e) disene q(ue) ne farebe bene asichurare a lui chome siamo bene paghati di chosto (e) di chapitale.
[3] Doc. prat., 1285-86, pag. 105.20: Neri f. Melior... ci de dare, ce lli prestai (e) ène carta p(er) ser Pericetto (e) sono tuti capitale (e) paga'li p(er) lui ad A... di Bra(n)do Bonavogle p(er) tera (e) delici dare dì XXIJ d' ogosto MCCLXXXV.
[4] Lett. casol., XIII ex., pag. 389.26: Lo comune da Casole de dare a Memo Viv[i]ani Guiglelmi da Siena iiij.or C lib. di capitale...
[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 17, proemio, pag. 310.16: L'Imperadori [[...]] fecero tre spezie d'usura. L'uno grado è di persone nobilissime, [[...]] ed a costoro permissero che ssi togliesse usura, che ssi chiama terza centesima, cioè che se 'l capitale è XXX, che l'usura dell'anno è X...
[6] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 65, par. 6, vol. 1, pag. 461.17: E che passato el ditto tempo de seie angne e esse satesfatte del ditto loro capetale, secondo la forma degl ditte ordenamenta, esse giudere e ciascun de loro siano schiuse, casse e revocate per autorità de la presente legge da onne citadinança, benefitio e honore de la citade e del contado e del destretto de Peroscia...
[7] Doc. aret., 1349-60, pag. 178.18: Naldo de Boncetto da le Come, el quale sta a Casstillioni Fibocchi, dia dare, ei quali ei prestai dì detto de sopra p(er) graçia e amore p(er) comparare una somiera, come apare carta p(er) mano de s(er) Pace de Puccio da Chiasse, fatta dì detto de sopra, fiorini quattro d' oro de vera e pura sorte e capetale.
3.1 Estens. Qualsiasi bene dato in prestito.
[1] Libro mem. Donato, 1279-1302 (lucch.), pag. 152.5: Se Nicholuco mi rende lo mio chapitale, deboli redere queste istaia v, cò este lb. xviij, di quie a un ano prosimo che vene.
[1] Doc. castell., 1361-87, pag. 252.19: Mill(esim)o iij.c.lxxxij; dì xviiij de genaio, àve Carlo ma(r)chese da Iacomo del Va(n)nuccio v flor. del capitale che li erano estimati una troia (con) doie po(r)celli, cioè la troia iij flor. (e) i po(r)celli doie.
[u.r. 13.10.2020]