DISONESTÀ s.f.

0.1 deshonestate, desonestade, dexhonestá, dexonestà , dishonestà , dishunestitati, dishunistati, disonestà , disonestá, disonestade, disonestadi, disonestate.

0.2 Da onestà .

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Stat. pist., 1313.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.).

In testi mediani e merid.: Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Caratteristica morale di ciò che è contrario al decoro e alle norme del vivere civile. 1.1 Atto o comportamento privo di decoro. 1.2 Totale mancanza o perdita di misura (nel comportamento). 2 Mancanza di pudore o di moralità, inclinazione concretamente manifestata alla lussuria. 2.1 Comportamento scostumato o lascivo. 3 Azione compiuta in cattiva fede con l'intento di nuocere o di ingannare. 4 Comportamento o stato di cose che porta disdoro (a qsa o qno) (?).

0.8 Elisa Guadagnini 03.11.2005.

1 Caratteristica morale di ciò che è contrario al decoro e alle norme del vivere civile.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 164.11: è dubitosa quella causa nella quale àe parte d'onestade e perciò piace all'uditore, et àe parte di disonestade e perciò dispiace all'uditore...

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 234, pag. 204: trovaran discordia, guerra, crudelitá, / Dexhonestá e vitio e mort e infirmitá, / Puzor e vituperio, blastem, anxïetá, / Dexnó e desperation e tort e falsitá.

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. II, cap. 6, pag. 677.4: Dunque vedete bene quanto Iddio ha bene ordinato il mondo, e di tante e sí diverse cose, e tutte le fa convenire in una forma e in una unitá e in una bellezza dello universo, la qual bellezza non la può guastare veruna iniquitá, né veruna malizia puote porre disonestade nello imperio e nell'ordine dello altissimo Iddio.

[4] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 44, vol. 1, pag. 379.3: ne' suoi prencipii ragionò d'amendare la disonestà della corte, e fecene alcune buone costituzioni, e fecesi chiamare papa Inocenzio.

[5] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 126, pag. 265.12: Tu debbi essere specchio d'onestá; e tu se' specchio di disonestá.

[6] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 230.12: Di che è grande errore alla Chiesa di Dio essere due papi. Iddio allumini noi et non crediamo alla loro simonia et mala vita et disonestà !

1.1 Atto o comportamento privo di decoro.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 13, pag. 176.8: è gran follia e disonestà , che quando l'uomo vuole parlare, ch'elli istenda troppo ei piè e la coscia, od alcuno altro membro...

[2] Stat. pist., 1313, cap. 34, pag. 196.12: siano tenuti li operari p(er) saramento d'amonire quello cotale ke disonestamente vivesse, ke da quella disonestà si rimuova.

[3] Valerio Massimo, Libro II volg. B, a. 1326 (fior.), par. 63, pag. 39.18: in Atena si rendeva ragione di qualunque arte l'uomo facea in uno luogo de[c]to Ariopago, acciò ch'alcuno uomo per ozio non si desse a disonestade.

[4] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 1, cap. 2, pag. 232.25: La seconda considerazione di questa distinzione prima è la turpitudine dell' atto dal quale produtti siamo. Il quale tanto è di sua natura abominevole, che non solo il ragionare di quello è disonestade, ma pure di pensarne si dovrebbe ogni onesto uomo vergognare.

[5] Atrovare del vivo e del morto, a. 1375 (emil.), II, st. 34.8, pag. 161: e 'l demonio si gi è aprexentà, / ché lui scrive in carta tute le vanità / e tute le parole e le dexonestà .

- Pensare disonestà : darsi a pensieri moralmente impuri.

[6] f Cavalca, Trattato della mondizia del cuore, XIV: Più grave cosa è pensare disonestà quando tu odi Messa, ovvero ori o dici l'uficio, che quando tu scrivi. || GDLI s.v. disonestà .

