DISSERRARE (1) v.

0.1 desera, deserare, deserra, deserrata, dessera, desserà , disera, diserarla, diserra, diserrando, diserrare, diserraro, diserrasse, diserrassero, diserrasti, diserrata, diserrato, diserri, diserro, diserrò, diserroe, diserròe, disserra, disserrando, disserrar, disserrare, disserrarlo, disserrata, disserrate, disserravi, disserri, disserro, disserrò.

0.2 Da serrare.

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 2.4.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Stat. sen., 1298; Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.).

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Caducità , XIII (ver.); Memoriali bologn., 1279-1300; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.).

In testi mediani e merid.: Manfredino, a. 1328 (perug.); Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.).

0.5 Locuz. e fras. disserrare la lingua 2.1.

0.7 1 Aprire (una porta o un contenitore chiuso); anche fig. 2 Consentire o provocare l'uscita da un luogo chiuso o da un contenitore, o la liberazione da un impedimento. 2.1 Lasciar uscire dalla bocca, dire. 2.2 Pron. Venir fuori liberandosi da un impedimento. 2.3 Pron. Venir fuori, avere origine. 2.4 Rendere disponibile, dare, donare. 3 [Creare uno spazio in qsa di coerente:] disperdere (una schiera). 3.1 Pron. Allontanarsi da qno o qsa cui si era accosto (anche fig.). 3.2 Privare di consistenza. 4 Far scattare da uno stato di tensione (l'arco, la balestra); scoccare (dall'arco, dalla balestra, una freccia). 4.1 Sferrare colpi (anche assol.). 4.2 [Non tenere in tensione:] lasciare le briglie, andare a briglia sciolta. 4.3 [Perdere tensione:] desistere. 4.4 Estendersi.

0.8 Genny Sassano 06.06.2005.

1 Aprire (una porta o un contenitore chiuso); anche fig.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [La Vecchia], pag. 73.32: Lo ençegnoso amore sì dessera le porte e le ferme seraie...

[2] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 69, pag. 108.8: De la prima porta tiene le chiavi la Fede Cristiana, e a neuno la diserra...

[3] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 16, pag. 272.2: la quale guardia sia tenuto le decte piscine guardare, e voitare, e nectare e spazzare di fuore; e l'uscia de le decte piscine, d'ogne tempo, da mane e da sera, serrare e diserrare, e ogne dì di festa.

[4] Novellino, XIII u.v. (fior.), 99, pag. 349.15: Essendo ristato di rimpetto alla casa (di poco era passato l'altro), la fanciulla diserrò l'uscio e chiamollo sottoboce e disse che acostasse il cavallo.

[5] Bestiario d'Amore, XIV in. (pis.), pag. 92.8: Ma elli [[il cuore]] è sì ben serrato inn un solo servigio che io non lo poterei diserrare, ché le chiave non soe, e non sono punto in mia balia, e voi non la volete avere, che le chiave n' avete voi portate.

[6] Storia San Gradale, XIV po.q. (fior.), cap. 14, pag. 20.18: Perché se' tu isbaito e di che tti maravigli tu? Maravigliti tu di ciò che ' libretto è tratto de la cassa sanza diserarla? Tutto in tale maniera uscì Gesù Cristo del sipolcro sanza la pietra che v'era suso muovere.

[7] Passione cod. V.E. 477, XIV m. (castell.), 1898, pag. 88: con grande sollicitamento / redite fuoro al monumento, / per ongiare dolçemente / lo corpo del profeta gente, / se çò podessaro unqua fare: / lo munimento deserare.

[8] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 38, pag. 129.17: Guai ad noi se rifiuteremo Cristo, e 'l santissimo dono; colui che non si disserra in tutto, si serra, e lui caccia; guai a lui...

2 Consentire o provocare l'uscita da un luogo chiuso o da un contenitore, o la liberazione da un impedimento.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 12.136, vol. 1, pag. 206: La divina giustizia di qua punge / quell' Attila che fu flagello in terra, / e Pirro e Sesto; e in etterno munge / le lagrime, che col bollor diserra, / a Rinier da Corneto, a Rinier Pazzo, / che fecero a le strade tanta guerra».

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 11.47, pag. 215: L'aere temperata e con chiarezza / soavi e dolci venti vi disserra; / piena d'amor, d'onore e di ricchezza.

[3] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II [Dubbie], 10.4, pag. 162: Il mar tranquillo, producer la terra / fiori ed erbette, el ciel queto girarsi, / gli uccelli più che l'usato allegrarsi, / quando fuori Eol zefiro disserra, / ho già veduto...

- Fig.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 15.114, vol. 2, pag. 257: E lui vedea chinarsi, per la morte / che l'aggravava già, inver' la terra, / ma de li occhi facea sempre al ciel porte, / orando a l'alto Sire, in tanta guerra, / che perdonasse a' suoi persecutori, / con quello aspetto che pietà diserra.

2.1 Lasciar uscire dalla bocca, dire.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 8.2396, pag. 272: In panno nuovo al collo chi sospenna / Fa certe cose che qui non disserro.

[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 63.6, pag. 316: anzi più fiero, e con parole pronte, / aspra risposta parlando diserra / a que' che sopra il petto fier li stava / e col suo ferro morte gli aprestava...

- Fig. Fras. Disserrare la lingua: parlare.

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 29.40, pag. 74: Chi, per lodarsi la lingua disserra, / Derisïone spesse volte acquista; / Ma non chi lode d' altra lingua afferra.

