ENFIATO (2) s.m.

0.1 enfiati, enfiato, infiati, infiato, inflato, inflatu.

0.2 V. enfiato 1.

0.3 Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.); Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.).

In testi mediani e merid.: Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 [Med.] Ingrossamento (spec. rotondeggiante) di una zona cutanea per cause patologiche. 2 [Med.] Malattia dell'occhio che provoca l'insorgenza di macchie rosse. 3 [Masc.] Lo stesso che infustito. 4 [Per prob. fraintendimento dell'originale].

0.8 Elisa Guadagnini 07.02.2006.

1 [Med.] Ingrossamento (spec. rotondeggiante) di una zona cutanea per cause patologiche.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 13, cap. 84, vol. 3, pag. 488.5: Ed era una maniera d'infermità, che non giacia l'uomo III dì, aparendo nell'anguinaia o sotto le ditella certi enfiati chiamati gavoccioli...

[2] Ricette di Ruberto Bernardi, 1364 (fior.), pag. 45.23: Questa è oraçione chi avesse infiati tra lla choscia e 'l chorpo. Vòlsi dire uno paternostro e una avemaria e poi fare il sengnio della sancta croscie e porre tre dita della mano in terço in sul male...

- Enfiato dell'anguinaia: malattia che si manifesta con bubboni e piaghe nella regione inguinale.

[3] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 745, pag. 289.30: Nel detto anno 1374 era fama d'una mortalità dell'usata pestilenza dello infiato dell'anguinaia, o sotto il ditello, e viviesene tre o quattro dì il più alto.

2 [Med.] Malattia dell'occhio che provoca l'insorgenza di macchie rosse.

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 25, col. 2.29: Alle macule degli ochi. Alle macule rosse vocato infiati, e in altro modo questa cura: inprima falli tôrre sangue della ceffalea, e poi li vota il corpo e anche cristeri...

3 [Masc.] Lo stesso che infustito.

[1] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 12, pag. 584.12: Di lu infustitu, zò è inflatu. Cap. XIj. Esti una altra infirmitati ki aveni a lu corpu di lu cavallu accidentalimenti, ki trahi li nervi longhi pir li menbri soi, e fa inflaciuni a li fiati.

4 [Per prob. fraintendimento dell'originale].

[1] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 149, pag. 289.18: Ad c. pauroso et pig(ro) cocilo a (m)m(od)o d(e) i(n)flato a rota... || Cfr. Lorenzo Rusio, De cura equor., CLII: «Equum timidum et pigrum ure, seu decoque, in flanco in modum rotae...».

[u.r. 05.07.2021]