DISGRAZIA s.f.

0.1 desgracia, desgracie, desgratia, desgrazia, disgracia, disgrasia, disgraza, disgrazia, disgrazie.

0.2 Da grazia.

0.3 Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.); Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362.

In testi sett.: Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342.

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV.

0.5 Locuz. e fras. cadere in disgrazia a 1.1; cadere in disgrazia di 1.1; essere in disgrazia 1, 2.1.1; rimanere in disgrazia di 1.1; stare in disgrazia a 1.1; venire in disgrazia 2.1.1; venire in disgrazia di 1.1.

0.7 1 Subitaneo peggioramento dei rapporti personali (con qno), che provoca la perdita di det. benefici o la condanna a det. pene; stato di chi subisce la cattiva disposizione d'animo o il disconoscimento (da parte di qno, e specif. di un'istituzione o una figura istituzionale, per lo più il Papa). 1.1 Fras. Cadere, rimanere, venire, stare in disgrazia di, a qno: suscitare una cattiva disposizione d'animo, passibile di manifestazioni concrete, da parte di qno; incappare nell'ostilità di qno. 1.2 Odio, atteggiamento radicalmente sfavorevole (da parte di qno). 2 Situazione o accadimento funesto e inaspettato. 2.1 Situazione o insieme di circostanze particolarmente sfavorevoli o dolorose, sfortuna.

0.8 Elisa Guadagnini 13.09.2005.

1 Subitaneo peggioramento dei rapporti personali (con qno), che provoca la perdita di det. benefici o la condanna a det. pene; stato di chi subisce la cattiva disposizione d'animo o il disconoscimento (da parte di qno, e specif. di un'istituzione o una figura istituzionale, per lo più il Papa).

[1] Giordano da Pisa, Pred. Genesi 2, 1308 (pis.), 21, pag. 165.25: Unde vedi che darebbe uno Cardinale di non avere la disgrasia del Papa? Molto, ben sai.

[2] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 63.27: Venne uno comandamento dal papa, sotto la pena della sua disgrazia, che parte ghuelfa e parte ghibelina doveseno far pace insieme...

[3] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 41, pag. 23.7: feciono un ordine che nessuno fosse ardito entrare nella città sotto pena della disgrazia del Comune di Firenze...

- Estens. Stato di chi riscuote lo sfavore e la condanna generali. Fras. Essere in disgrazia.

[4] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 8, cap. 23, vol. 4, pag. 82.9: ciascun uomo e ciascuna cosa ha sue proprietà, per le quali l'uomo può acquistare grazia, o disgrazia.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 9, pag. 42.17: Lo vraxo honor si è la virtue de l'annimo e la bontae de l'omo. [[...]] In questo honor nessun lo pò succeer, nessun con veritae hin pò dar accusa, né dé esser in desgratia.

[6] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 108, pag. 249.14: coloro che, partiti dalla grazia del nostro Signore, tornati sono al misaro mondo e all'abominazione de' peccati, con tanta disgrazia e vitopero, che, secondo che noi udiamo, non è chi loro voglia vedere.

1.1 Fras. Cadere, rimanere, venire, stare in disgrazia di, a qno: suscitare una cattiva disposizione d'animo, passibile di manifestazioni concrete, da parte di qno; incappare nell'ostilità di qno.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 198.10: El vantare è gran vizio e non solamente in desdegno, ma sovente ne cade in odio e in disgrazia a le genti.

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 11, cap. 1.46, pag. 299: Et ella dee quanto puote ciessare, / Ch'essa cagion non sia / Di mettere tra lloro discordia alchuna; / Che rade volte ne porrà canpare / Che non rimanga in disgrazia di loro, / Se poi avien che s'accordino ad una.

[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 3, pag. 45.10: se l'uomo cade in disgrazia della Chiesa, al più tosto ch'elli puote tornare in reconciliazione, sì dee tornare...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. III, cap. 7, vol. 1, pag. 108.12: Essendo Narses patrice di Roma [[...]] sì venne in disgrazia della imperadrice Sofia...

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 29, pag. 8: Non temendo la Ecclesia, standoli in contumacia, / Et similemente al celo standoli in desgratia...

1.2 Odio, atteggiamento radicalmente sfavorevole (da parte di qno).

[1] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 187.14: El morì de morte subitanea con tanta disgracia deli homini, che inimigho dela humana generacion ello era zudigado.

[2] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.39, pag. 215.35: Messer Betto [[...]] dopo alquanti dì, arrabbiato, sanza penitenzia o soddisfazione a Dio e al mondo, e con gran disgrazia di molti cittadini, miseramente morì: della cui morte molti se ne rallegrorono, perchè fu pessimo cittadino.

2 Situazione o accadimento funesto e inaspettato.

[1] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 80, pag. 700.2: a dì primo di febraio, essendo il tempo sereno e bello, sanza avere o da lunga o da presso alcuno segno di nuvole, tonò smisurato più volte, e caddono in Firenze più saette, fra lle quali una ne percosse nel campanile de' frati predicatori, e quello in più parti sdrucì, e più segni fé per la cappella maggiore d'inarsicciati. Di ciò è fatta menzione per la disgrazia del detto campanile spesso tocco dalle saette, apresso per la novità del tonare sì spossatamente al sereno nel pieno del verno.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 20.27, pag. 58: Ahi, lassa me!, ch'ancor par che mi sia / un ghiado fitto per mezzo del core, / pensando qual fu la disgrazia mia.

[3] Legg. Sento Alban, c. 1370 (venez.), pag. 67.9: quella çentil raina, la qual no saveva la soa desgracia, fo acolegada con colu'che iera so fio.

[4] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 25, pag. 197.24: E venne fra lla giente di costui una gra·mortalità e disgrazie e disventure assai a llui e alle sue figluole...

[5] Tristano Veneto, XIV, cap. 599, pag. 550.27: tanto semo nui malaventurosi che a nui sè adevignudo tanto mal et tanta desgracia...

2.1 Situazione o insieme di circostanze particolarmente sfavorevoli o dolorose, sfortuna.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX, 9, pag. 624.35: sì come tu hai una disgrazia, così n'ho io un'altra; [[...]] io non posso trovare uomo che ben mi voglia...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 140, pag. 312.13: tu hai nome Grazia, ma a noi se' tu disgrazia.

2.1.1 Locuz. verb. Essere, venire in disgrazia: trovarsi o venire a trovarsi in una situazione estremamente sfavorevole.

[1] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 144.15: Puoi, a petizione de missore Ianni della Colonna cardinale, venne in tanta desgrazia, in tanta povertate, in tanta infirmitate, che poca defferenzia era de ire allo spidale.

- [Con rif. allo stato ultimo dell'anima, in contesti relig.:] trovarsi fuori dalla grazia di Dio.

[2] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 25, pag. 308.18: l'anima nostra [[...]] a Dio conviene che torni, come a suo principio, o in grazia o in disgrazia essendo...

[u.r. 12.05.2010]