CANGIATO agg.

0.1 cangiata, cangiati, cangiato, canzata.

0.2 V. cangiare.

0.3 Memoriali bologn., 1279-1300, (1288): 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1288).

0.7 1 [Rif. a un essere vivente:] che ha subito una trasformazione nell'aspetto esteriore. 1.1 [Rif. a un sentimento:] che ha mutato intensità o oggetto.

0.8 Zeno Verlato 22.06.2005.

1 [Rif. a un essere vivente:] che ha subito una trasformazione nell'aspetto esteriore.

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1288) 32.9, pag. 61: Doio piangendo, m'abonda suspiri, / vezo sparire lu lume ch'avea / del viso che sperava meo volere, zò ch'in disire lo meo cor avea. / Or me parriti canzata e sí stranera: / quando mè' squardo davante, despari'-o / perché non vega la vostra figura.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 23.47, vol. 2, pag. 394: Mai non l'avrei riconosciuto al viso; / ma ne la voce sua mi fu palese / ciò che l'aspetto in sé avea conquiso. / Questa favilla tutta mi raccese / mia conoscenza a la cangiata labbia, / e ravvisai la faccia di Forese.

[3] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 4, ott. 18.3, pag. 114: Qual poscia ch'è dall'aratro intaccato / ne' campi il giglio, e per soverchio sole / casca ed appassa, e'l bel color cangiato / pallido fassi...

1.1 [Rif. a un sentimento:] che ha mutato intensità o oggetto.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 366.130, pag. 459: Scorgimi al miglior guado, / et prendi in grado i cangiati desiri.

[u.r. 07.04.2014]