CANTINA s.f.

0.1 cantina, cantine, cantjna, cantjne, chantjna, chantjne.

0.2 Prob. da canto 2 'luogo appartato' (DELI 2 s.v. cantina).

0.3 Stat. sen., 1298: 1.

0.4 In testi tosc.: Stat. sen., 1298; Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Stat. pis., a. 1327; Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Locale completamente o parzialmente interrato (adibito specif. alla conservazione di vino, cibi o altro materiale).

0.8 Elisa Guadagnini 08.11.2005.

1 Locale completamente o parzialmente interrato (adibito specif. alla conservazione di vino, cibi o altro materiale).

[1] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 16, pag. 272.4: Et neuno lavorente nè altro sottoposto dell'Arte debbia fare alcuna sozzura ne la cantina che è a piano co' le decte piscine, nè ne la piazza d'esse piscine.

[2] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 8.3, pag. 412: Di luglio in Siena, in su la Saliciata, / con le piene inguistare de' trebbiani; / nelle cantine li ghiacci vaiani, / e man e sera mangiare in brigata / di quella gelatina ismisurata...

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 3, cap. 35, vol. 2, pag. 28.25: Et sia licito a ciascuno trare de' fossi del comune la rena et terra senza contraditione d'alcuno, ma in modo che li fossi et carbonaie non s'offendano et non si facciano ine cantine.

[4] Stat. pis., a. 1327, L. 4, cap. 13, pag. 194.35: Ordiniamo, che ciascuno boctino, cantina et dorgomena, possa che fie dificiata...

[5] Stat. sen., 1329, cap. 40, pag. 306.14: Anco statuimo e ordiniamo, che neuno soctoposto de la decta Arte possa o vero debbia rincarare o vero fare rincarare, tòllare o vero fare tòllare, per sè nè per interposita persona, alcuna boctica, cella o vero cantina, la quale tenesse alcuno de' decti soctoposti, se in prima no' ne indemandasse quelli o quello che stesse in quella bottiga, cella o vero cantina; et domandilo s'elli l'à rifiutata.

[6] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 153, vol. 2, pag. 18.4: e portasi la detta neve insu i camelli a vendere in Damasco, e ivi si vende di maggio e di giugno: e anche la mettono nelle cantine, e mangionla nelle loro abeverature.

[7] Paolo dell'Abbaco, Trattato, a. 1374 (fior.), 155, pag. 126.36: Se nnoj volexxjmo mjsurare alchuna ciella, o vuoj dire chantjna, o vuoj dire volta da vjno che fuxxe fatta chome tu vedi disengnata...

[8] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 4, pag. 530.11: per questa chagione s'era naschoso in una chaverna, overo cantina o volta, e altri che lla moglie Erifile no llo sapea.

[u.r. 13.10.2020]