CORRUCCIO s.m.

0.1 ccurruccio, choraço, choroço, choruccio, coroccio, coroçço, coroço, corozo, corroço, corrucci, corruccio, corruçço, corrucio, corruço, corruzo, corruzzo, coruccio, coruçço, coruço, coruzo, curruccio, curruchu, curruczu, curruzu, curruzzu.

0.2 Da corrucciare.

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Lett. sen., XIV pm. (2).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. avere a corruccio 1.2; aversene corruccio 1.2; da corruccio 1; montarsi in corruccio 1.3; prendere corruccio 1.3.

0.7 1 Sentimento di dispetto e sdegno; risentimento (contenuto o violento) che si riflette in atteggiamenti ostili o atti collerici. 1.1 Estens. Atto d'ira, di violenza. 1.2 Locuz. verb. Avere a, aversene corruccio: provare irritazione o risentimento; risentirsi, sdegnarsi. 1.3 Locuz. verb. Montarsi in, prendere corruccio: montare in collera, diventare furioso, feroce. 2 Ansiosa e tormentata inquietudine, intreccio di apprensione e tristezza; dolore, dispiacere.

0.8 Milena Piermaria 26.10.2005.

1 Sentimento di dispetto e sdegno; risentimento (contenuto o violento) che si riflette in atteggiamenti ostili o atti collerici.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 197.12: che in luogo della persona contra cui pare corucciato l'animo dell'uditore noi dovemo recare un'altra persona amata e piacevole all'uditore, sì che per cagione e per coverta della persona amata e buona noi appaghiamo l'animo dell'uditore e ritraiallo del coruccio ch'avea contra la persona che lui semblava rea...

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 1, pag. 87.5: E se 'l male è presente, e l'uomo si smuove ad acquistarne vendetta, elli à il movimento d'animo il quale si chiama ira e corruccio...

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 74, pag. 86.19: Et naturalmente lo leopardo e la lonça, quando amontano l'altre bestie, se al terço o vero al quarto salto non prendeno, per grande dispecto et disdegno più la preda non seguisceno, ma lassano andare, e lui remane per corruccio, patendo e sufferendo grande fame...

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Sal. L. 2, cap. 11, pag. 57.20: dicevano che a salvar uomini si voleva sacrificio d'uomini; altrimenti lo corruccio de gli Dei non si poteva rimuovare.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 47.15: Unu campiuni, qui appi nomu Aegles de Samiu, lu quali era mutu, essenduli levatu lu titulu et lu premiu di una victoria qui issu avia facta, scalfatu et alumatu di grandi curruczu, di mutu ki era turnau parlanti.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 66.9: Gayu Neyu Fulviu, ingendratu da patri libertinu, qui era statu fattu edili curruli con gran curruzu di li gentili homini di Ruma, la divulgau et espossila a tutta la curti.

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 66, vol. 1, pag. 338.13: e che già non tenevano Roma per paese comune; e che tutta la rabbia e il corruccio, ch'elli aveano avuto contra i loro vicini, era sopra loro tornato.

[8] Lett. sen., XIV pm. (2), pag. 91.16: Preghovi che vo' piaccia, che se avesse detto cosa che vo' spiaciesse, che me la perdoniate; che così. Idio, chè grande choruccio me lo fa dire, pensando che sempre di bene fare io abo male merito.

[9] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 8, pag. 97.13: E dicie a luie lo convenente de Uliste e como avea posto suo castello a como alquanto coroccio era suto entra Coragino e Uliste per minnova parola.

[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 758, pag. 173: Allora li regali parterose ad corruccio; / Missere Loyse gisenne; fo savio, cridi ad Buccio; / Pilliò la via per mare...

[11] Tristano Veneto, XIV, cap. 196, pag. 175.24: Et incontinente como lo re averà bevudo e mia fia apresso, elli se amarà intrami sì maraveyosamentre che algun non porà metre descordio né choraço intro quelli do.

[12] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 10, pag. 116.25: Non èy ben cieco e senza discretione chillo che ave core de levare calcagno contra de nuy e de volere movere a briga lo corruzo nuostro?

- [In partic.:] corruccio di libidine: furore passionale.

[13] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 14, vol. 2, pag. 233.2: Turmentu di li dei, qui l'eranu irati, compostu di duy cosi: zò è non puttiri imperari a la libidini, nìn a la pagura, in tempu di lu quali issa medemma fu causa et fini. Ca issa Thebes aucisi Alexandru smossa per curruzzudi libidini.

- Locuz. agg. Da corruccio: che suscita sdegno.

