ENFIARE v.

0.1 emfiare, emfiati, emfla, emflate, empfla, enffia, enffiano, enffiare, enfi, enfia, enfiada, enfiado, enfialo, enfiammo, enfiando, enfiano, enfiante, enfianti, enfiar, enfiare, enfiaro, enfiarono, enfiase, enfiasse, enfiaste, enfiata, enfiate, enfiati, enfiato, enfiatu, enfiava, enfie, enfierà , enfieralle, enfiò, enfiòe, enfiolli, enfla, enflado, enflante, enflanu, enflare, enxao, imflase, infià , infiá, infiâ, infiae, infiai, infiando, infiano, infianu, infiao, infiar, infiare, infiàse, infiasse, infiata, infiate, infiati, infiato, infioe, infla, inflada, infladho, inflado, inflae, inflàge, inflai, inflali, inflandu, inflano, inflanu, inflao, inflare, inflari, inflata, inflate, inflati, inflato, inflatu, infle, inflo, 'nfiata.

0.2 DELI 2 s.v. enfiare (lat. inflare).

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 2.1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Orazione ven., XIII; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. enfiare a modo d'otre 1.1, 1.3.1; enfiare con bocca 1.3.1; enfiare più che brosco 1.4.

0.7 1 Aumentare il volume di qsa (spec. immettendo aria o liquidi) portandola a tendersi e ad assumere una conformazione rotondeggiante (anche intrans.). 1.1 [Con rif. ad una creatura vivente (o specif. ad un arto o un organo):] aumentare anormalmente di volume (per cause patologiche o traumatiche). 1.2 [Con rif. al mare o ad un corso d'acqua:] aumentare il proprio volume apparente (per alta marea, piena o tempesta). 1.3 Immettere un'ingente quantità d'aria a forte pressione (entro una fessura di piccole dimensioni). 1.4 Fig. [Con rif. spec. al volto:] colmarsi o essere colmo di un violento moto d'animo (reso manifesto dall'aspetto congestionato) che si traduce in un comportamento aggressivo. 2 Fig. Farsi maggiore, aumentare di dimensioni o di intensità. 2.1 Fig. [Per significare superbia]. 3 Pron. Risultare colmo (di qsa). 3.1 Assol. [Con rif. ad un alimento:] impegnare a lungo l'apparato digerente (provocando un fastidioso senso di pesantezza ed eccessiva sazietà). 3.2 Fig. [Con rif. al cuore, per significare tristezza]. 4 [Per prob. fraintendimento dell'originale].

0.8 Elisa Guadagnini 06.02.2006.

1 Aumentare il volume di qsa (spec. immettendo aria o liquidi) portandola a tendersi e ad assumere una conformazione rotondeggiante (anche intrans.).

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 5, cap. 8, pag. 128.18: E quando la casione del teremoto fosse forte, la quale casione è sotto terra, potarea getare la terra sù e fare lo monte; e anco potarea enfiare la terra e fare lo monte, e de sotto remarea sollo e cupo secondo la materia del terreno.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 59, pag. 75.29: Quando la rana vide lo buoe grasso giacere, desiderava d'essere così grande como lo buoe, e fecese infiare...

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 25.19: Gli altri animali partorio la terra in diverse forme per sua voglia, poi che 'l vecchio omore si riscaldoe dal fuoco del sole, e 'l fango e' molli pantani enfiaro per lo caldo...

[4] Gl Gramm. lat.-aret., XIV m., pag. 35, col. 2.13: Tumeo, es, Turgeo, es, per infiare.

[5] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 21, pag. 335.4: E gonfiare, idest infiare...

[6] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), L. 4, cap. 16: Di quel medesimo mese di marzo è da farsi lo cavamento delle compiute vigne innanzi che le gemme troppo enfino... || Sorio, Tratt. Agr., vol. II, pag. 38.

- [Con rif. al ventre di una donna incinta].

[7] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Gen 38, vol. 1, pag. 199.15: fornicata è Tamar tua nuora, e vedesi lo ventre suo enfiare.

- [Con rif. ad una vela tesa dal vento].

[8] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 40, vol. 3, pag. 371.3: L'uomo forte ritragge al buono vento sua vela, quand'ella è troppo enfiata.

[9] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II, pag. 94.18: le vele enfiano spesse volte di Zefiro e spesse volte di Noto.

1.1 [Con rif. ad una creatura vivente (o specif. ad un arto o un organo):] aumentare anormalmente di volume (per cause patologiche o traumatiche).

