CONFORTO s.m.

0.1 cconforto, chonforto, comforto, comfortto, confort, confort', conforte, conforti, conforto, confortu, confuorto, corforto, cunfortu.

0.2 Da confortare.

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 2.4.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Ruggieri d'Amici (ed. Vitale), XIII pm. (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. bologn., 1286-96; Caducità , XIII (ver.); Poes. an. padov., XIII sm.; Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Poes. an. abruzz., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. a conforto di 2.5, 3.2; addurre conforto 2.4; avere conforto 1.1, 2.2; dare conforto 1.1, 1.2, 2.4, 3.1; darsi conforto 2.3; donare conforto 1.1, 2.4; fuori di conforto 2.7; in conforto di 2.5, 3.2; mal conforto 3.3; mandare conforto 2.4; per conforto 2.6; per conforto di 1, 1.1, 2.5, 3.4; pigliare conforto 1, 2.3; porgere conforto 1, 2.4; portare conforto 2.4; prendere conforto 1, 1.1, 2.3; recare conforto 1; ricevere conforto 1, 1.2; stare in conforto 2.2; trovare conforto 1.1.

0.6 A Doc. prat., 1285-86: Conforto f. Marini di Palaçuolo.

0.7 1 Ciò che rende qno o qsa più forte e resistente nei confronti di circostanze esterne. 1.1 Ciò che rende qno più sicuro e fiducioso nel futuro. 1.2 [Relig.] [Rif. all'azione della grazia divina sull'uomo]. 2 Ciò che permette il passaggio a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.1 Stato di felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.2 Locuz. verb. Avere conforto, stare in conforto: trovarsi in uno stato di felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.3 Locuz. verb. Darsi, pigliare, prendere conforto: passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.4 Locuz. verb. Addurre, dare, donare, mandare, porgere, portare conforto: far passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.5 Locuz. prep. A, in, per conforto di: con l'intento di far passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.6 Locuz. avv. Per conforto: con l'intento di passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.). 2.7 Locuz. avv. Fuori di conforto: senza possibilità di passare a uno stato di maggiore felicità o serenità. 3 Atto di spingere qno a compiere una det. azione; esortazione. 3.1 Locuz. verb. Dare conforto: spingere qno a compiere una det. azione. 3.2 Locuz. prep. A, in conforto di: adoperandosi per far compiere una det. azione a sostegno di. 3.3 Locuz. nom. Mal conforto: esortazione a compiere azioni illecite o immorali. 3.4 Locuz. prep. Per conforto di: per effetto dell'esortazione di.

0.8 Francesco Sestito 04.10.2005.

1 Ciò che rende qno o qsa più forte e resistente nei confronti di circostanze esterne.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 71, vol. 2, pag. 134.6: fu sì empito e furioso il maladetto fuoco col conforto del vento a tramontana che traeva forte...

[2] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 54.4: lo 'mperadore Federigho [[...]] quando fu rotto da' Parmigiani s'afadighò tanto che infermò e di quella infermità si morì; ché non potette mai avere conforto niuno, per modo che senpre andò di male in pegio.

[3] <Doc. ven., 1363 (2)>, pag. 298.32: Et se ello habesse Budoa in le sue mani, a vui serà destruçione et dampno grandissimo, et conforto deli dicti nostri inimisi.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 28.10, pag. 36: ecco novellamente a la tua barca, / ch'al cieco mondo à già volte le spalle / per gir al miglior porto, / d'un vento occidental dolce conforto...

- [Milit.].

[5] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 245, pag. 93.32: Gli usciti vedendosi mancare la schiera del conforto, si ritrassono indrieto.

- Locuz. verb. Pigliare, prendere, ricevere conforto: diventare più forte e resistente nei confronti di circostanze esterne.

[6] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 73.35, pag. 375: se sorpharo pochetin / toca un carbon ben pizenin, / alô crexe e prende conforto / fogo chi pareiva morto...

[7] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 10, pag. 248.15: dopo il referire grazie, nel quale atto tutto sè unìe, si volse a Beatrice, donde ricevette conforto alla virtù visiva, cioè contemplativa...

[8] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 9, cap. 51, vol. 2, pag. 357.4: ll'uomo apitisce di vari cibi, che di tale varietà lo stomaco piglia conforto, e ffa digestione...

- Locuz. verb. Porgere, recare conforto: rendere più forte e resistente nei confronti di circostanze esterne.

[9] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 2.29, vol. 1, pag. 24: Andovvi poi lo Vas d'elezïone, / per recarne conforto a quella fede / ch'è principio a la via di salvazione.

