CALMARE v.

0.1 calma, calmar.

0.2 Da calma.

0.3 Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.); Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.).

0.6 N L'occ. si calma nel Dittamondo cit. in Crusca (5) s.v. calmare corrisponde a s'incalma nell'ed. usata nel corpus: cfr. Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 22.12, pag. 316.

Doc. esaustiva.

0.7 1 (Tentare di) indurre in qno uno stato di tranquillità e di docilità.

0.8 Elena Artale 08.11.2005.

1 (Tentare di) indurre in qno uno stato di tranquillità e di docilità.

[1] ? Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 114.6, pag. 196: Che chera vostro pregio orato sommo / non mi fera più mai lingua che calma, / con ch'era vostra grandezza sommo / sì ch'a fera aportar sì grande salma.

[2] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 42.6, pag. 160: La buona fé. - Tu ne se' mal fornito. / - No inver' di te. - Non calmar, ch'i' ne vegno.

[u.r. 14.01.2009]