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 80.2: E quello che ha nome presto, va tutto die con la bocca aperta, e quando egli istrigne alcuno con li suoi denti, si enfia tanto ch'egli se ne more, e puzza subitamente, sì ch'è orribile cosa.

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 29, pag. 236.7: Un altro serpente trafisse Nosside, uno romano, ed incontanente li diventò la faccia vermiglia, e poi enfiò sì forte, che diventò tutto ritondo...

[3] Virtù del ramerino (ed. Bénéteau), 1310 (fior.), pag. 250.23: 23.Se ad alquno infiasse le coscie per gotte, bolla i fiori de· ramerino in aqua, poi li lega in sule coscie con pano lino.

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 2, pag. 10.28: illo prese uno banchitello che si tenea sucto li pedi, et feriulo alla testa et alla facce de lo predicto sancto patre che avea nomo Libertino, et in tale modo che se li inflao et annigricao tucta la facie, et tornao tucto livido...

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di lu mali..., pag. 577.2: In pirzò ki lu duluri ki fa kista glandula li spiriti e li humuri li currinu e, scursi kisti humuri a kistu duluri, kista glandula infla et ingrossa...

[6] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 284, pag. 305.9: Ma guarda che se tu ne tollisi tropo de la silvestre, la alcirave. E quando la fi recoiesta, maximamentre quando la comença fiorire, se la toca la carne, la ge fa excoriatiom e fala infiare cum insagna.

[7] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, cap. 27, pag. 250.19: le mam e li pè' che inprima eram infiai de umor de podagra e quasi marci, incontenente che lo so corpo fu nuo per lavà', fun così trovai san...

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 97, pag. 210.25: Advene alcuna volta ch(e) li testicoli di lu c. p(er) diverse casciuni s'emfla, la q(u)al cosa è assai p(er)icolosa et fase p(er) sup(er)fluitate d(e) humore currente p(er) la loro plenituden(e) i(n) lo corpo...

- Fras. Enfiare a modo d'otre.

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 163, S. Elisabetta, vol. 3, pag. 1444.13: A la fanciulla parve che l'entrasse per la gola [un tizzone ardente], intanto che nel collo [gridò d'aver male]. Incontanente l'enfiòe il corpo a modo d'otre, e nel suo ventre parve che scorresse [qualcosa] per tutte le membre.

- Trans.

[10] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 30, 46-57, pag. 714, col. 1.7: Era ydropico, come appar nel testo; la quale malizia vene da mala digestione, sí che li umori indigesti che se spandeno, enfiano cussí le carni e le buce.

1.2 [Con rif. al mare o ad un corso d'acqua:] aumentare il proprio volume apparente (per alta marea, piena o tempesta).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 1, cap. 7, pag. 79.15: Li Alamanni vi vennero, [[...]] e quelli di verso lo monte Sa' Micheli, là dove lo mare enfia e disenfia...

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 8, pag. 498.6: la quale Enea colla sua greggia all'altare sacrificò a Junone: e incontanente il fiume, il quale era enfiato, s'aumiliò, coloro navicanti infino all'altro die.

1.3 Immettere un'ingente quantità d'aria a forte pressione (entro una fessura di piccole dimensioni).

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 21.17: Quegli prese lo cavo corno [[...]]: e quando toccoe la faccia dello dio gocciolante colla bagnata barba, e enfiato comandò che l'acque si partissono, fue udito dall'onde del mare e della terra; e tutte furono costrette. || Cfr. Ov., Met., L. I, v. 340: «tunc quoque, ut ora dei madida rorantia barba / contigit et cecinit iussos inflata receptus...».

1.3.1 Aumentare artificialmente il volume di una carcassa immettendovi aria (anche fras. Enfiare con bocca).

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 14, pag. 131.13: Et li tavernari che scortichasseno o faranno schorticare, non possano nè debbiano emfiare con boccha alcuna bestia che schorticasseno...

[2] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 227, par. 2, vol. 2, pag. 301.22: Anco nullo enfie overo enfiare faccia, né permecta ke alcuno enfie overo enfiare faccia, né permecta overo fiato enmecta overo sego overo altra cosa enn alcuna bestia la quale alcuno occiderà overo ucidere facesse per cagione de vendere.

- [Con rif. ad un supplizio]. Fras. Enfiare a modo d'otre.

[3] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 5, pag. 618.16: altri [[martiri]] enfiati a modo d'otre, altri messi infra serpenti, altri piantati...