[10] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 1, pag. 102.4: A porgere conforto alle ragionate parole, vi dirò una visione che a me, questa notte passata, apparie.

- Locuz. prep. Per conforto di: con l'intento di rendere più forte e resistente nei confronti di circostanze esterne.

[11] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 2, pag. 7.17: v'andò Sancto Pavolo, e di questo molti libri sono scritti; e questo dicie che fu concieduto per conforto de la Chiesa, ciò è de la fede cristiana, la quale è principio di salvare l'anime.

1.1 Ciò che rende qno più sicuro e fiducioso nel futuro.

[1] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 45.1, pag. 590: S'io non trovo per te qualche conforto, / io dico sol d'un poco de speranza, / in breve veggio che morte me lanza / el crudel colpo e convèn ch'io sia morto...

- Locuz. verb. Avere, trovare conforto: sentirsi sicuro e fiducioso nel futuro.

[2] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 3.11, pag. 27: Ma so bene, se Carlo fosse morto, / che voi ci trovereste ancor cagione; / però del papa nonn- ho gran conforto.

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 85.19, pag. 408: L'aer par tuto ofoscao, / e lo mar astorbeao [[...]] ni se trovemo conforto / de poer venir a porto...

- Locuz. verb. Dare, donare conforto: rendere più sicuro e fiducioso nel futuro.

[4] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 10.14, vol. 1, pag. 127: Chiara spera, gram lumera, conforto / k'io non pèra stando nera nel mal porto...

[5] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 25, pag. 65.2: Securtade è donare conforto a sè medesimo contra le dure cose de la ventura, che po' li avengna bene.

- Locuz. verb. Prendere conforto: diventare più sicuro e fiducioso nel futuro.

[6] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 12, pag. 44.27: prendete in ciò grandissimo conforto e vera fiducia, che Jesù dolcissimo vi farà molta ismisuratissima grazia...

- Locuz. prep. Per conforto di: con l'intento di rendere più sicuro e fiducioso nel futuro.

[7] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 11, pag. 118.2: Ciò vedendo, Guilielmo non sconfortòe ma, per conforto de la mollie e de sua gente, un mesaggio mandòe...

1.2 [Relig.] [Rif. all'azione della grazia divina sull'uomo].

[1] Poes. an. ven., XIII, 241, pag. 143: Tanto conforto, signor, tu me à' dado, / Che facto son san d'ogno pecado.

[2] Poes. an. urbin., XIII, 22.105, pag. 588: Or preg[h]imo lo Signore, / ke per nui fo vivo e mmorto, / k'Ello per lo sancto amore / sì nne dia aiuto e cconforto, / et ad onne peccatore / de tornare a lo Suo porto...

[3] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 77.28: La prima intende a pascere Iddio della vivanda di buone opere, la seconda intende ad essere pasciuta da Dio per verace conforto spirituale.

[4] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 5, pag. 4.12: bono e perfecto amor l'omo no po aver a Dio, s'ello no à alguna speranza de recever bona utilitade et algun conforto da lui.

[5] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 23, pag. 102.16: in questa angoscia fu confortato dall'Angelo, perchè la sensualitade molto era impaurita. E per questo conforto si fortificò...

[6] Laudi Battuti di Udine, XIV m. (tosc.-ven.), 5.50, pag. 40: Dolce regina, mercè ve clamemo / de li pecati che fati avemo, / che nui se repentemo cun bon cor fermo, / cun lo vostro grande conforto e valore.

[7] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 7, pag. 92.6: pensando Nonoso che se no fuse quela prea quelo tal logo almem per alquante erbe odorifile porea bastar per orto, repensando che quela prea né se poea move' per .l. paira de boy e seando desperao d' ogni uman aitorio, retornà solamenti a lo divim conforto e in quelo logo de noite se çetà in oratium.

[8] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 13, pag. 231.4: Essendo madona sancta Maria [[...]] avocata d'i peccaturi, alturio e conforto d'i iusti...

- Locuz. verb. Dare conforto.

[9] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 9.3, vol. 1, pag. 122: Dami conforto, madre de l'amore, / et mette fuoco et fiamba nel mio core...

[10] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.253, pag. 377: amor, amor Iesù, damme conforto, / amor, amor Iesù, sì m'hai enfiammato...

- Locuz. verb. Ricevere conforto.

[11] Lodi Vergine, XIV in. (ver.), 218, pag. 85: Li orfani, li lasi e li cativi / sì ge recevo conforto e salù, / e quellor li quali sta ligai e prisi / encontenento el carcer ge à rumpù.

