0.1 despianar, desplana, desplanada, desplanado, desplanami, desplanando, desplanar, desplanare, desplanata, desplanerave, desplaneroe, desplanìe, dispiana, dispianare, dispianava, dispianò.
0.2 DEI s.v. dispianare (lat. displanare).
0.3 Ritmo cass., XIII in.: 2.
0.4 In testi tosc.: Jacopo Alighieri, Capitolo, 1322 (fior.); Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.).
In testi mediani e merid.: Ritmo cass., XIII in.; Destr. de Troya, XIV (napol.).
0.5 Locuz. e fras. dispianare la via 1.
0.7 1 Rendere piano o livellato. Fig. Eliminare gli ostacoli al compimento di un'azione. Locuz. verb. Dispianare la via. 1.1 Radere al suolo, distruggere. 2 Chiarire il significato (di un punto) del discorso; esporre un argomento. 2.1 Discutere un argomento in maniera esauriente e completa.
0.8 Fabio Romanini 28.11.2005.
1 Rendere piano o livellato. Fig. Eliminare gli ostacoli al compimento di un'azione. Locuz. verb. Dispianare la via.
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), 92.4: El vostro dolce aspecto e la gran fama, / che 'n l'universo tutti noi conforta, / la rude scrittarella qui transporta / a despianarla via ch'a voi mi chiama...
1.1 Radere al suolo, distruggere.
[1] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 7, pag. 106.31: O tu, soprana citate de Troya, commo crodelemente serray traboccata e desplanata in terra!
2 Chiarire il significato (di un punto) del discorso; esporre un argomento.
[1] Ritmo cass., XIII in., 18, pag. 10: Ajo nova dicta per fegura, / ke da materia no· sse transfegura, / e ccoll' altra bene s'affegura. / Le fegura desplanare, / ca poi, lo bollo pria mustrare.
[2] Jacopo Alighieri, Capitolo, 1322 (fior.), 34, pag. 364: Nel terço [[grado]] quella colpa ci dispiana / con propii segni k' è del gusto iniçio, / da cui ogni misura sta lontana.
[3] Apollonio di Tiro, XIV m. (tosc.-venez.), incipit, pag. 29.40: Adonqua desplanami la mia quistion et io anderoe via.
[4] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 75, pag. 251.19: Egli dispianava ogni cosa a' discepoli suoi in disparte.
2.1 Discutere un argomento in maniera esauriente e completa.
[1] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 1, pag. 361.12: prima quanta è la noja della gravidezza, poi la pena del parto, e la sollecitudine del nutricamento de' figliuoli: nè volendo dispianare la sollecitudine, e angoscia della cura della masserizia, e così della famiglia...
[u.r. 05.12.2012]