2.2 Pron. Venir fuori liberandosi da un impedimento.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 23.40, vol. 3, pag. 379: Come foco di nube si diserra / per dilatarsi sì che non vi cape, / e fuor di sua natura in giù s'atterra...

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 26.5, pag. 34: né lieto più del carcer si diserra / chi 'ntorno al collo ebbe la corda avinta, / di me, veggendo quella spada scinta / che fece al segnor mio sì lunga guerra.

2.3 Pron. Venir fuori, avere origine.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 27.30, vol. 1, pag. 456: ch'io fui d'i monti là intra Orbino / e 'l giogo di che Tever si diserra».

2.4 Rendere disponibile, dare, donare.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 574, pag. 582: Nïente val tesoro q'è reclus soto terra: / men val lo sen de l'omo ch'ad altri no 'l deserra.

[2] Brunetto Latini, Favolello, 1260/66 (fior.), 112, pag. 282: E l'amico di ferro / ma' non dice «Diserro» / infin che può trappare; / ma el no vorria dare / di molte erbe una cima...

3 [Creare uno spazio in qsa di coerente:] disperdere (una schiera).

[1] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 51, pag. 88.4: cominciaro di tal virtú a pugnare, che non era schiera di nimici sí forte o tanto stretta o serrata che no la rompessero e diserrassero, e che no la mettessero in caccia.

[2] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 536.31: Ercole el forte va per le schiere, quelle rompe e diserra, e' Troiani d' ogni parte va danneggiando; non è chi e suoi colpi aspettare voglia.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 14, vol. 1, pag. 435.1: Veggendo ciò il conte, che non poteano diserrare il popolo, volse le 'nsegne, e con tutta la cavalleria ritornò in su la piazza di San Giovanni, e poi venne al palagio nella piazza di San Pulinari...

[4] A. Pucci, Reina, a. 1388 (fior.), I, ott. 19.6, pag. 235: Io vi darò della mia gente / duomila turchi con baston di ferro, / e vo' morir con tutti lor presente, / se dieci tanti di lor non disserro.

3.1 Pron. Allontanarsi da qno o qsa cui si era accosto (anche fig.).

[1] Poes. an. cort./tosc.occ., XIII/XIV, 301, pag. 418: O dolce amore, come se' pieno de lividore, / de sangue nero, ch' eri così biancho! / La tua biancheçça de te se deserra, / e perdi el tuo colore, o frescho gilglio...

[2] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 44.184, pag. 308: Da il templo questi mai non se disserra, / ma stavan lìe benedicendo Deo, / laudandol sempre per pace et per guerra.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 243.11, pag. 284: Abiàn fame discordia morte e guerra; / chi vacilla e chi fugge e non sa dove; / ma da' suo' vizi nessun si diserra.

3.2 Privare di consistenza.

[1] Jacopo Cecchi, XIV pm. (fior.), 2.38, pag. 440: E tu, Amor, la cui virtú diserra / ogni durezza e vinci ogni valore...

4 Far scattare da uno stato di tensione (l'arco, la balestra); scoccare (dall'arco, dalla balestra, una freccia).

[1] Caducità , XIII (ver.), 209, pag. 662: No sai [tu] ço, ke l'arco se desera, / al cor te fer e çetate per terra...

[2] Manfredino, a. 1328 (perug.), 2.9.6, pag. 174: Le tagliente saiette mi fan rendre, / le quale scoc[c]a tu' aspra balestra, / e sì la fili per ogne finestra / ch'io non posso ver' te mio arco tendre, / sì ch'ormai mi convène a mercè s[c]endre, / che non disserre corda né maestra...

[3] Ricciardo d. Albizzi (ed. Carducci), XIV m. (fior.), Io veggo, lasso 58, pag. 140: e quella da cui vien cotanto male / minacciante gridar «disserra l'arco, / se pietoso perdon tosto non chiede».

[4] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [JacBol] madr. 10.2, pag. 36: I' senti' zà como l'arco d'Amore / cun gran vigore 'l so strale disera, / che non se sfera mai dal zentil core.

4.1 Sferrare colpi (anche assol.).

[1] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 19, pag. 18: Qual furror d'ira ve conduce a guerra / e qual auctorità de ferro dare / contra lo ben comun così deserra, / che non sappiti sustinir lo pare?

[2] Petrarca, Disperse e attribuite, a. 1374, 17.5, pag. 86: Però forse costui ch'oggi diserra / Colpi morta', ne porterà ancor pena...

[3] Poes. an. pis., XIV, 207, pag. 13: andranno l' armadure come paglie / tutte ispezzate in terra / per gli gran colpi che ciascun disserra.

4.2 [Non tenere in tensione:] lasciare le briglie, andare a briglia sciolta.

[1] Tristano Veneto, XIV, cap. 468, pag. 427.39: Onde miser Ivain desserà abandonadamentre, como bon cavalier qu'elo gera, et miser Gifret de Labele altrosì.

4.3 [Perdere tensione:] desistere.

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1286) 10.39, pag. 24: Dunqua non sia sí fera / vegendo tanto reo / soffrir a lo cor meo, / che per lei non deserra, / ma vole star soffrente / finché la pïetate / de lei se mov'alquanto, / finché 'l penar, c'ho tanto, / del bene sia canzato.

[2] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 90.13, pag. 632: Di ciò, lasso, ad ogn' ora / crescere sento fra me stesso guerra, / però che non diserra / la Morte di voler ch' i' testé mora.

4.4 Estendersi.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 4.327, pag. 145: De le due stelle se in mezzo è la Terra, / Per lei la Luna lo raggio non vede / Ché nel suo corpo l'ombra si disserra.