1.4 Fig. [Con rif. spec. al volto:] colmarsi o essere colmo di un violento moto d'animo (reso manifesto dall'aspetto congestionato) che si traduce in un comportamento aggressivo.

[1] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 65, pag. 88.8: E quando Cinghin Kane udìo la grande villania che 'l Preste Gianni gli avea mandata, enfiò sì forte che per poco no·lli crepò lo cuore entro 'l corpo, perciò ch'egli e[ra] uomo molto segnorevole.

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ermione, pag. 77.15: adiromi, ed insieme col cuore il volto m'enfia, ed il mio petto si turba, il quale arde dentro da rinchiusi fuochi.

[3] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. III, pag. 125.7: Per ira enfiano li visi e le vene annerisceno di sangue e li occhi luceno pió crudelmente che 'l lume Gorgonio.

- Fras. Enfiare più che brosco.

[4] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura aurea, 679, pag. 174: El [[scil. Satanax]] crepa ben d'invidia perk'el no m'á compreso, / K'el vé k'eo sont fuzio dal fog k'è sempre apreso; / El infla plu ka brosco per grand dolor sopreso...

2 Fig. Farsi maggiore, aumentare di dimensioni o di intensità.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 50.48, pag. 200: Si alcuno ne campa d'esta enfronta [[= avarizia]], / [[l'antiquo serpente]] metteglie lo dardo del sapere: / enfia la scienzia e 'n alto monta, / vilipende gli altri a sé tenere...

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 2, cap. 19, vol. 1, pag. 150.20: La guerra de' Latini, la quale già alquanti anni era enfiata, non si potè più indugiare.

2.1 Fig. [Per significare superbia].

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2566, pag. 264: Ma pènsati davanti / se per modo d'orgoglio / enfiaste unque lo scoglio, / sì che 'l tuo Crëatore / non amassi di core / e non fossi ubidenti / a' Suoi comandamenti...

[2] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 20, pag. 158.28: Unde questi peccatori son tutti infiati, però che le lor cose li enfiano et fannoli insuperbire, et però quando muorno sono nulla.

[3] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 37a, pag. 96.13: Incontanente com el fu creado elo infià per superbia e volze lo doso a la lux de verità.

[4] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 9, pag. 41.9: E perch'ele [[=le richece]] [[...]] fan cresser e montar lo mal de la superbia e infiar l'orgoglio a moho del babio?

[5] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 119, S. Agostino, vol. 3, pag. 1041.25: la scienzia sanza la caritade giammai non edifica, ma enfia...

3 Pron. Risultare colmo (di qsa).

[1] Orazione ven., XIII, pag. 128.31: Mo tanto se la vostra beleça, che l'anima se deslengua pensando d'esa [[...]]. Ma vu m'a[vì] dà da ber una tal bevanda, ke adesso l'anima tuta se n'enfla: mo en quelo inflamento el'àve cognosimento de Dio pare onipotente...

- Fig. Essere interamente occupato (da un pensiero, un interesse), dedicarsi esclusivamente (a qsa).

[2] Proverbia, aggiunte, XIII sm. (ven.), 2, pag. 325: Cui en ree femene s'enfia no à lo seno sano; / spessora li fa crere qu'iverno sea istao.

3.1 Assol. [Con rif. ad un alimento:] impegnare a lungo l'apparato digerente (provocando un fastidioso senso di pesantezza ed eccessiva sazietà).

[1] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 6, pag. 167.9: Rafano [[...]] è di sua natura malvagio alo stomaco, perciò ch'elli enffia e fae ruttare.

3.2 Fig. [Con rif. al cuore, per significare tristezza].

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 88.116, pag. 355: de piagnere non trovo unqua remeio, / enfiase lo core a suspirare: / «Ed ov' è mio Segnor, ch'eo no lo veio?

[2] Tristano Veneto, XIV, cap. 520, pag. 484.14: Et quando miser Lanciloto have inteso questo che miser Tristan li haveva mandado, amantinente lo cuor li era inflado et sì fo tuto plen de melinconia et de mala voluntade.

4 [Per prob. fraintendimento dell'originale].

[1] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), Gc 3, vol. 10, pag. 416.6: [6] E la lingua è fuoco universale della iniquità. La lingua è ordinata nelle nostre membra, la qual corrompe tutto il corpo, enfiata la rota della nostra natività, infiammata dal fuoco. || Cfr. Jc, 3.6: «et inflammat rotam nativitatis nostrae». Forse da inflat per inflammat.

[u.r. 05.07.2021]