2 Ciò che permette il passaggio a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Giac. Pugliese, Resplendiente, 1234/35 (sic.>ven. or.), 29, pag. 85: Dona valente, / la mia vita / per voi, plu-çentê, / ·sta smarita, / si non fus'u [.] dulce conforto / nenbrando k'eu lu ten· al men braço...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), disc. 1.26, pag. 67: Chi trova casione / fa contra rasione, / ch'or'è la stasione / di far messione, / a ciò che sia conforto / lo tempo, ch'è passato, / di quelle, c'han diporto / di core innamorato...

[3] Caducità , XIII (ver.), 308, pag. 665: E bïao ti s' tu n'esisi a tal porto / ke tu no avisi a l'anema né al corpo / né ben né mal plui como un vermo morto, / e così questo seria algun conforto.

[4] Poes. an. abruzz., XIII, 33, pag. 43: Ore so trista sensa confortu, / Scì gran dolore con meco porto: / K'abi unu filiu, avételu mortu.

[5] Poes. an. padov., XIII sm., 13, pag. 806: En lui è tuto el me' conforto: / çamai no voi' altro deporto, / ké de lui sol çoia me nasce, / ke 'l me' cor ten, noriga e passce.

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.14, pag. 75: Aio una nora santa, de paradiso pianta; / certo eo serìa morto, non fosse 'l suo conforto...

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 16.242, pag. 189: Ma cossì grama com'e' me stava, / misera, senza conforto, / desirava e aspetava / d'aver lo santo corpo morto.

[8] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 32, pag. 155.2: no gh'era dapè alchun vexin nessun prossiman nessun lor citain né parente né amigo ben vogliente, nessun amaistramento de ben, nessun solaçço né conforto de bon homi...

[9] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 93, pag. 8: Io persi ogni baldeza, ogni chonforto / vedendo el mio fiol sì dolze e charo / eser tradito da Juda ne l'orto...

[10] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 10.11, pag. 703: Donque, vi piaccia per Dio, signor caro, / di farme grazia, prima ch'io sia morto, / ch'io none spero mai altro conforto, / se no 'l suo dolce frutto, per me amaro...

- [Con rif. a una persona amata].

[11] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 9. O sola eletta, 49, pag. 54: Resuscitar vedesti el tuo conforto / sí gloriosamente e con vittoria, / che fe' el poder del nimico più corto.

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 89.18: Anche teneva una soa badascia - donna Leonora aveva nome -, la quale amava sopra tutte cose, la quale era sio confuorto, della quale avea figlioli e figlie.

2.1 Stato di felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 114, pag. 58: Illoga ha ess grand pax, dolzor amor careza, / Confort e ris e requie, grand godhio, grand drueza...

[2] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 195, pag. 331: La Sperança seguiscela, de gran confortu plena / desfine a lo morire...

[3] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.4: avendo ora inteso [[...]] che voi state bene [[...]], n'avemo avuta grande alegrecça e conforto.

[4] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 56.20, pag. 132: Or ge querì un don per mi in cortexia, / che vignire e' podesse in vostra compagnia / in la perfecta gloria del santo paradixo, / là o' è sempremae conforto, çoghij, canto e rixo.

2.2 Locuz. verb. Avere conforto, stare in conforto: trovarsi in uno stato di felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 506, pag. 75: Illora la sancta anima dirá invers lo corpo: / «Ben habli tu, companio, ke 'm fe' stá in grand conforto.

[2] Ruggieri d'Amici (ed. Vitale), XIII pm. (tosc.), 19, pag. 185: E non poria dir k'eo [poi] / potesse avere comfortto...

[3] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 731, pag. 54: Tuti serave riqi e mainente; / Mo çamai non avrà conforto: / Çascun de lor voria esser morto.

[4] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 30, pag. 80.32: e giochi e' sollazzi onesti e temperati non sono rei né malvagi, perciò che sono ordinati a buono fine, sì come ad avere conforto ed allegrezza, acciò che l'uomo possa meglio e più vigorosamente fare le opere di virtù.

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 327, pag. 72: Mintri lo duca visse, omne homo sta in conforto: / No sse occideano li homini, né sse feceva torto...

2.3 Locuz. verb. Darsi, pigliare, prendere conforto: passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 31.9, pag. 338: Però conforto grande, dico, prendo...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 2.10, pag. 80: Ben ce dovemo de lo mal dolire, / tempo aspetare e prendere conforto, / sì che lo male no tanto rincresca.

