ENFIATO (1) agg.

0.1 emfiati, enfiada, enfiado, enfiata, enfiate, enfiati, enfiato, enfiatu, enflado, enxao, infiá, infiâ, infiae, infiai, infiao, infiata, infiate, infiati, infiato, infiò, inflada, infladho, inflado, inflae, inflai, inflao, inflata, inflate, inflati, inflato, inflatu, 'nfiata.

0.2 V. enfiare (lat. inflatus).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.3.1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Serapiom volg., p. 1390 (padov.); Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Stat. cass., XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.5 Per enxao cfr. Parodi, Studj liguri, p. 7.

0.7 1 Colmo (spec. d'aria o liquidi) al punto da risultare teso ed aumentato di volume (e specif. di forma rotondeggiante). 1.1 [Con rif. ad una parte del corpo o un organo:] di aspetto anormalmente gonfio (per cause patologiche o traumatiche). 1.2 [Detto del mare o di un corso d'acqua:] di volume apparentemente aumentato (per alta marea, piena o tempesta). 1.3 Fig. Grande di sola apparenza. 1.4 Fig. [Con rif. spec. al volto o al cuore:] colmato da un violento moto d'animo (reso manifesto dall'aspetto congestionato) che si traduce in un comportamento aggressivo. 2 [Detto di una persona:] che si stima maggiore (migliore) di quanto non sia, superbo. 3 Fig. Pieno di risentimento e insoddisfazione, meschino.

0.8 Elisa Guadagnini 07.02.2006.

1 Colmo (spec. d'aria o liquidi) al punto da risultare teso ed aumentato di volume (e specif. di forma rotondeggiante).

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 20, pag. 158.20: la cosa infiata non àe dentro se non vento, et quando crepa ciò ch'è dentro passa via...

[2] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 168.23: la vesiga inflada, quamvisdé che la sia pizola, ela fa grand son.

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 27.22: che faresti tu colle forti armi? Questi si convengono a' miei omeri, lo quale posso dare certe fedite alla fiera, posso dare le fedite al nemico; lo quale uccisi con saette sanza numero l'enfiato serpente Pitone, che premea così grandi ispazi di terra con mortale ventre. || Cfr. Ov., Met., I, v. 460: tumidum Pythona.

[4] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 66, Litanie maggiori, vol. 2, pag. 613.10: E in alcune chiese di Francia è usanza di portare, dopo la Croce, uno drago con lunga coda enfiata, cioè piena di paglia o di cotale altra cosa...

- [Detto della borsa:] rigonfio di denaro.

[5] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 5, pag. 26.15: 'l nostro segnor De' requer da nu e vol lo chor e la mente con bona voluntae pinna de pietae, e no guarda tanto a la borssa infiá né requer gran quantitae d'aver o de peccunia.

- [Detto dei capelli o di un abito:] vaporoso.

[6] Arte Am. Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. III, pag. 110.17: A custei si conviene gittare ampiamente li capelli infiati e quell'altra sia veduta co li capelli stretti.

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 84, S. Pietro ap., vol. 2, pag. 731.14: per sette dì e sette notti fece ardere Roma; la qualcosa ragguardando di su una altissima torre, e rallegrandosi per la bellezza de la fiamma, con enfiato abito cantava canzone.

- [Detto della bocca in procinto di scoppiare in risa].

[8] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 46, S. Gregorio, vol. 1, pag. 398.6: Costui gli andò da presso e, con la bocca enfiata, non si poté tenere di ridere. E domandollo Joanni perché uno uomo di grave officio ridesse così dissolutamente; quegli disse: «Perché tu scrivi de' morti che tu non vedesti mai vivi».

1.1 [Con rif. ad una parte del corpo o un organo:] di aspetto anormalmente gonfio (per cause patologiche o traumatiche).

[1] F Antidotarium Nicolai volg., XIII ex. (fior.): Blancha [[...]] a dolori digl'occhi sanguinosi e enfiati e cispicosi [...]... || Fontanella, Antidotarium Nicolai, p. 8.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 752, pag. 126: D'omïa guisa morbo sí è 'l miser tormentoso: / Tut è infistolao, malsan e smanïoso, / Febros e paraletico, dal có tro ai pei ronioso, / Cretic e ingotao, inflao e pelagroso...

[3] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 21.16, pag. 135: Aia 'l fecato rescaldato, / la milza grossa, el ventre enfiato, / lo polmone sia piagato / con gran tossa e parlasia.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 6.56, pag. 113: De l'isopo, com'à dito, / me par che se trova scrito / che tree propietae à: / che sun pree raixe fa / basseta erba picenina, / ê polmô enxao meixina.

[5] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 299.6: Licita cosa è colli nomi rattemperare li vizii: [[...]] qualunque è bassa, chiamala avenente; e qualunque è infiata, sia grassa; acciò che 'l vizio stia nascoso per prossimitade di bene.

[6] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 19.4, pag. 28: Li falsatori archimi di metalli, / [[...]] / sono assetati con tormenti duri, / turpi, infiati, gravissimi, gialli, / rognosi, pien di scabia...

[7] Tristano Veneto, XIV, cap. 107, pag. 119.3: Et alora l'uno e l'altro conmençà quello a regardar, perqué ello avea lo viso groso et inflado deli colpi qu'ello avea recevudo, né nigun non lo vedesse che ben non disesse qu'ello era stadho in lo torniamento.

[8] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 61, S. Pietro martire, vol. 2, pag. 568.14: fue uno uomo che avea nome Benedetto, il quale avea le gambe enfiate come fossero otre, e 'l ventre enfiato a modo di femmina pregna, e la faccia per la molta enfiatura era orribile a vedere, e anche avea [enfiato] tutto il corpo, sì che parea una maraviglia a vedere.

