DIVORATORE s.m./agg.

0.1 devorador, devoraduri, devoraor, devoratore, devoratori, divoraduri, divorator, divoratore, divoratori, divurature.

0.2 DELI 2 s.v. divorare (lat. tardo devoratorem).

0.3 San Brendano pis., XIII/XIV: 1.1.

0.4 In testi tosc.: San Brendano pis., XIII/XIV; Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.); Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.); S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Legg. Sento Alban, c. 1370 (venez.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.7 1 Chi mangia avidamente o smodatamente. 1.1 Chi è specialmente avido (d'un cibo, d'una preda). 2 Fig. Chi distrugge (come mangiando) ciò di cui si impossessa o contro cui si rivolge. 3 Agg. Che mangia avidamente o smodatamente, che ha continua avidità di mangiare. 4 Agg. Che consuma e distrugge. 5 [Errore per divorare?].

0.8 Benedetta Faggionato 06.07.2005.

1 Chi mangia avidamente o smodatamente.

[1] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), cap. 91, pag. 183.10: E, perchè era sì grande devoratore, era nominato Cerbero, che vien a dire in lingua greca divoratore di carne.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par. 47, pag. 11.15: e questo dicono essere Cerbero, infernal cane, il quale è interpetrato «divoratore»: sentendo per lui la insaziabilità de' nostri disideri, li quali saziare né empiere non si possono.

[3] Sacchetti, Solian mangiar, XIV sm. (fior.), 49, pag. 6: Il nostro pesce, sanza quel di mare, / nïente basta a nnoi divoratori / e co molti savori / vogliàno pesci e uccelli e animali, / che non basta, a cciò, gli spezïali.

- [In contesto fig.].

[4] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 63, pag. 268.2: E con questi modi voi verrete, e arete la 'nformatione de' buoni pastori della santa Chiesa; riportaretele el colore, ch' ella à perduto, dell' ardentissima carità: ché tanto sangue l' è stato succhiato per l' iniqui divoratori che tutta è impalidita.

1.1 Chi è specialmente avido (d'un cibo, d'una preda).

[1] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 3.68, pag. 49: Cerbero, cane con tre gole ardite, / 'divorator di carne' è 'nterpretato: / però le senne sue son qui sortite.

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 15, pag. 94.27: e lu ursu, lu quale custumava de èxiri divurature de le pecuri, si era factu loru guardianu e pasture.

[3] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. VI (ii), par. 51, pag. 377.21: Vuole, secondo che piace ad alcuni, tanto dir Cerbero quanto «creon vorans», cioè «divorator di carne»...

[4] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 15, pag. 179.26: E l' orso obeì e menava ogni dì a paxe' le pegore e era devegnuo pastor de pegore, de le quae solea esser devoraor.

- Chi mangia abitualmente (una preda).

[5] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 67.26: Per che temete queste bestie, et non temeste lo divoratore et maestro di tutte le bestie, sedendo et cantando molte volte sopra 'l dosso suo con allegressa?

2 Fig. Chi distrugge (come mangiando) ciò di cui si impossessa o contro cui si rivolge.

[1] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 14, 43-54, pag. 265, col. 2.4: Poi lo dicto Arno descende a Fiorença, della quale terra li citadini pono essere appelladi lupi, çoè divoraduri d'ogne loro visini, uomini sença pietà, sença iustisia e sença raçone, e pieni d'omne malvase viço.

[2] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 1, cap. 33, vol. 1, pag. 63.19: ma stimasi avenisse per dimostrazione del peccato della ingratitudine dell'abondanza di troppi beni, e a dimostrare com'è divoratore sanza rimedio d'ogni buono stato la cittadinesca discordia, e divoratrice e fuoco della laida invidia.

[3] Legg. Sento Alban, c. 1370 (venez.), pag. 65.16: O impietade de luxuria sença fren, o fuogo devorador de raxon, perché consumes-tu lo afeto e lo amor de pietà con flama de luxuria?

3 Agg. Che mangia avidamente o smodatamente, che ha continua avidità di mangiare.

[1] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 365.11: O tu cuopri l' amo uncinuto di sopra con quelli cibi i quali il divoratore pesce con desiderosa boc[c]a male a suo uopo manuca.

[2] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 55-66, pag. 601, col. 2.4: se vede de celo come èno luvi ravasi, çoè mordenti, impii e devoraduri.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 15, vol. 3, pag. 210.7: e non potete saziare gli digiuni del ventre divoratore, se voi non uccidete altrui?

[4] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 65, pag. 246.10: Ed è venuto il figliuolo della vergine che mangia e beve, e dicono: Ecco uomo divoratore e bevitore di vino e amico de' publicani e de' peccatori.

[5] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 12.193, pag. 84: Ecco huom devoratore et dal vin greve, / amico de gli rei, tutto cativo.

4 Agg. Che consuma e distrugge.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 194.16: E non v'era fine: le disiderose fiamme divorano le sue interiora, e sudore di mare uscìa di tutto il suo corpo; e' nervi arsi risuonano: e, disfatte le midolle dal cieco veleno. [[...]] lo fuoco divoratore erra per lo polmone, e pascesi per tutti i membri.

5 [Errore per divorare?].

[1] Dom. Benzi, Specchio umano, a. 1347 (fior.), pag. 318.15: Et così già non fora vero che fossono quelli perfidi cittadini e città della lupa loro madre e generati e lattati, a la quale non basta solo il divoratore delle carni, ma etiandio e la terra inghiottisce e a' venti di tutte sue forze con chrudeli assalti per fame assalisce.