[3] Poes. an. bologn., 1286-96, ball..10, pag. 14: e vivo dubitoso / cun gran doia pensando / che da vu' non ò [...] conforto...

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 41, vol. 3, pag. 376.12: E considera la maniera del male che viene, e di colui che te 'l fa; chè in ciascuna di queste cose puoi tu pigliare conforto...

[5] A. Pucci, Apollonio, a. 1388 (fior.>tosc. or.-merid.), 1.243, pag. 10: Signor mio, datevi conforto / per Apollonio, se v'avea schernito, / ch'el non si trova né vivo né morto / nella sua terra dov'era fugito!

2.4 Locuz. verb. Addurre, dare, donare, mandare, porgere, portare conforto: far passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 141, pag. 529: No remase per ela qe no desse conforto, / de lo fedel desipolo, no fosse pres'e morto.

[2] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 6.7, pag. 192: ed io vo' pensare e dire: / canto per donar conforto / e li mal d'amor covrire, / ché l'amanti pere e torto.

[3] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.45, vol. 1, pag. 261: Ma se Natura, - che 'nd'ha lo podere, / n'avesse lo volere, / appena mi poria donar conforto.

[4] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 2.4, pag. 453: Madonna, il fino amor ched eo vo porto / mi dona sì gran gioia ed allegranza [[...]] che d'ogni parte m'aduce conforto...

[5] Onesto da Bologna, XIII sm. (tosc.), 15.10, pag. 71: Tu' saggio senno al mi' gran dolere / tosto mandi conforto che 'l cor ponti...

[6] Dante, Rime, a. 1321, 38.16, pag. 127: e se di buon voler nasce merzede, / io l'addimando per aver più vita / da li occhi che nel lor bello splendore / portan conforto ovunque io sento amore.

[7] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 11, pag. 117.6: santa Venere, la cui effigie nel principio de' miei affanni in questa camera fu manifesta, porgi conforto alli miei dolori...

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 104.16: Ora adunqua, se te place, fa fine a quisto tuo plangere e alcuno confuorto a la toa persona...

2.5 Locuz. prep. A, in, per conforto di: con l'intento di far passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Sommetta (ed. Hijmans-Tromp), 1284-87 (fior.>tosc. occ.), pag. 207.1: Sappiate che io a te, benedetto mio figliuolo, t'avrei sovente a tutto tuo conforto scritto, e risposto a te in gioia desiderando...

[2] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 2.1, pag. 742: De lo leone, per nostro conforto, / una gram maravellia n'agio audita...

[3] Fr. da Barberino, Rime, a. 1314 (tosc.), 1.45, pag. 235: Ma prego chi ci vien che sia 'l suo dire / non a conforto di me né a bene, / ma solo a ciò che m'accresca le pene...

[4] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 34, pag. 119.16: quando saprò questo, sarò molto consolato e contento, e sì vi degnate di scrivarmi in mio conforto.

2.6 Locuz. avv. Per conforto: con l'intento di passare a uno stato di maggiore felicità o serenità (soprattutto dopo un'esperienza neg.).

[1] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 7, ott. 60.7, pag. 202: e quel che più della mia bocca udire / s'è potuto, è nomarti sempre mai / o chiamar te od Amor per conforto...

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 3, cap. 49, pag. 324.13: Dove, o misera fortuna, ricorrerò per conforto, con ciò sia cosa che ogni speranza fuggita mi sia di potere mai lui rivedere?

2.7 Locuz. avv. Fuori di conforto: senza possibilità di passare a uno stato di maggiore felicità o serenità.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 131.7, pag. 204: Oh, lassa, for son di conforto, / ché d'ogni parte disciolt'ha il mio bene!

3 Atto di spingere qno a compiere una det. azione; esortazione.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 65.3: Lo sponitore avea propensato di fare questo libro, ma per negligenzia lo intralasciava; onde da questa negligenzia il potea bene alcuno ritrattare per confortamento, e questo conforto viene sopra cosa la quale era già pervenuta all'anima, cioè la negligenzia.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 23, pag. 90.9: non ti fidare, non ti manifestare in coloro cun cui tu agia combattuto, e tiene a vile ognie lor conforto...

[3] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 2: nessuna fede abbi alo nimico tu' che co(n)nosci tai cose, et lo co(n)forto del nimico ti sia vile, acciò che tu no(n) perischi di crudele morte p(er) fraude di cutale nimico.