[9] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 2, pag. 80.16: E perché no trovà subitamenti bastum da farì-lo, irao e furioso piglà la torela ch'elo tenia sote li pè' e sì li dè su la testa e lo viso in tar guisa che tuta romase infiâ e livida.

[10] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 7, pag. 140.6: El c. che à li strangulgioni, et con grande difficultà et fatiga et con grande sonu de nasu et de gola fiata et refiata et non à tucta la gola e[n]fiata, over grossa, appena ne camparà mai.

[11] Serapiom volg., p. 1390 (padov.), Erbario, cap. 326, pag. 364.21: Io viti homini, i qualle se apichà de la raìxe soa al collo per ingrassarse, e incontràge quello che suole vegnire a quilli, i qualle esse del bagno e possa che li è insudi beve molto vino, per[ché] el volto so deventa molto rosso e tumido, çoè infiò.

1.2 [Detto del mare o di un corso d'acqua:] di volume apparentemente aumentato (per alta marea, piena o tempesta).

[1] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 55, pag. 127.11: 'l mare era tutto infiato e lo vento sì trasforte e l'arie sì oscura e nera, che non sapeano là ove s'andassero.

[2] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 15, pag. 138.27: Granne tiempo piobbe. Granne tiempo lo Tevere stette enfiato. Puoi che comenzao a crescere, cinque dìe durao la piena.

1.3 Fig. Grande di sola apparenza.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 84, pag. 233.10: Lascia la cupidigia degli onori, conciossiacosach'ell'è cosa enfiata, vana, e piena di vento, sanz'alcun termine, e fa l'uomo pauroso di vedersi alcuno dinanzi, come di vedersi ad alcuno di dietro.

1.3.1 Fig. [Detto di parole:] enfatico.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 31.11: Addunque nel pronunziamento tuo dei [[...]] discacciar da te tutti vizii de la bocca se n'ài, acciò che le parole tue non siano infiate nè gorgottate ne la gola...

1.4 Fig. [Con rif. spec. al volto o al cuore:] colmato da un violento moto d'animo (reso manifesto dall'aspetto congestionato) che si traduce in un comportamento aggressivo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.7, vol. 1, pag. 110: «Pape Satàn, pape Satàn aleppe!», / cominciò Pluto con la voce chioccia; / e quel savio gentil [[...]] si rivolse a quella 'nfiata labbia, / e disse: «Taci, maladetto lupo! / consuma dentro te con la tua rabbia.

[2] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 418, pag. 439.33: Acchilles à lo cuore infiato verso lui, sì pensa ch'elli lil mostrerà molto bene, de la qual cosa sarà molto gran dampnaggio.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 62, pag. 220.29: Allora Massamutino, enfiato e pieno di mal talento, spronò il cavallo adosso a Florio, e disse: - Villan cavaliere, chi se' tu che sì contrari la nostra potenza con sì oltraggiose parole?

[4] Tristano Veneto, XIV, cap. 514, pag. 478.21: molto aveva meser Lanciloto lo cuor infladho de çiò che meser Tristan li aveva mandadho.

2 [Detto di una persona:] che si stima maggiore (migliore) di quanto non sia, superbo.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 17, pag. 245.13: quando gli uomini vanno infiati al lor parere, e' sono schirniti sozzamente, e vengono in grandi errori.

[2] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 9: serano li ho(min)i amadori di loro medesmi, [[...]] serano traditori, crudeli, infiati, amadori deli visii carnali pió che di Dio...

[3] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 40, pag. 510.6: Africa, rimossa dalla compagnia della repubblica, a se fue ardito d'occupare; maioremente contento della licenzia de' gentili, che infiato per disiderio d'essere re.

[4] Gl Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 7, cap. 1, vol. 2, pag. 104.23: Ca cun zò sia cosa que Giges inflatu, zò è superbu di animu, habundassi d'armi et di rikizi in lu regnu di Lidia [[...]] lu deu [[...]] li preferiu Aglaviu Sophydiu.

[5] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 404, pag. 93: Anco da Camponischi tenea Mattarone, / Et da Pretati Petruccio de Cola de Petrone; / Missere Matthìa con Cicco allora apparentone; / Mattarone, como lo sappe, lui se revoltone. / Le vollie se ingrossaro et gevano multo inflati...

[6] Stat. cass., XIV, pag. 56.15: Li quali decani, sy alcuno de <quisti decany> loro fosse i(n)fiatode qualca sup(er)bia et fosse troato r(e)p(re)hensibile, sia correptu una fiata (et) s(e)c(und)o et tercio...

[7] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 3, cap. 14, pag. 175.10: La quar cosa vegando un de li guardiam de la dita çexa, infiao de superbia, scandolicàse e trase danno unde devea e pura trà' fruto...

- Enfiata superbia.

[8] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 5, pag. 81.31: vuy avite saputo commo li Grieci per la loro inflata superbia, yà non so' troppo tiempi passati, invadero la patria nostra...

3 Fig. Pieno di risentimento e insoddisfazione, meschino.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 3.24, pag. 10: «Si da li sensi tollime li mei delettamente, / siraio enfiato e tristo, pieno de 'ncrescemente; / terrotte la letizia ne li tuoi pensamente: / megli' è che mo te pente, che de far lo provare».

[2] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 57, pag. 20: La voda de l'amor ch'è sì infiata / che d'ogni bem d'altru' mor de dolore / leta del male te tol de la strata.

[u.r. 05.07.2021]