DISPARO s.m.

0.1 dispàro, disparo.

0.2 Da dispari.

0.3 Lambertuccio Fresc., XIII sm. (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Lambertuccio Fresc., XIII sm. (fior.).

0.5 Locuz. e fras. fare disparo 2.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Numero non divisibile per due. 2 Locuz. verb. Fare disparo: travolgere e mettere in fuga un nemico.

0.8 Fabio Romanini 27.09.2005.

1 Numero non divisibile per due.

[1] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 214.146, pag. 278: Ha zara l'uom cui tocca il mal denaro. / Vuo' tu disparo o paro - o fare a buffa?

- Gettare disparo: stendere un numero dispari di dita (nel gioco del pari e dispari).

[2] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 111.5: El poco amor che m'à el mio signor caro / per non voler prestarmi el suo roncino, / à giunto mal a star me e Paganino / en valle ad anegarsi in pianto amaro. / El gioco è forza, ogniun getta disparo.

2 Locuz. verb. Fare disparo: travolgere e mettere in fuga un nemico.

[1] Lambertuccio Fresc., XIII sm. (fior.), 99a.6, pag. 256: Con vana er[r]anza fate voi riparo / infra lgli er[r]anti marinari a paro, / dicendo Carlo sia del mondo paro' / e tramontana senza alcun riparo! / Di tramontana vien sengnor che, paro, / farà di Carlo e chi 'l siegue dispàro; / ed è più certo ch'è d'Alèna Paro / ch'e'fia neiente, contro a chi fa paro.

[u.r. 17.06.2009]