[4] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 7, pag. 94.16: E così bell'e savie e virtuose parole de conforto loro disse, che ciascuno enfiambato e desideroso venne de combattere più.

[5] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 38, pag. 200.10: Questo non dice egli a mmodo di comandamento e di consiglio o di conforto, come quel dinanzi, anzi il dice per modo di minacce parlando per contrario.

[6] Stat. pis., 1334, cap. 25, pag. 1038.18: quello disciepulo, garsone, o vero fante nollo incarrerò, nè farò incarare, per alcuno conforto, o vero lusinghe [[...]] o vero per alcuno modo...

[7] Lett. sen., XIV pm. (2), pag. 90.20: e quanto ch'el mio dritto no fusse mantenuto per loro, e me lo petizassero, siate cierto, che da me mai non avaranno aiuto nè conforto.

[8] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 5, pag. 104.39: Andreuccio, spaventato dalla voce di colui e dalla vista e sospinto da' conforti di coloro li quali gli pareva che da carità mossi parlassero [[...]], prese la via per tornarsi all'albergo.

3.1 Locuz. verb. Dare conforto: spingere qno a compiere una det. azione.

[1] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 8, pag. 244.19: alcuno savio dirave che rustiga cosa serave a no dare a loro conforto de far guera, per loro vendeta fare...

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.16, pag. 197.21: il cavaliere diè gran conforto a' cittadini di quelle due terre di rubellarsi...

[3] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 7, pag. 26.3: unu grandi homu di Missina [[...]] et vinnisindi a rRigiu a lu Conti Rugeri et dedili confortu et via comu, tostu andandu, putia haviri in brevi tempu Sichilia.

- Fig. [Con sogg. non animato].

[4] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 41.10, pag. 103: Vengianza, se fallato aggio, ne prenda, / ché la pena m'incalcia e conforto / ch'io dica, e poco pensa ch'io misprenda.

3.2 Locuz. prep. A, in conforto di: adoperandosi per far compiere una det. azione a sostegno di.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 39, pag. 598.17: Il gran romore che fu poco avanti fu per due che nell'acque si combatteano, a conforto de' quali ciascuna col gridare aiutava il suo...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 5, pag. 472.17: Virgilio, ancora in conforto dell'autore, si sforza di dimostrare d'aspettare che venga chi 'l faccia venire al di sopra della sua impresa...

3.3 Locuz. nom. Mal conforto: esortazione a compiere azioni illecite o immorali.

[1] Arrigo Baldonasco (ed. Panvini), XIII sm. (tosc.), 2.24, pag. 397: ma era al Nostro Signor rincresciuto / la vostra vita, che sì mal menare / vedea in mondo, che Gl'er'a spiacere; / però non volse devesse regnare; / e poi apreso siete a biastimare, / a mal conforto avete lo volere.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 28.135, vol. 1, pag. 486: sappi ch'i' son Bertram dal Bornio, quelli / che diedi al re giovane i ma' conforti.

[3] Ottimo (sec. red.), a. 1340 (fior.), Inf. c. 1, pag. 350.34: conciosiacosachè pella procuraçione e mal conforto del dimonio questi mortali vitij e massimamente l' avariçia siano dischorsi sopra la terra et siano allegati all' anima de' mortali, e la miseria di sì grandi peccati non si possa pella deboleça de l' umana natura perfettamente per huomo e in quanto huomo scacciare e constringnere con tormento di debita pena...

[4] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 28, 127-142, pag. 731.35: quelli Che diede al re Giovanni; figliuolo del re Riccardo, i mai conforti; cioè li rei conforti, che si ribellasse contra il padre...

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 115, S. Bernardo, vol. 3, pag. 1017.9: Frate Ruberto, monaco di san Bernardo e, secondo la carne, suo parente, ne la sua gioventudine ingannato per male conforto d'alcuni, [si portò a Clunì].

3.4 Locuz. prep. Per conforto di: per effetto dell'esortazione di.

[1] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. II, cap. 32, pag. 273.20: Guai a tte, misero Brettone, che non temesti d'andare a· luogo della tua morte, per movimento e per conforto di femmina!

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 4, vol. 1, pag. 26.5: La quali viduta, per confortu di Postumu agurreru, incontinenti cavalgau cun tuttu lu exercitu et prisi li tendi furtissimi de li Sanniti...

[3] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 22, pag. 38.11: la fanciulla, per conforto di Santa Elisabet, prese habito di religione, e quivi insieme co llei rimase...

[u.r. 27.03.2023; doc. parzialm. aggiorn.]