DISSIMILITÙDINE s.f.

0.1 disimilitudine, dissimilitudine.

0.2 DEI s.v. dissimile (lat. dissimilitudo).

0.3 Dante, Convivio, 1304-7: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7.

N Att. solo fior.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 L'essere discordante per qualità o natura (da qsa). 1.1 Ciò in cui qsa non somiglia a qsa altro.

0.8 Elisa Guadagnini 10.11.2005.

1 L'essere discordante per qualità o natura (da qsa).

[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, cap. 1, pag. 151.15: nell'amistade delle persone dissimili di stato conviene, a conservazione di quella, una proporzione essere intra loro, che la dissimilitudine a similitudine quasi reduca.

[2] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 6, par. 10, pag. 186.29: «Dunque quella disimilitudine o disomilglanza ch'è nell'anima del pecchato e islunghamento di dio è intenduto la magangnia dell'anima, della quale è purghata in penitenzia.

1.1 Ciò in cui qsa non somiglia a qsa altro.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 29, pag. 451.10: «Da te alla statua fatta in memoria del tuo antico non ha dissimilitudine altra se non che la sua testa è di marmo, e la tua vive».