1.2 Totale mancanza o perdita di misura (nel comportamento).

[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 15.311, pag. 197: «Disonestade, o madre pulcella, / in te è oggi molto discorrita, / ché tu solevi star rinkiusa in cella / et non volevi esser pur sentita; / che ti mostrasse, non se ne favella, / et oggi ài facta sì palese escita!

2 Mancanza di pudore o di moralità, inclinazione concretamente manifestata alla lussuria.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 5, cap. 31. par. 14, pag. 200.5: Era tanto in lei disonestà , Che suo marito, cioè Carates, Si dipartio di quel paese uno anno, E ttornò poi com' uno cavaliere errante.

[2] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di s. Maria Egiziaca, cap. 2, pag. 202.6: come vaga e dissoluta giovane fuggi' in Alessandria, dove in quanta disonestà vissi, e come insaziabilmente servì' alla corruzione non te 'l potrei dire con lingua...

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 2, vol. 2, pag. 154.20: condannau la fimina ad unu sesterciu di dinari per la dishunestitati sua...

[4] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 4, pag. 125.21: Quello che rende indegno il prete del santo offizio, è spezialmente la disonestà e la incontinenzia della carne...

[5] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice, ball. 9.15, pag. 346: La mie pace conturba ed oscura / lo stuol, molesto ad ogni animo giusto, / [che] donne segue con disonestate, / cercando mia bontate / con false viste trar a suo vil segno.

2.1 Comportamento scostumato o lascivo.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 35, cap. 3, par. 3, pag. 495.18: Anticamente l'uso del vino era non saputo dalle donne Romane, acciocché non cadessono in alcuna disonestà , perché da vino in lussuria è prossimo grado di distemperanza.

[2] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 446.19: Ma, o molte disoneste donne, come disonestamente trassero ad vedere le vanitadi de' giuochi e le loro visioni, nel quale luogo erano e giovani guardando le loro disonestadi, e li rapevili animi delle donne per le dissoluzioni delle allegrezze seducono di subita rapacità al peccato della loro vergognia.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 224.4: questa donna visse amorosamente in vestire, canto, e giuoco, ma non in alcuna disonestade o inlicito atto consentìe...

[4] Stat. bergam., XIV pm. (lomb.), cap. 3, pag. 260.8: e che nol sia usuraio publico over persona che tegnia o che volesse tenire altra femina che la sua, e se nol ha dona non tegnia però alcuna, nì faza altra deshonestate, ma sia de bona vita e honesta compagnia.

[5] Luigi Marsili, Formula Conf., 1387 (fior.), pag. 557.16: Nel pecato della lussuria ho pecato in cattivi e disonesti pensieri [[...]], vantandomi delle disonestadi e faccendomi beffe di chi vive castamente...

[6] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 85, pag. 193.36: considerando, ora che se' mia moglie, gli tuoi passati costumi, le tue disonestà e' tuoi vituperi non essere stati gastigati, io [[...]] ho voluto purgare ciò che tu hai fatto da quinci addietro, con le presenti battiture...

3 Azione compiuta in cattiva fede con l'intento di nuocere o di ingannare.

[1] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 391-400, pag. 110.10: queste parole così dette son le tanaglie con le quali si convengono rompere e tagliare le dure catene che qui t'hanno tirato [[...]]. Sostieni adunque pazientemente d'udirle, né paia alla tua onestà grave, né estimare quello esser colpa o difetto o disonestà del medico, di che la tua pestilenziosa infermità è cagione.

4 Comportamento o stato di cose che porta disdoro (a qsa o qno) (?).

[1] Stat. fior., c. 1324, cap. 92, pag. 116.19: e altri divieti intorno alle persone loro si contiene in quello, e contra la forma del detto Statuto quelli cotali Capitani e berrovieri più volte sono stati rafermati in danno grande e disonestà del Popolo e del Comune di Firenze, e dell'oficio sopradetto...