DISUBBIDIRE v.

0.1 desobedhisce, desobediente, desobedienti, desobedire, desobeio, desubedisse, desubidío, desubidisse, dexobedire, dezubedito, disobbediendo, disobbedire, disobbedito, disobediendo, disobedire, disobediscono, disobedito, disubbedendo, disubbedire, disubbedisce, disubbedisse, disubbidendo, disubbidendolo, disubbidi', disubbidì, disubbidiendo, disubbidiente, disubbidio, disubbidire, disubbidirono, disubbidirti, disubbidisce, disubbidisse, disubbidito, disubedire, disubeditteno, disubidendo, disubidenti, disubiderà , disubidìe, disubidiendo, disubidienti, disubidimo, disubidir, disubidire, disubidiro, disubidirono, disubidissi, disubiditi, disubidito, disubidivano.

0.2 Da ubbidire.

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.); <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.); Stat. cort., a. 1345.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.).

0.7 1 Non rispettare un ordine ricevuto, non ottemperare a un preciso dovere. 1.1 Mancare di rispetto a un'autorità, alle regole, ai precetti, agli insegnamenti (morali o religiosi) impartiti.

0.8 Zeno Verlato 12.09.2005.

1 Non rispettare un ordine ricevuto, non ottemperare a un preciso dovere.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De anima cum corpore, 58, pag. 56:Adoncha planamente lo corp to amonisce: / s'el sta a senn, bon è; ma s'el desobedhisce, / contrasta francamente...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 24, pag. 418.13: ché se lo re comanda una via e lo servo ne comanda un'altra, non è da obedire lo servo: che sarebbe disobedire lo re, e così sarebbe transgressione.

[3] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Leandro, pag. 171.6: Or volesse Dio che Dedalo mi desse l' ardite alie, avvegna che ci sia presso il mare Icareo, ove il suo figliuolo Icaro, per disubbedire, affogò!

[4] Stat. cort., a. 1345, cap. 20, pag. 140.20: E niuno de ciò debbia essare scusato, se non fosse gravissima casgione; e sia tenuto el priore de fare recettamento de ciò, e punitione a ki desubedisse.

[5] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 16, pag. 381.21: Ancora comandò che al chavaliere, perché avea disubidito e non fatta la giustizia gli fu comessa, che per la detta chagione anche a lui gli fosse tagliata la testa...

[6] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 27, pag. 142.1: Alora li soi parenti, vegando che questo devenia perch'elo avea desobeio a sam Beneto, cum gram pianto se çitàm a li soi pei, pregandelo che li devese rende' e dar la soa gracia.

1.1 Mancare di rispetto a un'autorità, alle regole, ai precetti, agli insegnamenti (morali o religiosi) impartiti.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 26, pag. 324.17: Brevemente vi dico, dolce Signor mio, che tutto sì ccome, foste fedele e benigno e obidiente ad alcuno bon signore o barone o rei da cui teneste tutto il poder vostro affiato, guardareste non farli offensione, e sservereste lui in tutti soi bon piaceri, fedele, obidiente e amoroso, a mercè servente siate ad Esso, da cui solo tenete core e corpo e poder, e quanto bene avete dentro e de fôr da voi; e ancho Lui maggiormente, quanto più vale e più à mertato e mertar pòe, e ppiù tener danno, dezubedito.

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 202.2, pag. 248: O carissimi miei, qual è cagione / per che sì forte Dio disubidimo?

[3] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 81, vol. 3, pag. 508.16: Però io dico, che peccato non è altro che passare divina legge, e disubbidire al celestiale comandamento, chè peccato non sarebbe se 'l divietamento non fosse.

[4] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 30, pag. 151.25: per lo comandamento disubbidito, quegli due de la famiglia di Lotto, che usciro di Sogdoma e di Gomorra, divennero statue di sale, e diciesi che anchora vi sono.

[5] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 12, pag. 103.20: e così s'accusi, che non ha avuto timore di riverenzia a Dio, anzi gli ha disubbidito in rompere gli digiuni, e le feste, e gli altri dì comandati.

[6] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 223.5: Essere vestito a modo di femmina, non mi può essere nocivo, imperciò che dalla antica prudenzia di santi padri così m'è comandato, acciò che nell'abito e nel portamento li cherici dell'altri sieno conosciuti. Sicché se in sì poco io disubidissi al comandamento de' padri, credere potreste che io a' vostri ubidire non volessi...

- [Rif. al peccato originale].

[7] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De Sathana cum Virgine, 344, pag. 42: ben sop anz k'el t'creasse ke tu haviss perire, / ke tu per töa colpa haviss dexobedire.

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 7.100, vol. 3, pag. 111: Non potea l'uomo ne' termini suoi / mai sodisfar, per non potere ir giuso / con umiltate obedïendo poi, / quanto disobediendo intese ir suso...

[9] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 29, 13-30, pag. 610, col. 2.12: Eva, siando de terra, volse deventar dea, e la terra si è substanzia passiva e no activa; sí che in quanto ave quel volere desubidío la terra. [[...]]. Ancor desubidío lo cielo, ché crette ascender sovra quilli per virtù de no murire mai e no essere secondo 'l corpo subdita al Cielo.

[10] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 2, cap. 18, pag. 270.23: Creò Iddio, com' è detto, l' uomo buono e perfetto, il quale, disubbidendo, divenne non buono.