[14] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Temporis, 19, pag. 265: Ingiuria da corruccio, e non da scherço, / Avenir questo a me, s'i' fossi in cielo / Non dirò primo, ma secondo, o terço!

1.1 Estens. Atto d'ira, di violenza.

[1] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 256, pag. 497: sì com' lo panicano al suo figliuolo, / che, quando l'ha ucciso per c[or]ruccio, / con occhi di pietanza lo [ri]sguarda, / e pensa e vede che gli ha fatto male...

[2] Gl Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 24, 121-129, pag. 630.30: Ch'io il vidi; cioè io Dante, uom già di sangue e di corrucci; cioè perché uomo di brighe e d'omicidi vivette a tempo di Dante; e però dice che lo vidde.

1.2 Locuz. verb. Avere a, aversene corruccio: provare irritazione o risentimento; risentirsi, sdegnarsi.

[1] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 222, pag. 267.33: Acchilles e sua compagnia ne fuoro molto dolenti e corrucciosi e molto n'ebbero di lui gran doctanza, perciò ch'eglino sapevano che lo re Priamo l'odiava molto forte. Sì vi dico che, se n'ebbero corruccio, ellino lo mostraro bene inanzi che passasse lo terzo giorno.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 280.12, pag. 183: Però contra il legato tengon burgo / e di botto secorenno a Castruço, / pescando il çiglo nel sanguineo gorgo; / e non l'abia el bon Roberto a coruçço: / s'el vuol trovare lo fraterno corpo, / coven ch'el non sia quanto fin qui torpo.

1.3 Locuz. verb. Montarsi in, prendere corruccio: montare in collera, diventare furioso, feroce.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 7, pag. 100.11: Ma quando l'uomo vede pienamente e deliberatamente alcuna cosa dover fare secondo ragione, elli e può e die prendere ira e corruccio, acciò che la detta opera di virtù sia fatta più vigorosamente e meglio.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 66, pag. 80.29: Avemo qui molto bella e utilissima figura assai morali e notevele, sì chome di quelli homini che sono potenti e forsevele d'avere e di persone e già perciò non sono lievi a ccurruccioprendere né sono oltraggiosi né soperchieveli contra li menipossenti.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 17, 106-120, pag. 398, col. 2.5: Çoè per l'Inferno e per lo Purgatorio e' ò nomà molte persone, biasemà li vitii: cença dubbio alcuni, çò odendo, ne prenderanno averso de mie corruço.

[4] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 10, pag. 99.5: E stando a tale partito, sente gente a la caccia per la foresta venire verso de loro, e uno fedele de Vivante e suo fratello va a quilla parte e truova como sonno glie fedeglie de Oliste. Alquanto prendono ensieme coroccio e dicono a loro che non vorrebbero che tanto avante venissero a la caccia.

[5] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 111.28: Lo duca Nestore fo homo de grande statura, appe li miembre late, la braza grossa, appe franca loquela in parlare, savio, humele, e chi sempre dey ad altruy fidili consigly, fo homo irascebele e subito a montarese in corruzo...

2 Ansiosa e tormentata inquietudine, intreccio di apprensione e tristezza; dolore, dispiacere.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 8, pag. 102.21: che neuna tristezza né niuno dolore non è buono, né non è da lodare, se no uno, e ciò è quando alcuno abbia fatto alcuno male o alcuna villania, elli ne die avere corruccio e dolore...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 4, pag. 92.11: Piacque a Catone di ritenerla per la grande bontà ch'aveva trovata in lei. Già non richiese parente nè amico, nè non si levò capelli dinanzi a li suoi occhi, e non si tolse barba, chè poi che la novella di Cesare gionse in Roma, non era stato se non in tristore et in corruccio.

[3] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 311, pag. 589.28: Di tenerla [[la donna]] in coruccio.

[4] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 7, pag. 112.22: . «Calvano Calvano, voi m'avete messo lo maggiore corruccio in cuore, sie che giamai non porrae trapassare infino a tanto ch'io sappia veramente a che fine questa Inchiesta potrà tornare...

[5] Tristano Veneto, XIV, cap. 330, pag. 296.8: ela non puorave aver ni çogia ni solaço puo' qu'ela non haveva Tristan apresso de lié'. E de ciò lo re Marco ben se n'acorsse e niente non li disse, perché elo non la voleva meter in maor choroço de ciò qu'ella gera.

[6] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 1, 32.6, pag. 15: Non vi rincresca ancor di comandare / al cavaliere, a' donzelli e 'l maestro / che al fanciul ciò che sa dimandare / gli dien sotto la pena del capestro, / a ciò che nul dolor possa provare / o ver corruccio...

[u.r. 10.08.2009]