DISPETTARE v.

0.1 despetti, despitta, despitto, dispectò, dispetta, dispettando, dispettandolo, dispettandoti, dispettano, dispettante, dispettar, dispettare, dispettarlo, dispettaro, dispettata, dispettati, dispettato, dispettava, dispettavano, dispetteranno, dispetti, dispettò, dispettòe, dispicto, dispitta, dispittando, dispittare, dispittata, dispittati.

0.2 Lat. despectare (DEI s.v. dispettare).

0.3 <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>; Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.).

0.5 Per le forme con grafia in -itt- / -ict- si può ipotizzare un'influenza galloromanza (cfr. Cella, I gallicismi, pp. 87-88).

0.7 1 Avere in dispetto e discredito, trattare con poca stima, disprezzare; rifiutare e respingere con disdegno. 1.1 [Rif. alla forma e al contenuto di un discorso o di un'affermazione:] Arrecare offesa, insultare, ingiuriare. 1.2 Arrecare oltraggio con atti violenti e umilianti. 1.3 Trascurare e svilire, non tenere in considerazione; [rif. ad una norma:] non rispettare, trasgredire. 2 Manifestare contrarietà, adirarsi.

0.8 Mariafrancesca Giuliani 15.11.2005.

1 Avere in dispetto e discredito, trattare con poca stima, disprezzare; rifiutare e respingere con disdegno.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 2, cap. 30, pag. 276.34: quando nel popolo o nella gente della città à molte mezzane persone, elli non v'à né tanta invidia né tanto dispetto; ché i pòvari ànno grande invidia dei ricchi, ed i ricchi dispettano molto ei pòvari.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 56, vol. 3, pag. 433.2: Grande cosa è amistà, che fa il grande pare del minore. Salomone dice: Chi dispetta suo amico, egli è povero di virtù.

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Ilarione, cap. 3, pag. 161.6: Udendo la fama della sua santitade una donna della contrada, la quale era dispetta dal suo marito, perché era già stata quindici anni, e non faceva figliuoli...

[4] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, 1.37, pag. 136: Tu cernerai che tal signor dispetta / I malvagi tiranni riveriti / Dal miser popol ch' a lor solo aspetta, / E di tal patria gli vedrai sbanditi».

[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 195.20: fa ingiuria a Dio colui che dispetta la natura, e fa contra essa, come li sodomiti e usurai.

[6] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 3, cap. 30, pag. 191.25: Avvenga che siamo posti in gran tribolazioni, nientedimeno li belli e grandi miracoli che Dio dimostra ci rendono testimonio che non siamo al tutto despetti e derelitti dal nostro Creatore.

[7] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 6, cap. 37, vol. 2, pag. 134.19: «I tribuni della plebe sono già dispettati, però ch'elli medesimi dirompono il loro potere per la loro intercessione.

[8] Rubriche Commedia, 1321-55 (fior.), Par. c. 22, pag. 357.2: e infine dispitta il mondo e la sua picciolezza e le cose mondane...

[9] Matteo Villani, Cronica, 1348-63 (fior.), L. 3, cap. 68, vol. 1, pag. 407.18: e catuna parte sollicitava sua armata per essere prima in mare; i Genovesi per la vittoria avuta sopra loro dispettando e avilendo i nimici, e ' Catalani e ' Viniziani disiderando la vendetta.

[10] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 26.45, pag. 68: E ogni vizio dispetta e nimica. / Questo consiste nell'uomo, e soggiorna / In non voler ricever disonore...

[11] Gl Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 1, 7-12, pag. 12.4: potrebbe anco dire lo testo: che dispettar perdono; cioè ebbeno in dispetto che fusse loro perdonato...

1.1 [Rif. alla forma e al contenuto di un discorso o di un'affermazione:] arrecare offesa, insultare, ingiuriare.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 19, pag. 350.22: cioè perchè il detto re Carlo non volle fare parentado con lui, anzi il dispettòe, dicendo che non volea fare parentado con un prete.

[2] Filippo Villani, Cronica, p. 1363 (fior.), cap. 63, pag. 666.15: in parole altamente villaneggiando e dispettando il Comune di Firenze.

1.1.1 Dispettare e bestemmiare (Dio).

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 11, proemio, pag. 195.19: Offende Idio in persona colui che 'l rinega, dispetta, e bestemia...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. XI, par. 40, pag. 547.13: non si può in cielo a far violenza a Dio nella persona, fassi adunque qui in quel che si può, bestemmiandolo, dispettandolo, avilendolo e negandolo, come di sopra è detto.

- Sost.

[3] Torini, Brieve collezzione, 1363-74 (fior.), pt. 3, cap. 20, pag. 277.7: continuano il ghiottoneggiare, il lussuriare, lo 'mborsare per qualunque modo, il dispettare, il bestemiare e l'offendere Iddio...

1.2 Arrecare oltraggio con atti violenti e umilianti.

[1] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 166.6, pag. 350: preser la croce, e 'n terra l'hanno fitta, / e 'l buon Iesù po' ispogliar innudo. / La carne sangue d'ogni parte gitta, / e un ribaldo dispietato e crudo / disse: - Vien oltre! - e traniando 'l despitta.

[2] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), V, ott. 19.8, pag. 236: e' lor pensieri / a Rifredi fornír sanza travaglia, / che la moneta, e 'l palio vendicaro, / e 'n più modi Firenze dispettaro.

1.3 Trascurare e svilire, non tenere in considerazione; [rif. ad una norma:] non rispettare, trasgredire.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 72, vol. 3, pag. 480.11: Boezio dice: Morte dispetta tutte glorie, e inviluppa gli alti e bassi, e pareggiali tutti.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 32, vol. 2, pag. 45.6: annunziò a' tribuni, che in via Nuova, dove ora è il tempio di Vesta, aveva di notte udita una voce più chiara che voce umana, la quale gli comandò, ch'egli dicesse al magistrato che li Galli venivano. La cosa fu dispettata, però che quelli che l'avea detta non era uomo d'autorità..

2 Manifestare contrarietà, adirarsi.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 256.19: oppinano, che Marte faccia sua influenzia grandemente sopra quelli cittadini in odj, discordie, e omicidj tra lloro [[...]]. E dice l'Autore, che Marte il fae, perchè dispettòe, che li fue tolto il patr[oci]nio...

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 55, vol. 3, pag. 126.2: perché morì prima che 'l conte suo padre, ne disertò il re messer Ruberto suo figliuolo. Della quale richiesta il re di Francia forte dispettò, e crebbe lo sdegno e lla guerra.

[u.r. 07.11.2021]